Per un giorno, lo scrittore Andrea Camilleri è stato al centro delle notizie: dalla mattina, quando la notizia della sua scomparsa è apparsa sui quotidiani online, fino a ieri sera, con la replica dello spettacolo conversazioni su Tiresia (e oggi su tutte le prime pagine).
Speriamo che tutto questo spinga in molti ad avvicinarsi ai suoi libri che vanno oltre la serie, fortunata, del commissario Montalbano (di cui ora uscirà l'ultimo capitolo).
Ha scritto di tutto il maestro: della Sicilia post unitaria (e se volete comprendere le origini della questione meridionale non avete che da leggere La concessione del telefono), su personaggi storici (come donna Eleonora di Mora, moglie del vicerè spagnolo don Angel de Guzman, come Oskar Kokoschka e il suo simulacro d'amore), fino ai gialli contemporanei senza Montalbano ("La rizzagliata") ma non per questo meno interessanti.
Oggi siamo tutti Camilleri, eppure in quanti commentano la sua vita e parlano dei suoi libri, quanti ne avranno mai letti?
Confesso, sono un pochetto geloso di questo "servo encomio": Camilleri è uno scrittore che ha avuto successo in non più giovane età, grazie al successo televisivo del suo Montalbano.
Ha vinto pochi premi, forse perché "colpevole" di essere molto popolare, di aver raggiunto tanti lettori e di essere anche scomodo, perché non nascondeva le sue idee.
Camilleri è stato capace di inventarsi una nuova lingua che non era dialetto, a creare un personaggio inventato eppure reale, in tutti i suoi difetti.
Un personaggio che dopo il G8 di Genova voleva lasciare la polizia, perché disgustato dal marcio, dalla violenza dei poliziotti che non poteva essere colpa di solo poche persone.
Il marcio arrivava dall'alto, da quei politici che sull'immigrazione hanno costruito la propria propaganda.
Ci sono libri di Camilleri che saranno letti, come dei classici, a scuola: dal Birraio di Preston a La gita a Tindari fino a La concessione del telefono, uno dei miei preferiti.
Domani forse quando questa enfasi cesserà, vedremo quanti parleranno ancora del maestro, della sua scrittura, della sua ironia feroce, del suo stile che ha saputo catturare tanti lettori appassionati.
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