Questa puntata è dedicata alle Ong, le
organizzazioni non profit che in questi anni si stanno occupando di
salvare e dare soccorso ai migranti che attraversano quella striscia
si mare tra il nordafrica e l'Europa, tra la Libia e la Sicilia.
Quando si parla di Ong di solito si
spegne il cervello e si ragiona da tifosi: sono passate dall'essere
considerate delle organizzazioni che salvano vite umane ad essere
indicate come complici dei trafficanti di esseri umani.
L'espressione "taxi del mare",
inventata da una giornalista embedded al movimento 5 stelle e
ripetuta a pappagallo dal ministro Di Maio (e poi da tutti i
sovranisti) è indice del disprezzo con cui sono considerate queste
organizzazioni.
Sono state aperte inchieste da parte di
diverse procure, che hanno portato a sequestri di navi, ma non sono
mai approdate a nulla di fatte.
Ci sono stati sospetti di contatti, di
accordi.
Ma la realtà è che sono state usate
per la più spregevole delle campagne mediatiche mai viste, in
particolare da parte dell'ex ministro dell'Interno Salvini: più di
una volta, molte di queste navi cariche di migranti in condizioni
disagiate per i giorni in mare, sono state lasciate per giorni fuori
dai porti, per far vedere al mondo che ora la "pacchia è
finita".
Navi, perfino una della marina
italiana, che poi sono state regolarmente fatte sbarcare, quando la
raccolta di like per la linea dura era terminata.
Eppure ancora oggi nessuno è in grado
di dare una alternativa seria e civile al fenomeno della migrazione
dai paesi africani (e non solo): dovrebbero essere navi europee
quelle nel Mediterraneo, dovrebbero esserci corridoi umanitari per
far arrivare in Europa persone in fuga da guerre e carestie e dalla
fame.
Invece, pur di tenere questi migranti
lontano dai nostri occhi, abbiamo pagato dittatori come Al Sisi ed
Erdogan per far i gendarmi per conto dell'Europa.
E così sono nati i lager in Libia, è
nata la guardia costiera libica, formata e finanziata anche con soldi
nostri, che impedisce ai migranti di scappare.
Dalle torture, dalle botte, dalle
violenze.
Cosa sono le Ong?
Il responsabile di una di queste, MSF,
spiega al giornalista di PResa diretta come in quest'anno abbiamo
salvato 80mila persone, mentre il ministro dei selfie li definiva
scafisti istituzionali, che devono finire in galera.
Qual è la verità?
Come siamo arrivati alla
criminalizzazione di persone che si occupano di soccorso in mare?
Tutto è iniziato col 2014, con la fine
della missione europea Mare Nostrum, creata nel 2013 a seguito del
più grave
naufragio davanti le nostre coste vicino al'isola dei Conigli che
causò 366 morti (accertati).
E' stata la paura delle destre xenofobe
ad aver spinto i paesi a tirare indietro le nostre navi.
Così i migranti che per anno hanno
fatto arricchire le cooperative rosse e bianche, sono diventati
invasori, nemici, persone che ciondolano senza far niente tutto il
giorno.
In quel tratto di mare erano rimaste
quasi solo le ONG, che da angeli del mare sono diventati complici
degli scafisti: tutti i partiti si sono resi complici di questo
cambio di facciata contro le ong, dal PD e dalle politiche del
ministro Minniti, al M5S, alla Lega di Salvini.
Renzi, allora segretario PD "che
qualcuno tra le ong non si stia comportando bene, è possibile "
Di Maio: "se si devono fare
operazioni di salvataggio in mare le devono fare le navi della marina
e non le ong, che in questo caso sono accusate di essere dei veri e
propri taxi del mare".
Salvini: "c'è qualcuno che fa
volontariato, c'è qualcuno che fa scafismo .. con la complicità
dell'Italia e dell'Europa, questo qualcuno deve finire in galera. E'
in corso una sostituzione etnica".
"Credo che questo passaggio sia
il frutto di una campagna di delegittimazione e di criminalizzazione
costruita in modo sapiente" - racconta Marco Bertotto di
MSF. "Il loro obiettivo era chiaro, togliere di mezzo le Ong,
impedire che svolgessero la loro attività nel mare, perché quella
attività era intanto una testimonianza. Si era creato un sentimento
di supporto, di sostegno all'azione delle Ong, quel sentimento non
poteva aiutare quello che era il vero intendimento del governo
italiano ed europeo. Cioè bloccare quel flusso a tutti i costi:
anche a costo di perdere delle vite umane, anche a costo di
respingere quelle persone indietro nei centri di detenzione da cui
scappavano".
Nonostante le
testimonianze, i video, le foto, ci sono ancora molti che non
credono che esistano i lager in Libia: perché fa molto comodo
scaricare le colpe sulle Ong e sui volontari.
Giulia Bosetti ha intervistato
Francesca Totolo giornalista (?) de Il primato nazionale: "ma
come, i torturatori sono così fessi da mostrare le torture?".
Giulia Tranchina, avvocata dello studio
legale Wilson Solicitor, racconta di torture, crimini di guerra,
rifugiati costretti a fare schiavi di guerra: l'Europa per questa sua
strategia politica si sta macchiando di violazione dei diritti umani
e potenzialmente anche di crimini contro l'umanità.
La prima inchiesta contro le Ong nasce
dalle denunce di un ex poliziotto, Pietro Gallo, membro della
sicurezza su una nave: c'era il sospetto che ci fosse qualcosa di
poco chiaro - racconta alla giornalista.
L'inchiesta di Trapani ha segnato un
punto di svolta per le organizzazioni che si occupano di soccorso in
mare: da lì in poi è stato tutto un susseguirsi di inchieste,
indagini, sequestri.
Catania, Trapani, Palermo, Ragusa,
Siracusa, Agrigento.
Mentre le procure mettevano sotto
accusa le Ong, decine di volontari venuti da mezza Europa rischiano
fino a 20 anni di carcere per aver salvato delle vite umane.
La scheda del servizio: GUERRA
ALLE ONG
Tra il 2015 e il 2017, nel Mar Mediterraneo navigavano fino a dodici navi di Organizzazioni non Governative che facevano ricerca e soccorso dei migranti in fuga dalla Libia e dal nord Africa.E oggi? La maggior parte di quelle navi sono sotto sequestro o bloccate nei porti per le inchieste della magistratura. Come è accaduto che nell’opinione pubblica le Ong si sono trasformate da angeli del mare a taxi dei migranti, complici dei trafficanti di uomini?
E quali sono le reali conseguenze delle inchieste giudiziarie, delle campagne mediatiche e della linea politica italiana ed europea sulla questione dei soccorsi e dei flussi di migranti nel Mediterraneo? Secondo i dati diffusi dall’Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), la proporzione di persone morte in mare rispetto a quelle partite dalle coste libiche è passata da 1 persona ogni 29 partite nel 2018 a 1 ogni 6 persone di quest’anno.
Un'inchiesta internazionale per fare il punto sulle indagini della magistratura, sul ruolo delle organizzazioni non governative nei soccorsi ai migranti, sui rapporti tra l'Italia e la Libia, sul ruolo della Guardia Costiera libica e una riflessione sulla questione dei diritti umani che coinvolge il nostro Paese e l’Europa intera.
Le telecamere di PresaDiretta hanno viaggiato attraverso i Paesi del Mediterraneo e hanno raccolto documenti esclusivi, testimonianze choc e analisi degli esperti. Un’inchiesta che mette in fila fatti e dati e ricostruisce cosa è accaduto davvero.
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