La
puntata di Presa diretta è cominciata con l'intervista a Tito
Boeri: la prima domanda è stata sul tracollo dei contratti a
tempo indeterminato. Il jobs act ha finito la sua spinta propulsiva?
No, guardando i dati, il numero di
posti è cresciuto dell'8% anche se la crescita dell'economia è del
2%. La diminuzione degli incentivi ha avuto il suo effetto nel calo,
che ha spinto anche alla crescita dei posti a tempo determinato.
Il bicchiere è mezzo pieno per
Boeri: un altro dato positivo è nella diminuzione dei
licenziamenti (e questo era un timore sul jobs act).
I giovani hanno perso molti posti di
lavoro: dal 2007 abbiamo perso 2 ml di posti tra i giovani, dobbiamo
continuare altre operazioni guardando ai giovani.
Gli incentivi dovrebbero essere
indirizzati ai giovani – ha suggerito Iacona: gli incentivi costano
ma hanno avuto un impatto forte sulla crescita, allora
concentriamoci su questi, visto che la prima occupazione è
importante nella carriera di una persona.
Il sistema pensionistico è iniquo:
ha riservato per anni trattamenti vantaggiosi rispetto a quelli
delle giovani generazioni che ora li dovranno pagare. Ora i giovani
sanno che verranno trattati in modo diverso: si deve far qualcosa,
impegnando risorse per finanziare la decontribuzione, il cuneo
fiscale per i giovani.
Ci sono state tante proposte: tagliare
i vitalizi per renderli pari alle pensioni col contributivo.
Servirebbe che dalle proposte (alcune
delle quali non cambiano nulla) senza aspettare le elezioni e la
campagna elettorale.
Boeri è dell'idea di trasferire
all'Inps questi trattamenti e anche di uniformarli alle altre forme
pensionistiche.
Altra proposta tagliare le pensioni
alti o le pensioni che si cumulano: se non si è fatto fino ad oggi è
per una scelta politica.
Un punto di frizione col governo è
nell'idea di tagliare queste iniquità: si dovrebbe dire alle future
generazioni la verità e i politici dovrebbero pensare agli effetti
delle loro riforme, nel futuro.
Come le pensioni baby, una delle tante
riforme che hanno fatto alzare il “debito implicito”.
Debito che finirà sulle spalle di
quanto oggi entrano nel mondo del lavoro: sui giovani la politica
investe poco nei fatti – ha raccontato Iacona.
Passiamo al debito esplicito: la Corte
dei Conti ha sancito un rosso nei conti dell'Inps, ma Boeri ha
rassicurato, perché l'ente può rientrare nei conti con una semplice
operazione contabile, non ci sono problemi di bilancio.
C'è un problema di debito pubblico nel
complesso, per la spesa pensionistica, si dovrebbe contenere la spesa
pubblica, ma l'Inps rimane in piedi (a meno che lo Stato fallisca
..).
Il bilancio è di 400mld, di cui l'11%
stabilito per legge, per le pensioni. Solo l'1% deriva dalle spese di
gestione e su quello l'Inps si sta già muovendo: le critiche sono
dovute alla sua gestione e alla sua riorganizzazione che Boeri
ritiene fondamentale.
Quelle riorganizzazioni servivano per
far funzionare la macchina in modo più efficiente, prima c'erano
troppi centri decisionali.
Iacona ha chiesto un commento sui dati
dell'inps, su quelli dell'Istat: ci sono stati dei miglioramenti,
rispetto al passato, anche se insufficienti.
Ci sono i posti di lavoro persi, di
persone che potrebbero contribuire alla crescita del paese.
I posti di lavoro creati, a tutele
crescenti, dovrebbero rinforzare il paese.
Casa Italia.
Andiamo ora a vedere la
ricostruzione in centro Italia: ad Amatrice sono arrivate le
prime 25 case, ma per usarle servono le opere accessorie.
Dovevano essere pronte molto prima
(Renzi aveva detto prima di Natale): a Norcia sono arrivate 30
casette su 3000. Case in legno che permettono alle prime famiglie
assegnatarie di tornare a vivere:almeno per loro si vede la luce in
fondo al tunnel.
9000 sfollati vivono negli alberghi e
le convenzioni scadono a fine aprile: gli albergatori vedono già dei
problemi per la stagione estiva, per il turismo.
Ci sono poi le proteste delle persone
che si chiedono dove verranno ricostruiti i paesini: in tutto
l'arquatano la burocrazia sta fermando tutto, lo sgombero delle
macerie.
Le persone chiedono al governo un
cambio di marcia, in termini di procedure da snellire: anche Errani,
il commissario, pochi giorni fa si era sfogato in una riunione coi
sindaci.
“Questa non è ricostruzione ..
bisogna cambiare”: De Angelis, coordinatore di Italia sicura, ha
spiegato che non siamo più ai tempi di Bertolaso, coi suoi
affidamenti diretti.
Si deve coniugare legalità e velocità:
ci sono errori del governo tecnico di Monti e di un paese che non ha
fatto i conti col problema della prevenzione strutturale.
La zona dell'Italia centrale è
tutta a rischio sismico: lo sappiamo ma non abbiamo fatto
abbastanza fino ad oggi. Eppure abbiamo tutto, competenza e
tecnologie. Cosa aspettiamo, la prossima scossa?
Ancora oggi le immagini Accumoli,
Norcia, distrutti dalle scosse, come se ci fosse appena stato un
bombardamento, fanno impressione.
Qui ci sono stati più morti che del
terremoto dell'Aquila: solo a Camporotondo, dove si è
costruito seguendo le norme, ci sono stati meno crolli.
Il sindaco, che è anche professore
universitario, ha raccontato cosa è stato fatto dopo la scossa del
1997: si è fatta prevenzione e ora, dopo una scossa forte, non ci
sono stati morti.
Anche a Norcia, nonostante le tre
scosse, molti edifici sono rimasti quasi integri: anche qui si è
intervenuto sugli edifici facendo prevenzione. Alcuni palazzi sono
crollati, altri, quelli nuovi, hanno resistito, salvando vite umane e
facendo risparmiare soldi allo stato.
La Basilica di San Benedetto è
invece crollata: non sono state messe le catene, per tenere
assieme le strutture. Come altre Chiese, che non sono state protette
(forse per colpa delle soprintendenze) e sono crollate.
La frazione di Castelluccio, sui
monti Sibillini, è stata invece devastata: un ingegnere ha mostrato
al giornalista un edificio di tre piani, appena ristrutturato,
crollato su se stesso.
Le crepe sui muri, sulle strade. La
faglia sul monte, di fronte al paese: se non ci sono stati morti è
stato solo per un caso.
Anche qui si doveva mettere in
sicurezza il paese: il comune, dopo la scossa del 1997, ha fatto la
sua delibera definitiva nel 2016. Il terremoto è arrivato prima.
Anche ad Accumoli, Amatrice, erano
arrivati fondi per la ricostruzione: l'allora ministro Napolitano
aveva stanziato 100 miliardi (dopo il terremoto del 1997) e quei
soldi erano stati gestiti dalla regione (centro sinistra).
Nel 2002 Storace ottenne un altro
finanziamento, per arrivare a 216 mld di lire: peccato che questi
soldi siano stati gestiti a pioggia, per piccoli lavori, per
finanziare lavori in trattativa privata, senza passare per gara.
Tra i 216 mld, c'erano anche i soldi
per ristrutturare il campanile di Accumoli, crollato ad agosto
uccidendo la famiglia Tuccio.
Si potevano salvare, come tante altre
persone: se solo i soldi fossero stati usati in modo più efficace.
“Quel campanile lì, non si sa che impicci hanno fatto ” .. così
diceva il padre della vittima.
Che impicci ci sono stati attorno al
campanile di Accumoli?
Quella chiesa doveva essere messa in
sicurezza, con quei 216 miliardi di soldi pubblici. Invece è
crollata sulla casa accanto.
Erano stati effettuati lavori
antisismici: interventi che non riguardavano il campanile, almeno a
sentire il tecnico dei lavori.
L'ex sindaco ha raccontato di aver
chiesto alla curia di riprendere i lavori, dopo la ristrutturazione,
dopo averli bloccati: ma ci sono stati dei veri collaudi?
Solo sfortuna, come dice l'ex sindaco,
o altro.
Alla scuola Romolo Caprarica, ad
Amatrice, i lavori per 700mila euro, tutto doveva essere sicuro:
eppure il 24 agosto è crollata anche lei e non ci sono state vittime
solo perché era agosto.
All'ospedale di Amaldoli i lavori erano
terminati nel 2014: la notte del 24 agosto ha subito i primi danni e
a novembre è stata dichiarata inagibile.
Camerino, chiesa di S Maria: il
campanile è crollato su una casa senza causare morti. Anche il
campanile, come la chiesa, come l'ospedale, come la scuola, era stati
ristrutturato, senza i corretti controlli, senza i collaudi.
Le regioni hanno nei loro bilanci
739 ml, alcuni ancora non spesi, per la ristrutturazione: come
sono stati spesi e come verranno spesi?
Renzi, ad agosto, ha lanciato il
progetto Casa Italia: i soldi per la messa in sicurezza ci sono,
diceva l'ex premier, perché fuori dal patto di stabilità.
Soldi affidati al dottor Grassi per
45mld: 11 mld per la riqualificazione antisismica, 7 per la
ricostruzione post terremoto.
5 miliardi all'anno per la
ricostruzione, dunque. I soldi ci sono.
Ma il dottor Marani, che ha analizzato
la legge, è molto scettico: i soldi non sono impegnati in tanti
rivoli, non solo per problemi sismici.
La cifra attendibile, in finanziaria,
per i terremoti è solo di 1 miliardo: oggi si parla molto e si
spende meno, spiega il professore.
De Angelis stima una spesa di 4-5
miliardi ogni anno, per la messa in sicurezza del paese:
quest'anno c'è il sisma bonus, per 300 ml. Soldi anche per le
finestre di casa, però.
Per questi interventi, lo stato
restituisce fino all'85% al cittadino: soldi che hanno portato ad una
polemica con la UE.
Ma è uno sforamento dello 0,13% sui
conti: tra poche settimane il governo dovrà rispondere all'Unione
Europea, sulle sue segnalazioni circa i nostri conti.
Come potremmo rendere antisismica
qualunque casa?
Esistono delle tecniche per rendere
antisismica ogni casa, anche quelle più vecchie: in Giappone la
prevenzione, ad esempio, si fa da anni, con delle simulazione di
scosse del sesto grado.
Ma senza andare in Giappone, all'Aquila
vive il signor Bruno: la sua casa è stata ricostruita da casa, sopra
degli isolatori, che possono essere installati sopra case esistenti.
Sono delle strutture che scollegano il
terreno sottostante al fabbricato: questi dispositivi sono stati
installati sopra delle scuole, auditorium, edifici.
Nelle ultime scosse hanno dimostrato di
saper fare il loro dovere, la notte del 24 agosto.
Il capo della protezione civile in
Calabria, Tansi, è già stato ospite di Iacona in altre puntate:
arrivato a quel posto, ha scoperto una situazione scandalosa nella
protezione civile e sulla sicurezza.
A Reggio Calabria ci sono scuole
bloccate perché pericolanti: la dirigente dell'istituto racconta
che qui mancano i soldi per ogni cosa, figuriamoci per la messa in
sicurezza.
I soldi per riparare la caldaia li ha
messi lei: i figli come sono tutelati nelle scuole dell'obbligo, a
Reggio?
Chi dovrebbe intervenire? Il comune non
fa niente, fa chiudere le scuole, alcune già incluse dal rapporto
Barberi di fine anni '90.
Altri edifici pubblici sono a rischio
e, in assenza di lavori di ristrutturazione, hanno pure subito un
degrado in questi anni: non basta fare degli scongiuri.
Tutti i piani di prevenzione dei comuni
devono essere valutati dalla protezione civile: mancano dei
documenti, come le aree di emergenza, mancano i piani di emergenza
per molti comuni, le analisi dei rischi.
Ci sono altre criticità: alla
protezione civile si sono sprecati soldi pubblici gestendo male il
personale, gestendo male le risorse: tre gatti delle nevi mai usati,
tre mezzi universali mai immatricolati .. Acquisti milionari che il
dottor Tansi, a capo della struttura, ha scoperchiato e bloccato.
Ma contro Tansi si è mosso uno dei
sindacati, il Cisal, che ha protestato contro le sue scelte:
c'erano autisti che, grazie agli straordinari, guadagnavano fino a
6000 euro.
Come è possibile?
Gli autisti facevano fino a 400 ore di
straordinario al mese: un disordine amministrativo che Tansi ha
denunciato al personale e alla magistratura.
Il capo della Cisal, che intende aprire
un procedimento disciplinare contro Tansi, lavora per un politico
regionale: di chi rappresenta gli interessi? Dell'amministrazione,
dei dipendenti oppure fa un gioco politico contro chi intende messe
in ordine i conti e la struttura?
La protezione civile era una
mangiatoia in Calabria, come prima lo era la sanità: ma questo è
costato a Tansi, gli sono arrivate delle minacce, hanno bruciato un
container della struttura.
Eppure se dovesse arrivare qui il
terremoto, farebbe migliaia di vittime: eppure non si è sviluppata
una cultura di prevenzione in questi anni.
Reggio è tutto un abuso, ci sono
quartieri e palazzoni abusivi, come se la gente non si rendesse conto
del pericolo.
Su paesi a mille metri sul mare, Tansi
ha trovato dei piani di emergenza con rischio tsunami: documenti
firmati da professionisti, forse con troppi interessi personali sui
soldi pubblici per la prevenzione.
Forse per questo, molti politici di
destra e sinistra, una persona perbene e preparata come Tansi, la
vorrebbero mandare a casa.
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