Incipit
La mattina è gelida, il cielo plumbeo e il collier brilla come un sole estivo sotto i faretti del led.La donna sorride e mostra fiera il monile distendendolo sul panno azzurro.
«Non è splendido? Piacerà moltissimo alla signora che lo riceverà!»
«Ne è sicura?»
«Certo, ogni nostro gioiello è una scultura in miniatura. Questo poi ha incastonato un diamante da diciotto carati con taglio smeraldo. Vede come luccica?»
«Bello davvero. Costerà una fortuna.»
«Oh, ma ne vale la pena, lo sa che le cose più rare al mondo, dopo il buonsenso, sono i diamanti e le perle?»
«Ma non mi dica!»
Su quelle parole l'uomo coi baffi smette di sorridere …
Milano,
tra Natale e Capodanno: mentre i milanesi sono alle prese coi
preparativi per festeggiare l'ultimo dell'anno, due rapinatori che si
fanno chiamare Luglio e Novembre stanno svaligiando la gioielleria
Della Robbia, in pieno centro, tra via Verri e via Montenapoleone.
Sembrano
determinati, veloci, ma non si sono resi conto che il titolare,
rientrando dal bar, si è accorto della loro presenza e ha dato
l'allarme.
Si
iniziano a sentire le sirene per le strade, e così i due ladri
decidono di farsi largo prendendo la commessa come ostaggio: un colpo
di fortuna fa passare un furgone in quel momento e sarà il mezzo con
cui scapperanno dall'inseguimento, una fuga a colpi di pistola che
causerà un incidente pauroso in piazza San Babila. Dietro di loro i
due banditi si sono lasciati una scena da far west, come non si
vedeva da anni a Milano.
Una colonna di fumo sale da un'auto in fiamme, un autobus di traverso in mezzo alla piazza, una vettura schiantata contro la colonna del leone. Una scena che a Milano si è vista poche volte.
Tra
i milanesi in partenza ci sarebbe anche il vicequestore Loris
Sebastiano e la sua ultima fiamma, finché non arriva la telefonata
dell'ispettore Mascaranti
«Mi spiace dottore ..»
La voce è quella dell'ispettore Mascaranti, che in vacanza non ci va mai.«Cosa succede?»
«Un gran casino, dottore. In via Montenapoleone ..»
E
a chi si rivolge il capo della Mobile per farsi aiutare su questa
indagine che gli sta rovinando l'ultimo dell'anno? All'ex giornalista
Enrico Radeschi, blogger e autore per il sito di cronaca MilanoNera,
consulente per la Questura e all'occorrenza anche hacker, appena
rientrato a casa da una operazione “particolare” assieme al suo
amico, Il Danese (incontrato in "Cartoline dalla fine del mondo").
Ora che è arrivato anche quel ficcanaso di Enrico Radeschi, gionalista nonché suo caro amico, in sella alla sua vecchia Vespa gialla, l'indagine può davvero cominciare.
I
due ladri hanno lasciato poche tracce: le telecamere non danno molto
aiuto, forse c'era una punto bianca d'appoggio all'esterno, che si è
dileguata appena le cose si sono messe male. Uno dei due rapinatore è
però ferito: mentre la polizia si muove secondo le procedure del
codice penale, Radeschi si muove a modo suo andando a sentire Antonio
Scimanna, “il mio informatore dei bassifondi”
«Una rapina eclatante come quella di oggi non accadeva dagli anni Sessanta, dai tempi del clan dei marsigliesi di Albert Bergamelli!»
Oltre
ai ricordi della Milano criminale, l'informatore gli dà una dritta
su un medico radiato che potrebbe aver aiutato la coppia. La pista si
rivela utile, peccato però che sul ciglio del Naviglio venga
ritrovato il cadavere del rapinatore ferito, Luglio, freddato da un
altro colpo di pistola.
A
Milano, dal capo della Mobile, si presenta un commissario, anzi una
commissaria, dell'Interpol belga, Jolie De Vos: la rapina di Milano
ha delle connessione con una vecchia rapina avvenuta quindici anni
prima ad Anversa, un colpo milionario messo in atto da un abile
ladro, che però nel frattempo è morto.
Come
è possibile però che ora le stesse impronte siano presenti sulla
scena del crimine milanese? Un ladro fantasma?
L'indagine
di Sebastiani e Radeschi li porta sulle tracce dei ladri, tracce
insanguinate perché sembra che il rapinatore sopravvissuto stia
facendo terra bruciata attorno a sé
Il caso della rapina di via Montenapoleone si sta rivelando sempre più pieno di sorprese. Gioielli rubati per seicentomila euro, tre persone morte di cui due ammazzate a sangue freddo, un latitante in fuga e vecchi fantasmi che sbucano dal passato e arrivano dal Belgio insieme ad altri gioielli rubati ..
Che legami ci sono tra le due rapine?
Quali sono i piani della banda, dei componenti rimasti?
Se lo chiede Radeschi e anche
Sebastiani che si appassiona al caso anche per l'avvenenza del
commissario belga, che mette a disposizione tutto il supporto
dell'Interpol.
Troppe cose non tornano in questa
rapina con troppe morti: l'illuminazione per ritrovare il bandolo
della matassa arriverà, in una giornata nevosa, osservando la
prospettiva della chiesa di San Satiro, in via Torino a Milano
Un'illusione ottica! Una rapida ricerca in rete dissolve ogni mio dubbio: siccome la chiesa presenta una particolare pianta a “croce commissa”, il Bramante ha dipinto così il coro per trasmettere all'osservatore un senso di profondità. Non aveva spazio ma se l'è inventato, ci ha illuso con la prospettiva.
Paolo Roversi ha la
capacità di scrivere romanzi per il lettore: non solo scrive bene,
ma scrive per divertire, per appassionare, per incuriosire i suoi
lettori.
Nei suoi romanzi -
questo è il quinto della serie – abbiamo visto crescere Radeschi
che ora vive in un loft, ha due cani (il vecchio Buck e il piccolo
Rimbaud della cugina), è stato sparato, è dovuto fuggire ed è poi
rientrato nella sua Milano.
Perché in fondo
rimane un Peter Pan con la passione per il giornalismo e una sana
curiosità per il mondo e la sua città, che gira ancora col suo
giallone, la sua Vespa del 1974.
In quest'ultimo libro, Radeschi lascia spazio anche ai coprotagonisti: Sebastiani che
subisce il fascino della commissaria belga; il Danese, il suo amico
cipriota che lo aiutato a Cipro e che ora gli guarda le spalle a
Milano da quella minaccia che da otto anni lo perseguita:
Per otto anni ho vissuto da fuggiasco. Lontano da Milano, dai miei, da Buk, dalle indagini. Da ogni cosa che mi era cara. Per scappare da un nemico che però è ancora sulle mie tracce. Il Danese lo sa e per questo si ostina a farmi da balia.
Non c'è solo la storia della rapina,
in questo libro: oltre alla storia orizzontale, c'è una storia
verticale che passa da libro in libro, la fuga da Hurricane, che da
nove anni gli da la caccia e che gli ha spedito una cartolina dalla
fine del mondo
Una sensazione di pericolo “Sul retro
c'è scritto che mi farà la pelle..”
A proposito del Danese, Radeschi si
troverà coinvolto in una brutta storia con la mafia russa proprio
per colpa del suo amico, di cui scoprirà il lato oscuro e criminale,
con molti colpi di scena.
Alle porte della notte nasce dalla
curiosità del suo autore – dove finisce lo scrittore e dove inizia
il suo personaggio è un altro mistero: se volessi fare una rapina in
via Montenapoleone, come agirei se fossi il rapinatore? Come sfuggire
all'occhio delle telecamere?
A questo spunto, man mano se ne sono
aggiunti altri: l'idea dell'incontro coi criminali russi
all'autogrill, la rapina ad Anversa, l'idea di sviscerare quello
strano personaggio che il Danese (“la sua natura nera mi
inquieta”), voler raccontare alcuni luoghi particolari di Milano
come San Satiro o i locali che si ispirano a quelli del
proibizionismo americano, dove si parla a bassa voce per non attirare
l'attenzione, da cui la denominazione “speakeasy” ..
Alla presentazione del romanzo, alla
Feltrinelli di Milano, Paolo (o era Enrico?) raccontava del suo
essere scrittore
Scrivere non è solo pensare e
scrivere la storia, ma è anche incontrare i lettori, avvicinarli al
libro, far accendere la scintilla.
Col tempo sono diventato metodico,
ho imparato ad uscire dagli inghippi della scrittura, a non bloccarmi
a metà di una storia, come successo col primo libro.
A lavorare con passione, perché
altrimenti non ne vale la pena.
PS: il vice di Sebastiani si chiama
Mascaranti, il medico legale Ambrosio .. si capisce che Roversi ama
il giallo milanese!
La scheda del libro sul sito
dell'editore Marsilio
Il sito di MilanoNera
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