Ieri sera a Gazebo
si ieri parlava del nuovo corso trumpista dei politici
italiani.
Di Grillo
si è già detto.
Renzi è solo l'ultimo arrivato, nella
corsa al trumpismo, un cambio verso rispetto ai tempi in cui andava
alla festa di Obama, prima del referendum.
Ora c'è il Renzi “antipolitico”
che attacca i deputati troppo legati al vitalizio.
C'è il Renzi che attacca la Merkel
e la Germania del surplus
sulla bilancia commerciale del 6%
C'è il Renzi
che assieme a FI e Lega vota per arrivare ad una nuova legge
elettorale fin da subito. Una nuova accozzaglia.
Ma di trumpismo in trumpismo, alla fine
vince sempre il modello originale, la destra.
La destra di oggi, quella che è
scesa in piazza tutta assieme
nel fine settimana scorso, a Roma.
Sovranismi, secessionisti, ciellini e
berlusconiani.
Mario Mauro, Salvini, la Meloni.
E la Santanché che dal palco se
la prende coi clandestini “che stanno negli alberghi con le
stelle”.
L'Italia agli italiani era lo slogan
della piazza dove ospite era anche Salvini, lontano dal
Salvini della Lega di Roma ladrona.
Salvini che chiudeva il suo intervento
“manderemo a casa gli sfigati vari, Alfano, Verdini,
Cicchitto..”.
In pratica i suoi alleati (ex o meno).
La nuova destra non ama nemmeno
definirsi più destra: “alto e basso, grande o piccolo, i
mercati rionali e i mercati azionari, tra il popolo e
l’establishment”, raccontava al suo popolo l'ex ministro
berlusconiano Meloni.
Anche lei, prima gli italiani.
Non c'è più destra o sinistra, dove
l'ho già sentita?
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