12 giugno 2017

La fine dei populismi altrui



Anna Ascani su Twitter 

Flop UKIP, Le Pen, M5S: tripla botta ai populisti. 
Forse l'Europa sta ritrovando l'anima. 
Ed è una buona notizia.

In 140 caratteri quelli che è il sentiment dei vincitori di questa tornata elettorale: il fu centro sinistra (in trasformazione nel partito della nazione) che si rallegra della sconfitta del 5 stelle (e degli altri populisti in Europa) con un messaggio dal sapore populista.
Perché populisti sono sempre gli altri.
Non Berlusconi, quello della rivoluzione liberale, del ghe pensi mi, del contratto con gli italiani, delle sparate contro i comunisti, contro i giudici ..
Nemmeno Renzi, per carità. Il segretario premier del #Matteorisponde, dei gufi e dei rosiconi, dai sindacati (quelli non discliplinati), dagli insegnanti, i giornalisti (quelli che fanno inchieste), alla minoranza (che può rimanere nel partito a patto che si faccia quello che dico io).
Figuriamoci se Salvini poi è populista: il segretario della Lega 2.0 sempre presente sui luoghi delle tragedie, andato a farsi i selfie a Lampedusa (a proposito, peccato Giusi Nicolini), a twittare su migranti in alberghi a 5 stelle.

Spariti i populisti ma spariti anche gli elettori.
Sparita anche la sinistra (specie in Francia, ma tanto siamo tutti Macron).
Può festeggiare il centro destra, fatto resuscitare dal nazareno prima e dall'accordo sulla legge elettorale (poi saltato o fatto saltare dal m5s, chi lo sa).
A Genova il centro destra di Toti ha preso il sostegno di quel mondo degli affari che prima stava col PD (per esempio il costruttore Stefanelli che deve realizzare un ospedale per la regione da 150ml di euro). 

Il m5s invece è bene che faccia una riflessione: il messaggio "fidatevi di me" funziona in rete ma non sulle urne. E questo è un paese dove, grazie al cielo, il voto è democraticamente espresso con un crocetta.

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