Anni fa era uscito un libro che si
intitolava “Tutto
ciò che sai è falso”: un saggio sulla
disinformazione che spiegava come la nostra percezione della realtà
fosse distorta.
Reduce dalla lettura del bel libro di
Concita De Gregorio, “Nella
notte”, mi è tornato in mente e mi ha fatto riflettere su
quanto sia vasto il problema della disinformazione e quanto sia
paradossale che succeda oggi nel mondo di internet, dei social media,
dove l'informazione dovrebbe essere alla portata di tutti.
Ma non è così: basta partire da
quanto successo la passata settimana cominciando dai conti ancora
aperti col G8 di Genova e la morte di Carlo Giuliani, la morte
dell'ex procuratore Borrelli e con i nostalgici della prima
Repubblica quelli che parlano del complotto di Mani pulite;
l'anniversario
della strage di via D'Amelio e il depistaggio di Stato, di
cui finalmente si parla.
Per arrivare a quelli che si abbeverano
sui social media dove si parla di invasione di immigrati, di porti da
chiudere di invasione. E' veramente così?
Tu quello che sappiamo sulle bombe
della mafia della stagione 1992 1994 non racconta tutta la verità
di quello che è successo, la verità giudiziaria che ci rimane non
spiega la genesi della seconda Repubblica e la fine dei partiti
politici della prima Repubblica spazzati via dalle bombe, dalla
corruzione e anche dal fatto che non avevano più elettori che li
votavano.
Il golpe giudiziario, che avrebbe
toccato solo i partiti di centro destra e non il PCI (che pure non
esisteva più dal 1989) è dovuto al fatto che non c'era più quel
“muro” che costringeva l'Italia a mantenere quel blocco di potere
attorno alla Democrazia Cristiana.
Con buona pace dei golpisti, Mani
pulite ha toccato anche funzionari del PCI a Milano e Torino:
eppure ieri, in occasione delle morte dell'ex procuratore Borrelli
si è tornato a parlare di golpe, di Craxi esule lontano dall'Italia.
Il 19 luglio invece si è tornati, ma
solo per un giorno, a parlare di mafia: torniamo sempre a
parlare di quel biennio, 1992-1994, della fine della prima Repubblica
e delle bombe della mafia in Sicilia e poi a colpire luoghi d'arte.
Lo Stato ha sconfitto la mafia? Abbiamo dato giustizia a tutte le
vittime?
Oppure quelle bombe erano il frutto di
un dialogo di un pezzo di Stato mafioso e un pezzo di Stato deviato
(che vedeva dentro anche pezzi di servizi): la
morte di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone serviva a firmare
quel patto, spazzar via vecchi residuati politici, l'ala militare
mafiosa per dare l'impressione di un rinnovamento che di fatto non
c'è stato
Il 20 luglio è stato l'anniversario
della morte di Carlo
Giuliani, ucciso in piazza Alimonda da un carabiniere:
legittima difesa, hanno detto, Carlo stava assaltando la camionetta
dei carabinieri.
Ma, come per Mani Pulite, per le stragi
di mafia, si dive alzare la prospettiva con cui si guardano le cose e
non fermarsi a quello scatto che mostra un un ragazzo alto un metro e
65 cm con un mano un estintore vuoto.
Crediamo di sapere tutto sul G8 di
Genova, sulle devastazioni dei Black bloc, sugli scontri di piazza,
sulla morte di Carlo Giuliani, ma non è vero.
Bisogna guardare il
film di Daniele Vicari per conoscere la storia della
macelleria messicana alla Diaz, le violenze psicologiche nel carcere
di Bolzaneto.
L'inerzia della polizia nel colpire i
black bloc che agivano indisturbati a Genova nei primi due giorni.
Ma, nel caos informativo di questi
giorni, chi le racconta queste cose?
Chi racconta che a Milano (e nel resto
d'Italia) si faceva la cresta su ogni appalto e non per finanziare il
partito? Che le tangenti favorivano i cattivi politici e i cattivi
imprenditori, penalizzando le imprese oneste?
A Milano si è stimato che la MM3
sia costata 192 miliardi/km.
Ad Amburgo 45.
I costi per il passante sono stati di 100 miliardi/km per 7 anni.
A Zurigo è costato 50 miliardi.
Negli anni 80 il debuto pubblico è salito alle stelle: si è passati (rapporto PIL/debito pubblico) da 60% nel 1980, al 118% nel 1992.
[Da Blu Notte Tangentopoli]
Ad Amburgo 45.
I costi per il passante sono stati di 100 miliardi/km per 7 anni.
A Zurigo è costato 50 miliardi.
Negli anni 80 il debuto pubblico è salito alle stelle: si è passati (rapporto PIL/debito pubblico) da 60% nel 1980, al 118% nel 1992.
[Da Blu Notte Tangentopoli]
Chi racconta che è impossibile che
funzionari di polizia abbiamo creato da soli la falsa pista
Scarantino e che giudici e magistrati l'hanno ritenuta credibile?
Chi racconta che nel 2001 quelli che
chiedevano un mondo diverso, i no global, sono stati colpiti e
ridicolizzati e che quelli che erano allora i nemici dei No Global
oggi sono proprio i sovranisti, diventati no global fuori tempo
massimo.
L'irrinunciabile linea del Piave
di cui parlava Borrelli nel ultimo discorso da procuratore
generale deve essere un monito anche per noi, deve spingerci ad
andare a cercare la verità e non fermarsi alle verità di comodo,
quelle confezionate da altri e che la macchina della menzogna ha
trasformato in verità di comodo.
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