Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
18 settembre 2019
I due matteo
Opportunismo, spregiudicatezza, voglia di potere, di tenere la scena: i giornalisti de l'Espresso ci avevano visto giusto con quella copertina uscita in agosto.
I due Matteo, quello di centro e quello di destra estrema, i due semivolti affiancati.
Tutti e due hanno scalato i rispettivi partiti, portandoli al governo (e anche a buoni risultati elettorali) ma trasformandoli anche in partiti personali.
Lunedì sera mentre seguivo l'inchiesta di Presadiretta e il suo grido d'allarme sulla sanità pubblica, Renzi e Porta a porta erano le parole in trending topic su twitter.
Capite ora che abbiamo poca speranza, da questa classe politica (e in specie dai due Matteo) che si nutre di sondaggi e di propaganda social?
Qui non è questione di aver nostalgia dei partiti di una volta, non solo almeno: qui si tratta solo di capire in che paese vogliamo vivere, quello del chiacchiericcio politico, della finta rottamazione, delle perenne campagne elettorali, oppure di un paese che torna ad occuparsi di questioni un po' più concrete.
Asili per consentire alle mamme e ai papà di fare figli e lavorare.
Un sistema di trasporti che non si concentri su grandi opere.
E un sistema sanitario che rischiamo di perdere.
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1 commento:
Un Matteo non mi piace, l'altro invece lo stimo e gli rinnovo la mia fiducia.
Sara
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