Nell'Italia del sovranismo, del prima gli italiani e del fora di ball per chi non rispetta le regole, succede che il consiglio comunale di una città brianzola (Erba - Como) si decida di intitolare una al podestà fascista, Alberto Airoldi, per i suoi meriti culturali.
Caso vuole che sindaco della cittadina sia na nipote di tanto podestà che, dopo l'approvazione delle leggi razziali, aveva scritto un bel libro, "Elenco di cognomi ebraici", da additare al pubblico ludibrio.
A furia di sdoganare, di non voler vedere il ritorno del fascismo, si arriva a questo.
Ma quale fascismo, il fascismo è morto.
Peccato poi che un'operazione della Digos contro formazioni di estrema destra abbia portato ad un sequestro di armi, tra cui anche un missile terra aria..
Sempre in questa Italia succede che un pregiudicato, ex carabiniere, condannato per stalking nei confronti della ex moglie, si presenti nel suo locale e le spari diversi colpi, uccidendola. Prima di spararla le ha detto "Ti ricordi di me?" (ora, dopo la fuga è stato arrestato).
Succede, sempre in questa Italia sovranista, che non sopporta più le violenze e i reati degli immigrati, che un partito di governo sia coinvolto in una (presunta) questione di finanziamento illegale dalla Russia, facendo la cresta su una fornitura di petrolio.
Succede che il ministro del prima gli italiani, del rispetto delle regole, prima cerchi di buttare la cosa in caciara - non ho rubli da nascondere - poi disconosca l'intermediario (sempre presunto) di questa operazione - Savoini chi?, sconfessato dai suoi stessi post in rete.
In questa Italia si può essere sovranisti e allo stesso tempo legati, mani e piedi, agli interessi russi e americani.
Succede che il ministro, sempre quello della sicurezza, risponda stizzito, che lui non ha tempo per occuparsi dei rubli e di questo gossip: lui deve combattere la mafia, deve difendere gli italiani, garantire loro la sicurezza.
Certo, non la sicurezza di Deborah Ballesio e delle altre donne uccide da regolari possessori di armi da fuoco, nonostante le denunce delle donne perseguitate e perfino delle condanne.
Non la sicurezza dei due ragazzini investiti e uccisi da un Suv a Vittoria: il guidatore era ubriaco (e che si è pure permesso di minacciare il giornalista di Repubblica Paolo Borrometi, colpevole di aver denunciato che i funerali affidati a una ditta legata a chi era in auto al momento dell'incidente).
Forse ci meritiamo di meglio di un ministro sovranista che passa più tempo sui social che non al lavoro.
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