04 luglio 2019

Deve essere il caldo

Deve essere il caldo, sicuramente.
Se il ministro dell'interno si lancia nella sua guerra contro giudici e magistrati (come la GIP di Agrigento Vella), se annuncia una riforma della giustizia, se nei suoi tweet ripete come un disco rotto che non si può lasciar libera una criminale, come la capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete.
Deve essere il caldo, sicuramente.
La Lega, il partito della secessione, del tanko e della guardia padana.
Il partito dei sindaci che toglievano l'immagine del presidente della Repubblica.
Il partito che chiedeva di non applicare la legge (PD) sulle unioni civili.
Il partito dei 49ml di euro da restituire in comode rate.

Deve essere il caldo, sicuramente, se poi giornalisti e opinionisti lo prendono sul serio.
Perché la riforma della giustizia di Salvini è in fondo la stessa di Berlusconi (e no, non siamo noi quelli ossessionati).
Perché tutto sto chiacchierare su ONG e su capitane serve solo a tenere nascosto il fatto che sì abbiamo evitato la procedura di infrazione, ma siamo rimasti sotto osservazione per tutto l'anno prossimo.

L'unico a rallegrarsi pare essere il direttore Travaglio (non vorrei che si trasformasse nell'ultimo dei giapponesi): 
Ciò che paventavamo, inascoltati, si è tragicamente verificato ieri, con l’infausto annuncio che anche stavolta, come già a dicembre, la Ue non aprirà alcuna procedura d’infrazione contro l’Italia. E subito ilnostro pensiero corre, affettuoso e solidale, ai Cavalieri dell’Apocalisse
Stesso giornale, qualche pagina dopo, Carlo di Foggia:
Per il 2020 il governo ha invece garantito, con una lettera inviata martedì da Conte e dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, di impegnarsi a sterilizzare gli aumenti automatici dell’Iva (a bilancio ce nesono per 23 miliardi) senza ricorrere al disavanzo ma con misure alternative, con tagli di spesa e una revisione degli “sconti fiscali”(che equivale a un aumento delle tasse). Il governo ha poi previsto di usare anche per il prossimo anno i risparmi di Reddito e Quota 100, stimati tra i 3 e i 5 miliardi.L’impegno è bastato ai commissari per chiudere la partita e rinviarla all’autunno. Ma la strada è in salita, tra Iva e spese indifferibili il conto è già di 26 miliardi. Tagliare 23 miliardi è impossibile, tanto più che nessuno se ne sta occupando; così come recuperare risorse ingenti dalle spese fiscali, visto che i capitoli più corposi (spese sanitarie e ristrutturazioni edilizie) sono politicamente esplosivi. L’ipotesi di Tria di far scattare una parte degli aumenti Iva e stata stoppata da Lega e M5S, così come la possibilità di introdurre clausole di salvaguardia taglia spesa da almeno 10 miliardi. In ogni caso, lo sforzo servirebbe solo a garantire gli impegni fissati nel Documento di economia e finanza di aprile, cioè un deficit al 2,1% del Pil nel 2020, più o meno a livello di quest’anno. A questo va aggiunto il taglio fiscale (impropriamente chiamato flat tax) da almeno 10 miliardi che Matteo Salvini pretende nella manovra: ieri,peraltro, ha ribadito che è “prioritario”.
Deve essere il caldo che ci fa dimenticare della prossima manovra, del calo demografico colpa delle politiche contro la famiglia, degli italiani in fuga all'estero e dei medici che non avremo più, dei tagli che si annunciano in autunno.
Deve essere il caldo che ci fa diventare anche insofferenti, specie noi pendolari costretti a viaggiare in treni vecchi con aria condizionata che non funziona.
Treni della regione Lombardia (Trenord è a metà tra regione e Ferrovie dello Stato), la regione leghista che chiede maggiore autonomia allo Stato centrale perché così brava a far funzionare le cose.

Nessun commento: