Lo stato di salute del nostri sistema
sanitario e come possiamo salvarlo?
Questo l'argomento della prima parte
del servizio di Presadiretta, dopo un servizio sulle bottigliette
d'acqua.
Prima Sabrina Giannini che ci parla di
cibo in “Indovina chi viene a cena”
Questa sera si
parla di zenzero, una radice che vanta tante proprietà benefiche,
dalla cura del raffreddore, all'emicrania, alla nausea.
Ma come viene
prodotto e confezionato?
La medicina
tradizionale cinese lo tiene in grande considerazione, come una vera
medicina: in Europa è diventato famoso da poco, tra qualche mese
forse sentiremo parlare anche di un nuovo prodotto, le Giuggiole.
In Italia
spendiamo 3 miliardi di euro in prodotti a base di zenzero: ma sono
davvero efficaci o è l'affare del secolo?
Il prodotto viene
controllato alle dogane, a Genova: presenza di batteri o di
contaminanti, che nei controlli mostrati durante il servizio erano
assenti.
Ma la giornalista
ha fatto le sue analisi, prendendo campioni da supermercati e da un
negozio di prodotti biologici: campioni analizzati da un laboratorio
della Federico II.
Alcune radici
possono gonfiate da ormoni, ma non è il caso dei campioni presi
dalla Giannini.
Lo zenzero è un
super food, come la Curcuma? E' vero in vitro, ma non sempre lo è
dal vivo: questi prodotti devono essere assorbiti dall'interstino, ma
per questo c'è bisogno di un “facilitatore”, come il pepe nero
per la curcuma.
Ma ci sono anche
problemi se si assumono troppe dosi di questi prodotti: a maggio la
curcuma è finita sulle cronache, per una storia di epatite C. Ma in
realtà questo prodotto è solo sconsigliato solo se si hanno dei
disturbi, se si hanno disfunzioni epatiche ad esempio.
Servirebbero
regole precise su questi superalimenti, sia in termini di efficacia
sia in termini di controindicazioni, ma oggi le norme seguono il
mercato.
Per curare il
colesterolo bastano tre mele a cena e a pranzo, ma questa dieta porta
ad un aumento degli zuccheri in questi frutti: sarà la commissione
europea che stabilirà se questi fitofarmaci a base di mele si
potranno valere dell'indicazione anticolesterolo.
Ma è una
normativa a maglie larghe, specie se si acquista su internet: in rete
si evocano proprietà non vere, per esempio quelle della pelle degli
squali.
Lo squalene però
si trova nelle creme per pelli invecchiate, ma nelle confezioni di
questi cosmetici non è indicata la provenienza, se derivano dagli
squali, da quali tipi di squali (alcuni sono protetti) o se derivano
da altri pesci.
La settimana
prossima si parlerà di pesce: che pesce mangiamo?
Presa diretta: la battaglia per lasalute (per tutti)
Il sistema
sanitario è un unicum, è universale e gratis: la sanità non è
uguale per tutti, ci sono problemi noti.
Il servizio di
Danilo Procaccianti parte dalle nascite: come si nasce a Torino,
Milano e nelle altre città.
Il Sant'Anna di
Torino è il centro più importante per le gravidanze a rischio:
dall'Italia e dal resto del mondo, qui lavorano per la sicurezza
delle mamme e dei bambini.
Hanno eliminato
esami inutili per liberare risorse per esami più importanti, come il
test sul DNA fetale, meno invasivo.
Elsa Viola è la
migliore ginecologa al mondo e lavora a Torino: col suo team
contribuisce a far nascere bambini in situazioni difficili, come i
bambini nati in modo primaturo.
L'eccellenza si
paga, le macchine in uso in questo reparto sono costose: fa piacere
sapere che nel pubblico si investe nell'eccellenza, ottenendo poi
questi risultati.
Procaccianti è
andato a visitare l'acceleratore nel centro sanitario Cnao a Pavia:
con questo strumento si studiano alcuni tipo di tumore, quelli che
non si possono operare in altri modi perché vicini ad organi, o
perché più resistenti.
Un ciclo di
adroterapia è coperto dal sistema sanitario nazionale, costa 24mila
euro: ad oggi sono stati già curati migliaia di pazienti, come
Marisa, non operabile perché incinta.
Sala controllo ed
emergenze della provincia di Milano: qui gestiscono il Pronto
Soccorso per tutti, italiani e stranieri, ricchi e poveri, tutti
curati allo stesso modo.
Persone che
finiscono negli ospedali milanesi come il Niguarda: qui hanno
organizzato il lavoro in modo ottimizzato per curare il pazienti,
aumentando i turni nel fine settimana per esempio.
Qui si fa il
Triage classico e il Trage avanzato.
C'è poi la choc
room, per le persone con traumi gravi.
Da Milano a
Bergamo: un'equipe sta lavorando per un trapianto di fegato, al
Giovanni XXIII.
Si fanno trapianti
che salvano la vita delle persone, un qualcosa che anni fa era
impensabile.
Questo lo fa la
sanità pubblica, in Italia, senza andare all'estero: in America
senza una assicurazione certe operazioni non sono possibili, qui
invece l'eccellenza è per tutti.
Bergamo è uno dei
migliori ospedali anche per bambini, anche di più organi: Bergamo è
un centro di eccellenza, che cambia la vita di bambini e genitori.
A capo della
struttura dei trapianti c'è il professor Colledan, che merita di
essere citato.
Il sistema
sanitario nazionale ha cambiato la vita degli italiani: lo hanno
ricordato i dottori Ricciardi e Remuzzi, combattenti per la sanità
pubblica.
Ricciardi ha
ricordato che prima eravamo un paese di serie B: “c'era un paese
dove morivano 20 bambini su mille prima del mese di vita, 30 su mille
prima del compimento dell'anno, morivano le madri a seguito del
parto. Eravamo la pecora nera dell'Europa, prima del servizio
sanitario nazionale, che tra le altre cose ha consentito alle donne
di partorire in strutture sicure”.
E' una rivoluzione
che ci ha consentito di diventare un paese tra i più longevi in
Europa.
Giuseppe Remuzzi
ha ribadito il concetto che grazie al sistema sanitario ci alziamo
senza il problema di doverci curare, senza doverci indebitare.
Succede in Italia mentre in America si registrano storie del tipo “no
cash, no heart”.
Siamo un modello
anche per la sanità, la cosa più preziosa che abbiamo.
Ma il sistema non
funziona uguale per tutti: Danilo Procaccianti è andato in
Calabria per raccontare la malasanità in regione.
L'inchiesta
“Malasanitas” ha svelato una brutta storia di malasanità agli
Ospedali riuniti: alcuni medici in una intercettazione parlavano di
alcune morti in ospedale, questi medici avrebbero falsificato le
cartelle per coprire degli errori.
Un'associazione a
delinquere di medici che si coprivano tra loro: una storia che fa
male, che riguarda 12 casi almeno di bambini morti in sala parto.
Solo colpa dei
medici, oppure è colpa anche dei dirigenti dell'ospedale? E
possibile che in regione non sapessero nulla?
Il reportage di
Procaccianti di Danilo Procaccianti è proseguito a Reggio
Calabria: qui l'ASP è stata sciolta per infiltrazione delle cosche,
il marzo scorso. Ora è commissariata per ordine del prefetto: ci
sono debiti per centinaia di milioni di euro, è stato convocata in
piazza una assemblea comunale, dove le persone hanno espresso lo
sdegno di fronte ai loro rappresentanti in comune e provincia.
Per anni si sono
buttati soldi dalla finestra: molti ospedali chiusi sono stati
trasformati in residenze per anziani, trasformandoli in hotel a 5
stelle. Ma molte di queste non sono mai partite, come quella di
Rizzicoli.
Chi paga ora i
debiti, la malasanità, la cattiva gestione a Reggio?
L'ex ospedale di
Taurianova cadeva a pezzi, è stata ristrutturata un'ala ma poi la
struttura che doveva subentrare è stata trasferita a Polistena.
Altri soldi sprecati.
L'azienda
sanitaria di Reggio è proprietaria di molti terreni che oggi sono
finiti a privati per uso capione: un disordine organizzato –
racconta il giudice Gratteri – in un disordine che dietro ha la
ndrangheta.
Del dissento di
Reggio se ne parlava da anni, ma non se ne è fatto nulla: una
questione di arroganza del potere, di massoneria deviata che copriva
i responsabili.
Questa arroganza
deve finire – continua Gratteri: si deve eliminare i guadagni
illeciti nella sanità, per risparmiare soldi utili per le cure.
Santo Gioffré era
un ex commissario dell'ASP: si è trovato davanti a pagamenti doppi,
non dovuti, voleva rimettere a posto i conti, sistemare i pagamenti,
ma è stato cacciato dopo una campagna mediatica contro di lui.
Hanno tirato in
ballo una incompatibilità mai ritirata fuori per altri commissari:
non si dovevano interrompere i doppi pagamenti nei confronti delle
strutture private di Reggio.
Ecco a chi
finiscono i soldi della sanità calabrese: 126 ml di euro di danno
erariale stimato dalla Guardia di Finanza, finiti a privati che si
son arricchiti mentre gli ospedali pubblici morivano giorno dopo
giorno.
Come quello di
Polistena: niente TAC, niente macchina per la risonanza, metà
organico (mancano 87 medici). Stessa situazione a Locri.
E i calabresi che
non riescono a curarsi o vanno fuori regioni oppure vanno in
ambulatori solidali per poveri, dove lavorano volontari: qui si
ripagano con delle microdonazioni.
Remuzzi,
commentando queste storie, parla di due servizi sanitari, quello del
nord che funziona e quello del sud che non funziona: un apartheid che
non ci possiamo permettere, che non dobbiamo accettare.
Tutti i migliori
risultati del nord vanno condivisi con le altre regioni: fare della
Calabria la capitale della salute, questa l'idea di Remuzzi.
Dopo Reggio, anche
l'ASP di Catanzaro è stata commissariata: cosa sta succedendo in
Calabria?
Il presidente
Oliverio era in studio: sono storie che vanno contrastate.
La criminalità ha
molte attenzioni nella sanità – racconta: l'accumulo di debiti
sono oggetto di un contenzioso gigantesco.
Dal 2013 l'ASP di
Reggio non presentava nemmeno i bilanci di previsione: cosa ha fatto
la regione? – ha chiesto Iacona.
L'ASP è stata
sciolta anche negli anni precedenti, la risposta. Si deve ragionare
sugli strumenti per isolare la pubblica amministrazione dalla
criminalità.
Una risposta che
non risponde alla domanda: sono 9 anni che la sanità calabra è
commissariata e la situazione non è migliorata.
Nel 2017 la sanità
calabra ha pagato anche per il turismo sanitario di chi si va a
curare fuori, mentre il debito è aumentato di 70 ml.
Oliverio ha
criticato il decreto Salva-Calabria, quello che gli toglieva la
possibilità di nomine e che doveva rinforzare le strutture: ma per
il debito alto, è stato bloccato il turnover negli ospedali. In
Calabria ci sono mille lavoratori precari, a dicembre si rischia il
collasso.
Si spera
nell'incontro col nuovo ministro per la salute, Speranza: ma serve
che i soldi che arrivano non vengano sprecati, non finiscano nelle
mani di privati.
I tagli al
turnover creano problemi anche al nord: in Veneto Zaia ha
richiamato in servizio medici in pensione.
Colpa della
programmazione di medici a livello nazionale: ne mancano 1300 in
regione e 56mila a livello nazionale, dunque il problema è di tutte
le regioni.
Turni di pronto
soccorsi svolti da un solo medico, di notte.
Organici ridotti
del 50%.
Medici che vanno
in pensione, in numero superiore a quelli che entrano: reclutare
medici nuovi non è facile – racconta il commissario della ASSL
Pedemontana.
Qui hanno
richiamato medici appena andati in pensione.
Il problema della
carenza di medici sta creando problemi nelle code d'attesa, come ha
rilevato lo sportello di CittadinanzaAttiva.
Medici costretti a
lavorare più ore del necessario, medici che devono fare visite in
meno tempo: una situazione che sta esplodendo, come hanno
testimoniato due medici (che hanno scelto di non mostrarsi in video),
alle prese con lo stress da lavoro.
Si chiama burnout
del medico.
C'è un clima di
terrorismo negli ospedali, di intimidazione: Zaia ha spiegato che è
colpa della poca autonomia regionale, del blocco del turnover, perché
i medici nel privato possono essere pagati di più.
Che succederà se
il trend della carenza di medici andrà avanti?
Si arriverà ad
una medicina pubblica low cost (e ad una medicina privata per
ricchi).
In Germania un
medico prende al primo impiego 4500 euro, in Italia si rischia di
rimanere precari a vita, magari diventando un medici in affitto, in una cooperativa.
E forse, in Germania, i
responsabili della malasanità pagano col carcere i loro reati.
Spendiamo meno anche per i tagli subiti dal sistema in questi anni, in pochi scendono in piazza a protestare contro la malasanità, le code, gli ospedali che chiudono.
Spendiamo poco e male, se ci fosse una vera spending review sulle forniture i miliardi da investire in personale verrebbero fuori: ma queste spese nascondono giri clientelari tra i manager delle ASL e i privati, servirebbero commissari fuori dai giri, anche politici.
E, soprattuto, servirebbe un ministro che faccia fattore comune delle buone esperienze, come quella raccontata sul CUP di Pisa, dove hanno diminuito le code per le prenotazioni usando il buon senso e mettendo in rete i medici di base e l'Asl.
Che la politica torni ad occuparsi di sanità pubblica e lasci perdere scissioni, invasioni di migranti e rosari.
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