Gianni
Cuperlo ha aperto la puntata di ieri sera:
cosa succederà al PD? Si aprirà uno spiraglio per evitare la
scissione? “Il Pd è
il principale investimento che la sinistra ha fatto nell'ultimo
quarto di secolo .. la scissione renderebbe la sinistra più
fragile”.
Ma
nonostante le parole di Boccia, di Veltroni, il segretario non ha
parlato, non si è alzato a dire “ho
capito le loro parole”:
se ora si aprisse la diga (per usare la metafora di Delrio), non
sappiamo cosa succederà.
Molti
osservatori sono rimasti sbigottiti da questo suicidio del maggior
partito della sinistra
– ha commentato Iacona: cosa avrebbe dovuto fare Renzi?
Questi
tre anni alle spalle non sono stati da buttare, ci sono state cose
positive. Ma Renzi ha avuto la responsabilità di dividere il paese e
il suo partito, arrivando al referendum.
Non
ha lavorato per l'unione: questo è l'elemento che segna la sconfitta
di questa stagione.
Avrebbe
dovuto ascoltare le parole, ieri, Renzi: di fronte alla portata degli
eventi che abbiamo attorno, alla destra sovranista aggressiva sul
tema dei valori, il rischio di rompere la sinistra è una
responsabilità grave.
Renzi
dovrebbe alzare il telefono: le parole di Delrio fanno pensare che la
scissione fosse preparata dai renziani. Se fosse vero sarebbe grave –
la risposta di Cuperlo.
“Si
rompe una comunità, il PD senza quel pezzo di sinistra non sarebbe
più lo stesso: vorrei giocare la partita dentor il mio partito, ma
dobbiamo capire le ragioni di questo partito, se le ragioni che hanno
gatto nascere questo partito ci sono ancora”.
Renzi
potrebbe passare alla storia come il segretario che non ha saputo
tenere unito il suo partito.
Cuperlo
era dell'idea di fare un congresso accelerato già il 5 dicembre, il
giorno dopo il voto: questa volta ci stiamo scindendo senza ragioni
etiche, la gente fuori non capirebbe.
I
renziani hanno criticato la minoranza di fare una guerra di
logoramento, di non aver riconosciuto la leadership: vincere le
primarie non significa smettere di confrontarsi – ha risposto
Cuperlo.
“Durante
la discussione sul jobs act, abbiamo avanzato delle proposte, tese a
migliorare la legge, ma queste erano liquidate come un tentativo di
frenare le riforme, siamo stati chiamati gufi e rosiconi.”
Abbiamo
accettato sempre di più di discutere solo tra i nostri, delle
rispettive correnti: un partito è vivo se discute, anche se si
divide. Ci si deve riconoscere in un perimetro comune: se si
arrivasse ad una rotture è tutto il sistema politico che ne risente.
Rischiamo
di apparire, come PD, come inadeguati a risolvere i problemi delle
persone: serve anche un pizzico di generosità per mettere davanti
alle correnti i problemi delle persone.
“Io
non mi arrendo: mi ostino a pensare che la sconfitta riguarderebbe
tutti, non sarebbe più il PD ma qualche altra cosa, non penso di
essere un indipendente in un partito di centro”.
La
destra stappa bottiglie di champagne, esulta Berlusconi che forse ha
incontrato Emiliano e anche Grillo.
I
due servizi della puntata:
I
sacrifici delle famiglie italiane che intendono adottare un bambino,
nel mondo delle adozioni internazionali, e le coppie che sono state
truffate da enti internazionali.
Cosa
si deve fare per ridurre i flussi migratori, dall'Africa? Quelli di
don Bosco hanno ideato il progetto “Stop tratta”, per fermare la
tratta dei bambini, mandati a lavorare come schiavi nei paesi del
golfo.
Genitori
a tutti i costi.
Sono
62 le associazioni, quasi tutte private, che seguono l'adozione dei
bambini in ambito internazionale.
Chi
controlla il loro lavoro?
Peppe
Laganà ha
intervistato diverse famiglie che hanno raccontato le difficoltà
nell'iter burocratico: il tempo e i soldi spesi per adottare un
bambino.
Spese
per i legali, per le carte, oltre che all'impegno psicologico e al
tempo: si deve essere pronti a tutto.
E
poi ci sono le spese economiche: è un business quello delle
adozioni, si parla di 60ml di euro l'anno e molte associazioni di
famiglie chiedono al governo di riformare le leggi in questo settore.
L'adozione
sta diventando un qualcosa da “ricchi”:
in questi anni, quando sono aumentati gli enti, sono aumentati anche
i costi a carico delle famiglie.
Sono
enti autorizzati dalla CAI (l'ente pubblico per le adozioni):
tra questi anche l'associazione Airone che recentemente è stata
rinviata a giudizio a Savona, per una truffa legata alle adozioni in
Kirghizistan.
Una
coppia ha raccontato la loro storia: il medico che li ha seguiti, in
quel paese, considerava i bambini come merce da vendere alle
famiglie.
L'Ente
Airone aveva come
referente questo medico, Anghelidi, oggi ricercato.
Persino
le udienze nei tribunali kirghisi erano una farsa: erano attori che
inscenavano l'udienza per una pantomima.
Fabio
e Gessica hanno raccontato invece il loro incontro con Vladimir, un
bambino di 3 anni: nel 2012, quando loro erano lì per incontrare il
bambino viene arrestato il ministro per lo sviluppo kirghiso.
Scoprono
così che tutti i documenti sono spariti, perduti, come i soldi spesi
per l'adozione: “non è accettabile che l'adozione sia sofferenza,
anche per il bambino”.
La
Cai aveva già ricevuto una segnalazione su Anghelidi,
prima che avvenissero i fatto raccontati da Fabio: ma nonostante la
denuncia, ci sono state altre segnalazioni.
Il
19 marzo 2013 la CAI ha cancellato l'Airone mentre le famiglie si
sono iscritte come parte civile al processo: accusano la Cai di non
aver vigilato abbastanza.
Le
coppie venivano spogliate e controllate ai raggi x, ma lo stesso non
succedeva per gli enti.
L'Ente
Ciai di Milano è il più vecchio,
un punto di riferimento nel settore: la Cai controlla poco gli enti –
dicono qui al giornalista.
In
15 anni hanno avuto solo il controllo, all'estero non risultano altri
controlli sul campo: ma è qui che si possono verificare pratiche
poco corrette.
Controllare
i referenti, come vengono pagati, controllare i passaggi di denaro
per le adozioni, non dovrebbero esserci mai passaggi non tracciati,
chiede Paola Crestani, di Ciai.
L'Etiopia
ha quasi bloccato le adozioni internazionali, per questi rischi:
eppure pochi anni fa, nel 2011, una coppia è stata indirizzata
proprio in Etiopia, per l'adozione, dall'ente EnzoB.
Nonostante
siano passati anni dal 2011 e i 11mila euro spesi in documenti, il
bambino non è arrivato.
Le
coppie non hanno mai avuto risposte, in questi anni, dall'ente e
dalla Cai, in questi sei anni: la cosa più grave è che quel bambino
sia rimasto là.
Cai
aveva fatto una verifica su EnzoB nel 2013: accettava tante richieste
senza portarne a termine, dopo l'esposto di una famiglia, la procura
di Torino sta indagando.
La
storia dei bambini congolesi:
la senatrice Della Monica ha denunciato una serie di fatti
gravissimi, legati al meccanismo dei bambini da adottare in Congo.
Bambini
separati con l'inganno dalle famiglie, bambini con una famiglia alle
spalle.
Il
giornalista di Presa diretta è andato in Congo per seguire la storia
dei bambini adottati, dalle famiglie che li aspettavano e che li
hanno attesi per anni.
Come
mai tutti questi anni di attesa? Nel 2014 si è resa necessaria una
telefonata di Renzi al premier Kabila, per sbloccare l'iter adottivo.
Nonostante le famiglie avessero speso già migliaia di euro per
questo percorso.
Il
Congo aveva fatto partire delle verifiche, sulle adozioni:
ma le famiglie si ritengono abbandonate dal governo e dalla
commissione adozioni.
Famiglie
che non hanno ricevuto comunicazioni sui bambini e che, al tempo in
cui è stato girato il servizio, ancora non lo avevano visto.
L'onorevole
Kyenge nel 2013 era presidente del Cai: racconta della corruzione in
Congo, per avere prima i documenti necessari per l'adozione.
L'estate
passata tutti i genitori adottivi, tutti e 151, hanno poi raggiunto
le loro famiglie: ma dietro questi bambini ci sono storie strane.
Ci
sono bambini arrivati come fratelli che invece non lo erano, che
hanno mentito sull'età.
L'ente
ha imbrogliato le famiglie, se queste storie fossero vere.
Il
Congo è un paese ricco di materie prime, eppure i due terzi delle
persone sono povere, perché i profitti dell'estrazione di queste
materie finiscono all'estero.
Così
la vera ricchezza sono i bambini: i minori di 18 anni nella capitale
sono il 65%.
Molti
bambini finiscono negli orfanotrofi, abbandonati dai genitori perché
non hanno i mezzi per prendersi cura dei figli: molti di questi
accettano anche l'adozione per dare loro un futuro migliore.
Un
futuro, quello delle famiglie di questo sfortunato paese, difficile
anche per il crollo del prezzo delle materie prime.
La
crisi colpisce anche gli orfanotrofi, che ricevono meno soldi dagli
enti, per il blocco delle adozioni: eppure i bambini continuano ad
arrivare, abbandonati, lasciati al comune.
In
questi istituti trovi bambini per cui è difficile risalire alla loro
storia pregressa: solo quelli totalmente abbandonati possono essere
adottati. Ma ci sono stati assistenti sociali che hanno fatto in modo
superficiale il lavoro, facendo adottare bambini con una famiglia
dietro.
C'è
il rischio che ci sia un commercio dietro le adozioni: il meccanismo
delle adozioni non è ancora trasparente, e questa servirebbe per
evitare il fenomeno del commercio sui bambini e quello, ancora
peggiore, dei bambini soldato.
Il
giornalista Fabrizio Gatti ha firmato un'inchiesta su Aibi,
un ente di adozione: Aibi ha chiesto un risarcimento al giornalista
per 20mila euro.
La
senatrice Della Monica aveva posto, in commissione per le adozioni,
il problema dei controlli su Aibi: la commissione non accetta
traffici sui minori che, purtroppo ci sono state.
Ci
sarebbero stati dei bambini spariti a Goma, grazie all'Aibi: il suo
giro d'affari nel 2015 è pari a 6ml di euro.
Il
presidente dell'Aibi ha risposto che si sono fidati delle autorità
del Congo, non potendo fare ulteriori controlli.
C'è
un'altra brutta storia su Aibi: una storia di abuso su minori in un
orfanotrofio in
Bulgaria, dei bambini
più grandi nei confronti di quelli più piccoli, e Aibi non avrebbe
denunciato le violenze alle autorità.
Le
indagini del governo, racconta il giornalista Stejanov, sono state
lacunose: le conclusioni della commissione hanno negato le violenze,
peccato che questa non abbia sentito alcun bambino.
Bambini
maltrattati, minacciati con delle pistole, abusati. Fotografati
seminudi e picchiati se si rifiutavano.
Una
gang di pedofili.
Racconti
che sono emersi anche grazie ai genitori adottivi, che avevano
avvisato via lettera l'Aibi, che si difende tirando in mezzo le
autorità bulgare e il fatto di aver saputo tardi di quelle violenze.
L'unico
ente pubblico si trova in Piemonte, si chiama Arai:
qui puntano sulla preparazione della coppia sia prima che dopo
l'adozione. La qualità dell'adozione è preparare le coppie e i
bambini: i primi ai nuovi genitori, i secondi al fatto che i genitori
che li stanno crescendo non sono quelli naturali.
Ma
è uno sforzo che premia, che ha un valore per la collettività.
Le
famiglie chiedono una revisione della legge per l'adozione, la
possibilità di poter parlare con la Cai (cosa che spesso non è
possibile), di calmierare i costi per le adozioni.
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