(In poche righe è riuscito ad esprimere impressioni che a me avrebbero richiesto pagine .. che invidia)
La Parma di Soneri, cupa metafora di un’Italia smarrita
Parma come metafora cupa e irrisolta di quest’Italia squassata dalla rabbia del popolo, con una classe dirigente impotente dinnanzi agli scenari della globalizzazione. È un incipit insolito per introdurre un giallo, ma Valerio Varesi non è solo un narratore di talento ma ha anche un acuto sguardo politico. Ecco l’imam Brahimi: “C o m m i ssario, non mi piace fingere: la maggior parte di noi vi odia, così come voi odiate noi. Va di moda illudersi del contrario, ma le ripeto che non mi piace fingere. Come dite voi? Ipocrisia?”. Ed ecco il professore Pellacini, guru accademico del fasciolepenismo: “Davvero crede che tutto finirà con una reciproca comprensione? Che tutti ci ritroveremo davanti all’altare della Costituzione a celebrare la santa convivenza? Che pusillanimi! I vecchi comunisti li avrebbero presi a calci ’sti musulmani con il loro oppio religioso. E i cattolici ci avrebbero mosso contro un’altra crociata.Né gli uni né gli altri hanno più un minimo di nerbo culturale”.DOPO DECENNI di salde convinzioni antifasciste, le certezze del commissario Franco Soneri, poliziotto democratico, vacillano nell’inchiesta sull’omicidio di un immigrato musulmano ospitato da un anziano e misterioso cieco italiano. Parma è cambiata come il resto del mondo e tutti i nodi del nostro tempo sono sviscerati in modo crudelmente lucido. L’esasperazione porta i poveri cristi onesti a votare destra perché la sinistra non c’è più. Soneri è uno degli investigatori più amati del giallo italiano. Ama la nebbia e ogni grasso della sublime cucina emiliana. In barba al colesterolo e ai vegani, che in quanto al maiale la pensano come i musulmani.
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