Presa diretta lunedì sera ci ha raccontato di come le mafie si siano federate a Roma per gestire lo spaccio nelle piazze della città e stiano usando i loro soldi per comparsi pezzi di imprenditoria, palazzi. E magari pensano pure ad investire nel mattone.
Diversamente da quanto aveva annunciato, propagandisticamente, Renzi prima del referendum, la proposta di patteggiamento dei Riva non è stata accettata e 5000 dipendenti andranno in cassa integrazione.
E le bonifiche? E la messa in sicurezza di una città?
Quei 3,4 miliardi per la manovra correttiva vanno trovati e anche in fretta, prima che la UE si incazzi per davvero e parta una procedura di infrazione.
IBM entrerà nell'area Expo, per il suo polo di ricerca (e le sue assunzioni, anche quelle annunciate da Renzi ai tempi): ma come scrive Gianni Barbacetto, potrebbe aver accesso alle nostre cartelle mediche per istruire la sua piattaforma per l'analisi dei dati.
Tutto questo giusto per dire che ne avremmo di cose da raccontarci, prima di inventare notizie false.
Sono giorni che parliamo dei problemi della giunta romana, delle loro incompetenze, della mancanza di formazione politica dietro il movimenti.
Ma tutto questo non giustifica l'inventarsi delle balle, come quelle pubblicate ieri dai giornali, facendo taglia e cuci della chat di Marra.
Almeno chiedere scusa.
Perché dovremmo parlare delle mafie a Roma, delle periferie, del progetto del nuovo stadio che non sarà dell'AS Roma ma di privati.
Sono giorni che si parla della scissione nel PD, del futuro congresso, della nuova (?) proposta di Pisapia.
Un nuovo ulivo per non avere più larghe intese col centro destra.
Ora, a me tutto questo sembra quasi una provocazione: tutta la politica e buona parte delle riforme (progressiste, come progressista è anche la proposta dell'ex sindaco di Milano) renziane sono state fatte con l'appoggio del centrodestra (quello al governo) prendendo spunto delle passate politiche berlusconiane.
A meno che Pisapia non voglia far fuori Renzi, sembra solo fumo negli occhi.
Ma tutto fa brodo per riempire le prime pagine dei giornali.
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