“Uno stato di polizia è un paese governato da criminali”
Frase scritta da uno dei membri del gruppo La rosa bianca, in una prigione della Gestapo.
Incipit
Nubi pensanti avevano gravato su Berlino per tutta la notte, e indugiavano ancora in quello che passava per il mattino. Alla periferia occidentale della città, sprazzi di pioggia scorrevano come fumo sulla superficie del lago Havel.Il cielo e l'acqua si fondevano in una distesa grigia, interrotta soltanto dalla linea scura delle riva opposta. Là non si muoveva nulla, non brillava una luce.Xavier March, investigatore della squadra omicidi della Kriminalpolizei di Berlino, comunemente Kripo, scese dalla Volkswagene alzò il viso verso la pioggia.
Il perchè di questa lettura.
La vittoria di Trump, il risveglio
delle destre estreme e dei nazionalismi, lo sdoganamento delle
menzogne di Stato e la post-verità, la riscoperta dell'uomo
forte al comando, la scarsa memoria di noi occidentali, una politica
che diventa sempre più propaganda e tifo da stadio e sempre meno
strumento per migliorare il mondo ..
Sono tante le ragioni che mi hanno
spinto alla rilettura di questo romanzo “distopico”, che
avevo letto per la prima volta dieci anni fa e che già allora mi
aveva colpito.
Si dice che la storia la scrivono i
vincitori: ecco, immaginatevi ora come racconteremmo la storia se a
vincere la Seconda guerra mondiale fossero stato i nazisti e i loro
alleati (tra cui anche noi italiani)?
Come si sarebbe trasformata l'Europa?
Quale nuovo ordine politico avremmo avuto, in Europa e nel mondo?
Come sarebbe stata raccontata la guerra da un canto e come sarebbe
stata celebrata la vittoria di Hitler contro l'esercito russo, contro
gli eserciti alleati?
E, infine, avremmo mai saputo della
tragedia della Shoah? Del concepimento in modo industriale della
morte di milioni di ebrei (e zingari, gay, comunisti..) ..
Immagine presa da Wikipedia |
La storia raccontata dai vinti.
Come molti anni prima in
1984 di George Orwell, anche Thomas Harris ambienta il suo
romanzo in un futuro (rispetto alla fine della guerra) immaginario:
la Germania di Hitler è riuscita a vincere la guerra contro i russi,
ricacciati oltre i monti Urali e contro però si combatte ancora una
guerriglia il cui eco però arriva a stento nel paese.
Churchill e la regina di Inghilterra
sono scappati in Canada; gli Stati Uniti hanno sganciato l'atomica
sul Giappone e hanno firmato un accordo di pace con la Germania di
Hitler, sebbene però finanzino di nascosto la guerriglia “rossa”.
La Germania è un paese che vive
nella perenne celebrazione dei fasti del regime, specie nella
capitale Berlino, trionfo di monumenti che ricordano la grandezza,
sempre più alti verso il cielo, sempre più grandi, sempre
paragonati con i monumenti delle altre capitali europee.
«Dopo aver lasciato l'arco entriamo nella parte centrale de Viale della Vittoria, che fu progettato dal ministro del Reich Albert Speer e completato nel 1957. E' largo 123 metri e lungo cinque chilometri e seicento metri. Perciò è molto più ampio e lungo due volte e mezzo e mezzo gli Champs Elysées di Parigi.»Più alto, più lungo, più ampio, più costoso... Anche nella vittoria, pensò March, la Germania conservava un complesso di inferiorità. Non c'era nulla che esistesse per sé stesso: doveva essere confrontato con ciò che avevano gli stranieri.
Per il regime si nasce, si entra nelle
sue strutture giovanili, si lavora, si mette su famiglia e si fanno
altri figli.
Un paese senza religione al di fuori
dal partito nazista e Hitler, essendo i culti religiosi scoraggiati.
Un paese dove il codice penale indicava
come “tutti i delinquenti abituali e i colpevoli di reati contro
la morale potevano essere arrestati in base ad un semplice sospetto
che potessero commettere un reato”. Perché il
nazionalsocialismo aveva insegnato ai bravi cittadini tedeschi che la
criminalità era nel sangue, innata come il talento musicale o i
capelli biondi.
Le notizie sono censurate e la polizia
tedesca, incorporata nei servizi di sicurezza delle SS, vigila nei
confronti dei nemici del paese.
I ladri e gli assassini.
I terroristi e i sobillatori.
Il tutto con molta discrezione,
nonostante le divise brune o grigie dei vari corpi del Servizio di
sicurezza (Orpo la polizia che si occupa dei casi comuni, Kripo la
polizia criminale e la polizia politica, Gestapo) siano presenti
ovunque a controllare.
Ma ci sono anche altri nemici per il
regime nazista e i suoi gerarchi, molti dei quali nel 1964 sono già
morti (come Himmler, il Reichfuhrer delle SS) che possono
mettere in crisi la Germania e i suoi rapporti con l'America.
Proprio in questi giorni, il presidente
americano Joseph Kennedy (padre di JFK), annuncia la sua intenzione
di visitare la Germania per lanciare una nuova politica di
appeasement tra i due paesi.
14 aprile 1964: mancano sei
giorni al Fuhrertag, l'anniversario per i 75 anni di Adolf Hitler.
L'ispettore della Kripo Xavier March deve indagare su un cadavere scoperto sulle rive dell'Havel, vicino alle ville dei “fagiani dorati”, così come vengono chiamati i vertici del partito nel gergo comune.
L'ispettore della Kripo Xavier March deve indagare su un cadavere scoperto sulle rive dell'Havel, vicino alle ville dei “fagiani dorati”, così come vengono chiamati i vertici del partito nel gergo comune.
Non era un morto qualunque, l'annegato:
era stato sottosegretario presso il Governatorato in Polonia, si
chiamava Buhler ed era in pensione dagli anni '50.
March è un ispettore fuori dalle
regole del partito e delle stesse SS: nella guerra era stato
imbarcato in un U-Boot, poi era entrato in polizia, prima ad Amburgo
e poi a Berlino.
Sposato e poi separato, con un figlio
piccolo che vede una volta ogni due settimane e con ha un rapporto
sempre più difficile.
“Sei un asociale, vero?” Chiede
il bambino a bruciapelo.
La sua nuova famiglia è infatti una
delle famiglie da cartolina: il nuovo compagno della ex moglie è “un
fanatico della peggior specie, un burocrate della sede centrale
berlinese del partito.
“March continuò a pensare al cane e si rese conto che in quella casa era l'unico essere vivente che non portasse l'uniforme”.
Chi si discosta dalle convezioni del
regime (una famiglia, dei figli iscritti al Pimpf e poi alla Hitler
Jugend), non è iscritto al partito, si disinteressa del regime,
viene considerato un reietto, asociale, un potenziale nemico. Come
March, su cui esiste un fascicolo negli uffici della polizia
politica.
March vive per il lavoro ora,
per questo accetta tutti i casi e passa buona parte del suo tempo in
ufficio e sulle carte: lo stesso avviene per questo omicidio che,
però, viene soffiato dalla Gestapo, essendo il morto una personalità
importante del regime. Odilo Globocnick in persona (generale
delle SS e capo della Gestapo) e i suoi collaboratori prendono in
consegna le carte.
C'è qualcosa che non torna nel caso
che la Gestapo vorrebbe chiudere come incidente o suicidio: un
testimone, una recluta delle SS, ha visto qualcuno sulla sponda del
lago poco prima di scoprire il morto; il morto tra l'altro era un
abile nuotatore; infine qualcuno ha fatto visita alla sua villa, via
acqua.
Non rispondendo all'ordine di lasciar
perdere, March frugando tra le carte di Buhler, scopre un
appuntamento di pochi giorni prima, con Wilhelm Stuckart e Marthin
Luther.
Altri due uomini di Stato della
Germania di Hitler: il primo segretario di stato del ministero
dell'Interno (nonché autore delle leggi di Norimberga
in difesa della razza del 1935) e il secondo sottosegretario
agli affari Esteri.
Stuckart è stato trovato morto
nel suo appartamento da una giornalista americana che con lui aveva
un appuntamento.
Luther invece risulta
irreperibile da giorni, dopo un viaggio in Svizzera.
Cosa legava tra loro tre importanti
uomini di Stato e cosa avevano in comune nel loro passato? tutti
e tre avevano avuto incarichi ministeriali durante la guerra e tutti
erano andati in pensione allo stesso momento.
L'ostinazione di March nel voler andare
avanti nell'indagine, nonostante le minacce della polizia politica,
lo mette di fronte alla possibilità di subire un processo e forse
anche peggio.
La sua vita si era ristretta al punto
che gli restava soltanto il lavoro. Se avesse tradito anche quello,
che altro poteva restargli?
E in effetti c'era qualcosa d'altro,
l'istinto che lo faceva alzare dal letto o gni mattina: il desiderio
di sapere. Nell'attività della polizia c'era sempre un altro
incrocio da raggiungere, un altro angolo da cui sbirciare.
Chi erano i Weiss e dove erano finiti?
Di chi era il cadavere nel lago? Che cosa collegava la morte di
Buhler a quella di Stuckart? Era questo che lo spingeva a tirare
avanti, la smania di sapere di sapere che era la sua benedizione o la
sua maledizione.
Assieme alla giornalista americana,
inizia a seguire una pista sulle morti che porta indietro nel tempo:
agli anni della guerra e ai traffici degli alti papaveri del partito
di opere d'arte (e non solo) rubati dai territori occupati e finiti
ad arricchire i patrimoni personali dei gerarchi.
Ma non sono stati uccisi per le opere
rubate (come La dama con l'ermellino, di Leonardo da Vinci):
c'è un segreto che, nelle carte che questi signori hanno tenuto
nascoste per anni in una cassetta di sicurezza Svizzera, che ancora
oggi (nel 1964, quasi vent'anni dopo il termine del conflitto)
possono far paura a qualcuno.
Il thriller lascia spazio alla storia,
che nell'ultima parte del romanzo viene citata usando documenti
reali, tra questi l'unica copia rimasta al mondo dei verbali della
conferenza di Wansee (quella di Martin Luther, sottosegretario agli esteri).
Qui, il 20 gennaio 1942, 14 uomini
dell'amministrazione nazista si incontrarono, su invito di Reinhard Heydrich, capo dell'ufficio di sicurezza delle SS, per pianificare in
modo industriale, scrupoloso, l'annientamento della popolazione
ebraica in Europa.
“Le migliaia di dissidenti che voi rinchiudete nei campi. I milioni di ebrei spariti durante la guerra. Le torture. Gli omicidi. Mi dispiace parlarne, ma noi abbiamo l'idea borghese che gli esseri umani abbiano dei diritti. Lei dov'è stato negli ultimi anni?”.Ecco, la domanda centrale del libro: in che mondo è vissuto il poliziotto della Kripo Xavier March e gli altri milioni di tedeschi?
Ciascuno tedesco aveva un amico, un
conoscente, un vicino di casa ebreo. Ebrei che, all'improvviso sono
spariti. Tutti via.
Che fine hanno fatto? Che ne è stato
di loro?
Tanti tedeschi hanno fatto finta di
niente, per viltà, per paura nei confronti di un regime opprimente
in cui le troppe domande non erano tollerate.
Proprio come quelle che March,
Sturmbannfuhrer delle SS, ispettore della Kripo, che gira con una
foto della famiglia Weiss nel portafoglio (una delle famiglie ebree sparite
ad est).
«Cosa si può fare» disse «se si dedica la vita a smascherare i criminali, e a poco a poco ci si accorge che i veri criminali sono quelli per cui si lavora? Cosa si può fare quando tutti ti dicono di non preoccuparti perché tanto non ci puoi fare niente ed è successo molto tempo fa?»Adesso Charlie lo guardava in un modo diverso. «Immagino che si perda la ragione.»«Oppure può succedere di peggio. La si può ritrovare.»
Il contenuto delle carte, di cui March e la giornalista Charlie Maguire entrano in possesso è, a sua volta, qualcosa che può far perdere la ragione.
In un linguaggio in
perfetto burocratese, si enuncia, si dettaglia, si mettono nero su
bianco cifre, orari dei treni (piombati) che dovranno portare verso
est, quelle persone la cui esistenza e memoria deve sparire per
sempre:
“gli ebrei dovranno essere
portati, sotto una direzione appropriata e in modo appropriato,
all'est .. l'elemento più resistente dovrà essere trattato in modo
appropriato .. ”
Il finale è aperto: March
attira su di sé le SS che lo stanno braccando, per permettere alla
giornalista di fuggire e salvarsi. Il resto della storia rimane in
sospeso: riuscirà Kennedy ad essere rieletto? I documenti
riusciranno ad uscire nel mondo libero e la verità (sugli ebrei,
sulla soluzione finale, sullo sterminio di massa, sui treni verso
est) ad essere raccontata?
“Quando il nazionalsocialismo avrà dominato abbastanza a lungo, non sarà più possibile immaginare di vivere in un modo diverso dal nostro.” - Adolf Hitler
Questa frase apre un capitolo del libro
ed è centrale, per capire il senso del libro: un impero, il Reich
millenario, che si fonda sulla paura (di uno stato di polizia,
“criminale”) e sulla menzogna.
Le menzogna raccontata dai giornali
sulle vittorie del regime che nascondono i morti del fronte russo,
che ritornano in patria di notte, nascosti agli occhi del pubblico.
E le menzogne sullo sterminio degli
ebrei, anzi, la cancellazione della verità storica (sui treni, sui
campi di concentramento, sulle camere a gas..): l'unico mondo
possibile, per il regime, è quello dove non esistono libertà, dove
non esiste verità storica.
In qualunque modo questa guerra finisca, la guerra contro di voi l'abbiamo vinta noi; nessuno di voi rimarrà per portare testimonianza, ma se anche qualcuno scampasse, il mondo non gli crederà.
Forse ci saranno sospetti, discussioni, ricerche di storici, ma non ci saranno certezze, perché noi distruggeremo le prove insieme con voi.
E quando anche qualche prova dovesse rimanere, e qualcuno di voi sopravvivere, la gente dirà che i fatti che voi raccontate sono troppo mostruosi per essere creduti: dirà che sono esagerazioni della propaganda alleata, e crederà a noi, che negheremo tutto, e non a voi.
La storia dei Lager, saremo noi a dettarla.
Ufficiale SS,citato in I sommersi e i salvatidi Primo Levi
La scheda del libro
sul sito di Mondadori
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