“Oggi bisognerebbe dare sfogo alla rabbia. All’improvviso scopri che nella vicenda Consip c’è un’indagine per depistaggio, reato particolarmente odioso, e ti verrebbe voglia di dire: ah, e adesso? Nessuno ha da dire nulla? Tutti zitti adesso?”.
Il riferimento è alla notizia che il vicecomandante del NOE Alessandro Sessa è stato accusato dalla procura di Roma di depistaggio.
Se uno si ferma ai titoli dei giornali (e ai tweet dei renziali giulivi) l'impressione è che tutta l'inchiesta Consip sia in realtà una montatura (reato odioso, non come la corruzione o l'evasione) fatta per attaccare il padre dell'allora presidente del Consiglio.
Se però uno la notizia la legge davvero, si renderebbe conto che si parla d'altro: si parla della fuga di notizie sull'inchiesta che, dal NOE sarebbe arrivata fino ai vertici dei carabinieri e poi fino a Lotti. Lotti e due generali dell'arma avrebbero rivelato la presenza di cimici negli uffici Consip facendo fallire l'indagine
" ..i pm infatti hanno chiesto chiarimenti sul filone che riguarda la fuga di notizie sull'inchiesta e che vede indagati per rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento il ministro dello sport Luca Lotti, il comandante generale dell'arma Tullio Del Sette e quello della regione Toscana Emanuele Saltalamacchia. Secondo i pm il colonnello avrebbe mentito sulle date. In sostanza, Sessa avrebbe avvertito con largo anticipo gli alti ufficiali delle indagini in corso, cosa che avrebbe permesso la fuga di notizie verso il ministro Lotti e, da questi, verso Tiziano Renzi. Le conversazioni Whatsapp trovate sul cellulare del capitano Scafarto dimostrano che lui avrebbe informato il comandante del Noe, Sergio Pascali, in estate, mentre lui ha deposto di averlo fatto solo dopo il 6 novembre."
Tra l'altro, era stato il passato governo Renzi a inserire in una norma (in un decreto che parlava dei forestali) che obbliga la polizia giudiziaria a riferire delle indagini in corso i loro superiori.
E ora che cosa vogilamo dire sull'inchiesta Consip?
Tutti zitti?
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