29 settembre 2019

La nostra memoria – a 50 anni da Piazza Fontana

Milano dicembre 1969 - i funerali alle vittime della strage della banca dell'Agricoltura

Chi scrive la storia, è stato osservato, per certi versi può essere paragonato a colui che compie un gesto simile a quello della sepoltura: da cioè pace alla memoria mentre ne rivitalizza il ricordo.Permette il sereno congedo dal passato per aprire una nuova pagina nella propria vita.Per parla di ciò che è avvenuto in Italia tra gli anni sessanta e settanta, è dunque arrivato il momento di passare dall'uso del condizionale all'uso dell'indicativo; dalle ipotesi a ciò che si sa per certo. In effetti le inchieste della magistratura si sono spinte molto più avanti di quanto l'opinione pubblica abbia percepito. Se non sempre sono riuscite a trovare le prive definitive per individuare i singoli colpevoli, hanno però identificato con precisione gli ambienti politici da cui la strategia eversiva è nata: i gruppi neofascisti e neonazisti, e in particolare Ordine Nuovo.Gruppi che hanno intrecciato la loro attività con settori dei Servizi segreti italiani e stranieri, delle fore armate, delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e di organizzazioni a cavallo tra la dimensione nazionale e internazionale come la P2, nei suoi ulteriori oscuri intrecci con il mondo della criminalità organizzata.Angelo Ventrone – introduzione del libro L'Italia delle stragi, Donzelli editore

Ma come, siamo ancora qui a parlare di Piazza Fontana, di Italicus, di Piazza della Loggia e delle altre stragi fasciste degli anni settanta?
Certo, siamo ancora qui a ricordare, perché la memoria è un valore da conservare ed è dunque un bene se non ci si dimentichi di cosa è successo negli anni settanta, la strategia della Tensione, i tentativi di colpo di Stato, quelli reali e quelli intentati, la democrazia a sovranità limitata, i gruppi neofascisti usati come manovalanza per interessi superiori.

Quest'anno celebriamo i 50 anni dalla strage di Milano, la bomba messa dai fascisti di Ordine Nuovo all'interno della banca dell'Agricoltura, 17 morti e decine di ferite.
La bomba che è stata la perdita dell'innocenza per questo paese che si illudeva ancora di vivere nel boom economico.
Ricordare significa avere gli anticorpi necessari per difendere la nostra democrazia dai nemici che si nascondono al suo interno: pare strano, ma ancora dopo 50 anni siamo ancora alle prese con movimenti neofascisti che condizionano la vita del paese, con politici che inneggiano all'uomo forte al comando, ai pieni poteri.
Se l'Italia di ieri era condizionata dagli accordi di Yalta, in un mondo spaccato in due, oggi questi vincoli sembrano più sfumati. L'unione europea stenta a definirsi un'unica entità politica che possa sedersi attorno al tavolo alla pari con la Russia, la Cina, l'America. Il mondo sembra ancora attraversato da venti di guerra, per colpa di governanti che usano l'interesse nazionale come arma per guerre che si combattono con eserciti diversi.
Guerre elettroniche, dazi commerciali, inquinamento dell'informazione.

Se siamo sopravvissuti alla stagione delle stragi, delle bombe e del terrorismo nero e rosso - nonostante queste abbiamo condizionato la vita politica del paese (destabilizzare per stabilizzare verso il centro) – è grazie agli istituti democratici di questo paese, i sindacati, la magistratura che ha continuato le indagini, e anche i partiti.

Sono usciti, e usciranno successivamente, diversi libri su Piazza Fontana e sugli anni settanta e cercherò di leggerli tutti, per tener viva quella memoria e affinché, come scrive il professor Ventrone, si possa dare un sereno congedo al passato.

- L'Italia delle Stragi, di Angelo Ventrone, Donzelli
- Piazza Fontana Il processo impossibile Benedetta Tobagi, Einaudi
- La bomba, Enrico Deaglio Feltrinelli
- Piazza Fontana, il primo atto dell'ultima guerra combattuta in Italia, Gianni Barbacetto Garzanti

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