Milano dicembre 1969 - i funerali alle vittime della strage della banca dell'Agricoltura |
Chi scrive la storia, è stato osservato, per certi versi può essere paragonato a colui che compie un gesto simile a quello della sepoltura: da cioè pace alla memoria mentre ne rivitalizza il ricordo.Permette il sereno congedo dal passato per aprire una nuova pagina nella propria vita.Per parla di ciò che è avvenuto in Italia tra gli anni sessanta e settanta, è dunque arrivato il momento di passare dall'uso del condizionale all'uso dell'indicativo; dalle ipotesi a ciò che si sa per certo. In effetti le inchieste della magistratura si sono spinte molto più avanti di quanto l'opinione pubblica abbia percepito. Se non sempre sono riuscite a trovare le prive definitive per individuare i singoli colpevoli, hanno però identificato con precisione gli ambienti politici da cui la strategia eversiva è nata: i gruppi neofascisti e neonazisti, e in particolare Ordine Nuovo.Gruppi che hanno intrecciato la loro attività con settori dei Servizi segreti italiani e stranieri, delle fore armate, delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e di organizzazioni a cavallo tra la dimensione nazionale e internazionale come la P2, nei suoi ulteriori oscuri intrecci con il mondo della criminalità organizzata.Angelo Ventrone – introduzione del libro L'Italia delle stragi, Donzelli editore
Ma come, siamo ancora qui a parlare di
Piazza Fontana, di Italicus, di Piazza della Loggia e delle altre
stragi fasciste degli anni settanta?
Certo, siamo ancora qui a ricordare,
perché la memoria è un valore da conservare ed è dunque un bene se
non ci si dimentichi di cosa è successo negli anni settanta, la
strategia della Tensione, i tentativi di colpo di Stato, quelli reali
e quelli intentati, la democrazia a sovranità limitata, i gruppi
neofascisti usati come manovalanza per interessi superiori.
Quest'anno celebriamo i 50 anni dalla
strage di Milano, la bomba messa dai fascisti di Ordine Nuovo
all'interno della banca dell'Agricoltura, 17 morti e decine di
ferite.
La bomba che è stata la perdita
dell'innocenza per questo paese che si illudeva ancora di vivere nel
boom economico.
Ricordare significa avere gli anticorpi
necessari per difendere la nostra democrazia dai nemici che si
nascondono al suo interno: pare strano, ma ancora dopo 50 anni siamo
ancora alle prese con movimenti neofascisti che condizionano la vita
del paese, con politici che inneggiano all'uomo forte al comando, ai
pieni poteri.
Se l'Italia di ieri era condizionata
dagli accordi di Yalta, in un mondo spaccato in due, oggi questi
vincoli sembrano più sfumati. L'unione europea stenta a definirsi
un'unica entità politica che possa sedersi attorno al tavolo alla
pari con la Russia, la Cina, l'America. Il mondo sembra ancora
attraversato da venti di guerra, per colpa di governanti che usano
l'interesse nazionale come arma per guerre che si combattono con
eserciti diversi.
Guerre elettroniche, dazi commerciali,
inquinamento dell'informazione.
Se siamo sopravvissuti alla stagione
delle stragi, delle bombe e del terrorismo nero e rosso - nonostante
queste abbiamo condizionato la vita politica del paese
(destabilizzare per stabilizzare verso il centro) – è grazie agli
istituti democratici di questo paese, i sindacati, la magistratura
che ha continuato le indagini, e anche i partiti.
Sono usciti, e usciranno successivamente, diversi libri
su Piazza Fontana e sugli anni settanta e cercherò di leggerli
tutti, per tener viva quella memoria e affinché, come scrive il professor Ventrone, si possa dare un
sereno congedo al passato.
- L'Italia delle Stragi, di Angelo
Ventrone, Donzelli
- Piazza Fontana Il processo impossibile Benedetta Tobagi, Einaudi
- La bomba, Enrico Deaglio Feltrinelli
- Piazza Fontana, il primo atto dell'ultima guerra combattuta in Italia, Gianni Barbacetto Garzanti
- Piazza Fontana Il processo impossibile Benedetta Tobagi, Einaudi
- La bomba, Enrico Deaglio Feltrinelli
- Piazza Fontana, il primo atto dell'ultima guerra combattuta in Italia, Gianni Barbacetto Garzanti
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