Oggi è venerdì e nonostante sia venerdì il pendolare sò che dovrà comunque iniziare a correre presto.
Sin dalla mattina: siccome è giornata di mercato, il parcheggio normalmente lasciato a noi poveri pendolari che usiamo la macchina per arrivare in stazione, è chiuso.
Rimane il parcheggio della stazione dove, se tardi di cinque minuti, sei costretto a combattere per l'ultimo posto libero con gli altri, giù in fondo, in mezzo allo sterrato.
Di corsa.
E di corsa anche per salire sul treno, alla caccia dei posti di liberi. Che oggi tanto liberi non erano sicché mi sono fatto la mia bella oretta o quasi in piedi.
A Meda, metà viaggio circa, è salita una coppia di signori, con tanto di carrozzina. Sarà stato il caldo, l'affollamento, il fatto che la signora avesse il velo in testo, qualcuno se ne è uscito con la frase "ma statevene a casa..".
Arrivati a Milano, tocca il turno della metro. Sulla gialla, all'altezza di Sondrio, quando la carrozza era ben stipata, sulla anchina si presenta una comitiva di stupendi con professore intenzionata a salire sul convoglio.
Saliamo o non saliamo, prof?
In quei pochi secondi in cui siamo rimasti fermi nell'incertezza, in tanti di noi è venuta la convinzione "se dovessi avere un figlio non lo manderò mai in gita a Milano ...".
Ecco, dopo che ti succede tutto questo .. ma chi se ne frega dei profughi, dei migranti, di mafia capitale, del referendum ..
Se già di prima mattina sei avvelentato col mondo, con quello che ti ruba il posto al parcheggio, con quello che si è seduto sul tren mentre tu sei rimasto in piedi, con quello che predente pure di salire.
PS: a proposito di pendolari e delle loro pene, leggetevi l'intervista a Andrea Franzoso, l'ex funzionario dell'Audit di Ferrovie Nord che aveva denunciato le spese del presidente Norberto Achille.
Lui è rimasto senza lavoro (e senza supporto nemmeno dei sindacati) e il processo contro le spesse pazze chissà come andrà a finire.
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