Incipit
Un freddo mattino di gennaio
Il vento s’era placato come d’incanto.
Un gabbiano planò leggero sul pelo liscio dell’acqua e si bloccò di scatto. Gli occhi avidi intercettarono un uomo e una donna che si aggiravano sullo sterrato appena fuori la spiaggia addossata alla bianca scogliera. Il sole era ancora lontano, il mare avvolto nella foschia lattiginosa dell’alba nascente.
Scostandosi dal viso i capelli neri, la donna si avvicinò nervosa all’acqua e si portò una mano alla bocca, come a soffocare un singhiozzo, o forse un semplice sospiro. Si voltò indietro: l’uomo stava facendo il giro dell’auto e apriva il bagagliaio, e lei lo raggiunse in fretta. Insieme si guardarono intorno a lungo, come ad assicurarsi che non ci fosse nessuno, e solo dopo si chinarono nel vano ad afferrare qualcosa.
Il filone dei legal thriller non ha
molta fortuna in Italia, sono pochi i romanzi gialli che appartengono
a questo filone, quello successivo alle indagini dove il ruolo di
protagonisti spetta ora ai giudici, ai procuratori che sostengono
l'accusa e agli avvocati della difesa.
Lo scrittore americano Grisham è uno
dei più famosi in questo genere (e La parola ai giurati di Lumet è
uno dei film più famosi): il libro del magistrato Francesco
Caringella, oggi presidente di sezione del Consiglio di Stato si
inserisce in questo filone.
Oltre ogni ragionevole dubbio è il
racconto, dal suo interno, dei meccanismi che portano alla sentenza
di un processo penale, da parte di una Corte d'Assise.
In che modo otto persone, due giudici e
sei persone, estratte a sorte, possono prendere una decisione a
maggioranza, dopo aver ascoltato in aula le deposizioni dei
testimoni, l'esposizione dei fatti, le arringhe dei difensori e
quelle del magistrato che sostiene l'accusa?
Parliamo di otto persone che si trovano
assieme per la prima volta, se si escludono i due giudici, il
presidente e il giudice.
Sono loro che dovranno prendere una
decisione basandosi sui fatti e sulle prove e non sui pregiudizi o
sulle prove non ammesse al processo (come le lettere anonime), senza
farsi influenzare dalla sua vita personale, dovendo poi fare i conti
coi propri dubbi di persona.
.. in quel processo c'era un ulteriore fattore scivoloso: la giuria popolare, le sei persone qualunque che per legge affiancavano i due magistrati togati per comporre la Corte d'Assise. In questo caso erano tre uomini e tre donne diversi per età, studi, esperienze di vita, visioni del mondo.C'è un'alchimia inafferrabile che lega persone normali strappate alla quotidianità per decidere su un caso di omicidio. E' una chimica imprevedibile: può scattare la magia di un'intesa o lo spettro della rivalità.
Il caso riguarda la morte di Michele De
Benedictis, imprenditore barese scomparso in una giornata di gennaio:
imputati come responsabili della sua morte sono la moglie, Antonella
Altavilla, più giovane di lui e sposata dopo aver divorziato dalla
prima. E il suo amante, Giulio Maselli.
Non è un caso semplice, sono molte le
anomalie, le difficoltà che il giudice e i giurati devono
affrontare: il cadavere che manca, le dichiarazioni iniziali date
dagli imputati, poi non ripetute di fronte ad un magistrato,
dichiarazioni poi contraddittorie tra di loro dove ciascuno dei due
scagionava parzialmente l'altro.
Alcune intercettazioni, captate dai due
amanti, fanno comprendere che siano stati loro far sparire il
cadavere, in quei primi giorni di gennaio.
La stampa, specie quella che segue
questi casi di cronaca con delitti “passionali” li ha già
dipinto come gli amanti diabolici e ha espresso il suo giudizio di
condanna, senza appello.
Il morto sparito, la donna assassina, gli imputati enigmatici, la giuria complessa: quattro anomalie, quattro spessi strati di roccia apparentemente indistruttibili che si aggiungevano alle vertigini già immancabili in ogni Corte d'Assise.
Ma il duro lavoro del presidente, il
giudice Virginia della Valle, è proprio quello di tenere lontani
giudizi basati su sensazioni, sulla pancia, da quelli che invece
emergono dai fatti raccolti: per esempio il comportamento della
vittima, De Benedictis, nei mesi precedenti la sparizione:
.. il 7 aprile stipula un contratto di assicurazione sulla vita a beneficio della moglie. Il 10 luglio la sua società è ammessa al concordato preventivo. Il 28 novembre va dal notaio per designare sempre Antonella Altavilla unica erede della quota disponibile. Nei primi giorni di dicembre vende le sue proprietà immobiliari più pregiate. Alla fine del mese ripulisce i suoi conti
Virginia Della Valle si trova in quella
situazione che conosce bene, “La solitudine del giudice” la
chiama: il dover decidere da sola della vita delle altre persone, il
sentirsi addosso il peso e il ricordo di sentenze passate per un
verdetto che ancora le pesava, per i rimorsi..
Che giudice era, lei? Aveva l'umiltà necessaria a chi pretende di giudicare gli altri? [..] Lei era davvero più innocente degli uomini e delle donne sottoposti al suo arbitrio?
Si rischia di arrivare ad un nuovo caso
Bebawi, un vecchio caso di cronaca giudiziaria in cui grazie alle
dichiarazioni contraddittorie, gli imputati (altri “amanti
diabolici”) erano stati assolti.
Ora dopo entriamo anche noi in camera
di consiglio, assistiamo anche noi al rituale del processo penale,
all'incontro scontro di queste persone, tre donne e tre uomini dal
carattere completamente divero.
I riflessivo, l'irruento, l'ingegnere
metodico, la brillante ricercatrice …
Ma fuori da quella stanza dei giurati,
all'interno di una caserma, altri occhi stanno seguendo quel
processo: sono quelli del giornalista televisivo Ferdinando
Coppolecchia, che aveva pure frequentato un anno di università
assieme a Virginia e che ora conduce una trasmissione dove i caso di
cronaca sono raccontati, vivisezionati, dove vengono spremuti i
sentimenti per raccogliere qualche punto in più di share.
Ospiti della puntata dedicata alla
sentenza, la criminologa bionda, il giornalista investigativo e l'ex
magistrato che si dividono equamente i ruoli dell'accusa, di quello
che deve far sorgere dei dei dubbi e l'innocentista.
Ma Antonella e Giulio sono innocenti? E
che fine ha fatto il corpo di Michele? E se non fossero stati loro ad
uccidere l'uomo?
Non c'è spazio per queste domanda,
nemmeno all'avvocato difensore interessa conoscere la verità,
conoscere la storia.
Non interessa all'avvocato difensore,
preoccupato della verità processuale; non interessa alla giuria, che
deve stabilire se Antonella e Giulio sono colpevoli o meno, “oltre
ogni ragionevole dubbio”.
Non interessa nemmeno ai personaggi del
circo televisivo, che si nutrono di quella verità che vogliono
sentirsi dire, come il popolo romano nell'arena che voleva solo
vedere il dolore e il sangue ..
Un bel romanzo, dove la psicologia dei
personaggi ha un ruolo predominante, non solo quella dei membri della
giuria ma, specie nel formidabile finale, anche quella degli
imputati.
Arriveremo anche noi lettori a scoprire
la verità, unici depositari di un meccanismo infernale, un piano
diabolico degno dei personaggi dello scrittore Simenon:
.. racconti di uomini e donne risucchiati dalle ombre del passato, personaggi mediocri, imperfetti, in fuga da se stessi. Esattamente come il protagonista del libro abbandonato da De Benedictis
Nessun commento:
Posta un commento