17 settembre 2019

Presadiretta – la battaglia per la salute

Lo stato di salute del nostri sistema sanitario e come possiamo salvarlo?
Questo l'argomento della prima parte del servizio di Presadiretta, dopo un servizio sulle bottigliette d'acqua.

Prima Sabrina Giannini che ci parla di cibo in “Indovina chi viene a cena”

Questa sera si parla di zenzero, una radice che vanta tante proprietà benefiche, dalla cura del raffreddore, all'emicrania, alla nausea.
Ma come viene prodotto e confezionato?
La medicina tradizionale cinese lo tiene in grande considerazione, come una vera medicina: in Europa è diventato famoso da poco, tra qualche mese forse sentiremo parlare anche di un nuovo prodotto, le Giuggiole.

In Italia spendiamo 3 miliardi di euro in prodotti a base di zenzero: ma sono davvero efficaci o è l'affare del secolo?
Il prodotto viene controllato alle dogane, a Genova: presenza di batteri o di contaminanti, che nei controlli mostrati durante il servizio erano assenti.
Ma la giornalista ha fatto le sue analisi, prendendo campioni da supermercati e da un negozio di prodotti biologici: campioni analizzati da un laboratorio della Federico II.
Alcune radici possono gonfiate da ormoni, ma non è il caso dei campioni presi dalla Giannini.

Lo zenzero è un super food, come la Curcuma? E' vero in vitro, ma non sempre lo è dal vivo: questi prodotti devono essere assorbiti dall'interstino, ma per questo c'è bisogno di un “facilitatore”, come il pepe nero per la curcuma.

Ma ci sono anche problemi se si assumono troppe dosi di questi prodotti: a maggio la curcuma è finita sulle cronache, per una storia di epatite C. Ma in realtà questo prodotto è solo sconsigliato solo se si hanno dei disturbi, se si hanno disfunzioni epatiche ad esempio.

Servirebbero regole precise su questi superalimenti, sia in termini di efficacia sia in termini di controindicazioni, ma oggi le norme seguono il mercato.

Per curare il colesterolo bastano tre mele a cena e a pranzo, ma questa dieta porta ad un aumento degli zuccheri in questi frutti: sarà la commissione europea che stabilirà se questi fitofarmaci a base di mele si potranno valere dell'indicazione anticolesterolo.

Ma è una normativa a maglie larghe, specie se si acquista su internet: in rete si evocano proprietà non vere, per esempio quelle della pelle degli squali.
Lo squalene però si trova nelle creme per pelli invecchiate, ma nelle confezioni di questi cosmetici non è indicata la provenienza, se derivano dagli squali, da quali tipi di squali (alcuni sono protetti) o se derivano da altri pesci.

La settimana prossima si parlerà di pesce: che pesce mangiamo?


Il sistema sanitario è un unicum, è universale e gratis: la sanità non è uguale per tutti, ci sono problemi noti.
Il servizio di Danilo Procaccianti parte dalle nascite: come si nasce a Torino, Milano e nelle altre città.
Il Sant'Anna di Torino è il centro più importante per le gravidanze a rischio: dall'Italia e dal resto del mondo, qui lavorano per la sicurezza delle mamme e dei bambini.
Hanno eliminato esami inutili per liberare risorse per esami più importanti, come il test sul DNA fetale, meno invasivo.
Elsa Viola è la migliore ginecologa al mondo e lavora a Torino: col suo team contribuisce a far nascere bambini in situazioni difficili, come i bambini nati in modo primaturo.
L'eccellenza si paga, le macchine in uso in questo reparto sono costose: fa piacere sapere che nel pubblico si investe nell'eccellenza, ottenendo poi questi risultati.

Procaccianti è andato a visitare l'acceleratore nel centro sanitario Cnao a Pavia: con questo strumento si studiano alcuni tipo di tumore, quelli che non si possono operare in altri modi perché vicini ad organi, o perché più resistenti.
Un ciclo di adroterapia è coperto dal sistema sanitario nazionale, costa 24mila euro: ad oggi sono stati già curati migliaia di pazienti, come Marisa, non operabile perché incinta.

Sala controllo ed emergenze della provincia di Milano: qui gestiscono il Pronto Soccorso per tutti, italiani e stranieri, ricchi e poveri, tutti curati allo stesso modo.
Persone che finiscono negli ospedali milanesi come il Niguarda: qui hanno organizzato il lavoro in modo ottimizzato per curare il pazienti, aumentando i turni nel fine settimana per esempio.
Qui si fa il Triage classico e il Trage avanzato.
C'è poi la choc room, per le persone con traumi gravi.

Da Milano a Bergamo: un'equipe sta lavorando per un trapianto di fegato, al Giovanni XXIII.
Si fanno trapianti che salvano la vita delle persone, un qualcosa che anni fa era impensabile.
Questo lo fa la sanità pubblica, in Italia, senza andare all'estero: in America senza una assicurazione certe operazioni non sono possibili, qui invece l'eccellenza è per tutti.

Bergamo è uno dei migliori ospedali anche per bambini, anche di più organi: Bergamo è un centro di eccellenza, che cambia la vita di bambini e genitori.
A capo della struttura dei trapianti c'è il professor Colledan, che merita di essere citato.

Il sistema sanitario nazionale ha cambiato la vita degli italiani: lo hanno ricordato i dottori Ricciardi e Remuzzi, combattenti per la sanità pubblica.
Ricciardi ha ricordato che prima eravamo un paese di serie B: “c'era un paese dove morivano 20 bambini su mille prima del mese di vita, 30 su mille prima del compimento dell'anno, morivano le madri a seguito del parto. Eravamo la pecora nera dell'Europa, prima del servizio sanitario nazionale, che tra le altre cose ha consentito alle donne di partorire in strutture sicure”.

E' una rivoluzione che ci ha consentito di diventare un paese tra i più longevi in Europa.

Giuseppe Remuzzi ha ribadito il concetto che grazie al sistema sanitario ci alziamo senza il problema di doverci curare, senza doverci indebitare. Succede in Italia mentre in America si registrano storie del tipo “no cash, no heart”.
Siamo un modello anche per la sanità, la cosa più preziosa che abbiamo.

Ma il sistema non funziona uguale per tutti: Danilo Procaccianti è andato in Calabria per raccontare la malasanità in regione.

L'inchiesta “Malasanitas” ha svelato una brutta storia di malasanità agli Ospedali riuniti: alcuni medici in una intercettazione parlavano di alcune morti in ospedale, questi medici avrebbero falsificato le cartelle per coprire degli errori.
Un'associazione a delinquere di medici che si coprivano tra loro: una storia che fa male, che riguarda 12 casi almeno di bambini morti in sala parto.

Solo colpa dei medici, oppure è colpa anche dei dirigenti dell'ospedale? E possibile che in regione non sapessero nulla?

Il reportage di Procaccianti di Danilo Procaccianti è proseguito a Reggio Calabria: qui l'ASP è stata sciolta per infiltrazione delle cosche, il marzo scorso. Ora è commissariata per ordine del prefetto: ci sono debiti per centinaia di milioni di euro, è stato convocata in piazza una assemblea comunale, dove le persone hanno espresso lo sdegno di fronte ai loro rappresentanti in comune e provincia.

Per anni si sono buttati soldi dalla finestra: molti ospedali chiusi sono stati trasformati in residenze per anziani, trasformandoli in hotel a 5 stelle. Ma molte di queste non sono mai partite, come quella di Rizzicoli.
Chi paga ora i debiti, la malasanità, la cattiva gestione a Reggio?

L'ex ospedale di Taurianova cadeva a pezzi, è stata ristrutturata un'ala ma poi la struttura che doveva subentrare è stata trasferita a Polistena. Altri soldi sprecati.

L'azienda sanitaria di Reggio è proprietaria di molti terreni che oggi sono finiti a privati per uso capione: un disordine organizzato – racconta il giudice Gratteri – in un disordine che dietro ha la ndrangheta.
Del dissento di Reggio se ne parlava da anni, ma non se ne è fatto nulla: una questione di arroganza del potere, di massoneria deviata che copriva i responsabili.
Questa arroganza deve finire – continua Gratteri: si deve eliminare i guadagni illeciti nella sanità, per risparmiare soldi utili per le cure.

Santo Gioffré era un ex commissario dell'ASP: si è trovato davanti a pagamenti doppi, non dovuti, voleva rimettere a posto i conti, sistemare i pagamenti, ma è stato cacciato dopo una campagna mediatica contro di lui.
Hanno tirato in ballo una incompatibilità mai ritirata fuori per altri commissari: non si dovevano interrompere i doppi pagamenti nei confronti delle strutture private di Reggio.
Ecco a chi finiscono i soldi della sanità calabrese: 126 ml di euro di danno erariale stimato dalla Guardia di Finanza, finiti a privati che si son arricchiti mentre gli ospedali pubblici morivano giorno dopo giorno.

Come quello di Polistena: niente TAC, niente macchina per la risonanza, metà organico (mancano 87 medici). Stessa situazione a Locri.

E i calabresi che non riescono a curarsi o vanno fuori regioni oppure vanno in ambulatori solidali per poveri, dove lavorano volontari: qui si ripagano con delle microdonazioni.

Remuzzi, commentando queste storie, parla di due servizi sanitari, quello del nord che funziona e quello del sud che non funziona: un apartheid che non ci possiamo permettere, che non dobbiamo accettare.
Tutti i migliori risultati del nord vanno condivisi con le altre regioni: fare della Calabria la capitale della salute, questa l'idea di Remuzzi.

Dopo Reggio, anche l'ASP di Catanzaro è stata commissariata: cosa sta succedendo in Calabria?
Il presidente Oliverio era in studio: sono storie che vanno contrastate.
La criminalità ha molte attenzioni nella sanità – racconta: l'accumulo di debiti sono oggetto di un contenzioso gigantesco.
Dal 2013 l'ASP di Reggio non presentava nemmeno i bilanci di previsione: cosa ha fatto la regione? – ha chiesto Iacona.

L'ASP è stata sciolta anche negli anni precedenti, la risposta. Si deve ragionare sugli strumenti per isolare la pubblica amministrazione dalla criminalità.

Una risposta che non risponde alla domanda: sono 9 anni che la sanità calabra è commissariata e la situazione non è migliorata.
Nel 2017 la sanità calabra ha pagato anche per il turismo sanitario di chi si va a curare fuori, mentre il debito è aumentato di 70 ml.

Oliverio ha criticato il decreto Salva-Calabria, quello che gli toglieva la possibilità di nomine e che doveva rinforzare le strutture: ma per il debito alto, è stato bloccato il turnover negli ospedali. In Calabria ci sono mille lavoratori precari, a dicembre si rischia il collasso.

Si spera nell'incontro col nuovo ministro per la salute, Speranza: ma serve che i soldi che arrivano non vengano sprecati, non finiscano nelle mani di privati.

I tagli al turnover creano problemi anche al nord: in Veneto Zaia ha richiamato in servizio medici in pensione.
Colpa della programmazione di medici a livello nazionale: ne mancano 1300 in regione e 56mila a livello nazionale, dunque il problema è di tutte le regioni.
Turni di pronto soccorsi svolti da un solo medico, di notte.
Organici ridotti del 50%.
Medici che vanno in pensione, in numero superiore a quelli che entrano: reclutare medici nuovi non è facile – racconta il commissario della ASSL Pedemontana.
Qui hanno richiamato medici appena andati in pensione.

Il problema della carenza di medici sta creando problemi nelle code d'attesa, come ha rilevato lo sportello di CittadinanzaAttiva.
Medici costretti a lavorare più ore del necessario, medici che devono fare visite in meno tempo: una situazione che sta esplodendo, come hanno testimoniato due medici (che hanno scelto di non mostrarsi in video), alle prese con lo stress da lavoro.
Si chiama burnout del medico.
C'è un clima di terrorismo negli ospedali, di intimidazione: Zaia ha spiegato che è colpa della poca autonomia regionale, del blocco del turnover, perché i medici nel privato possono essere pagati di più.

Che succederà se il trend della carenza di medici andrà avanti?
Si arriverà ad una medicina pubblica low cost (e ad una medicina privata per ricchi).
In Germania un medico prende al primo impiego 4500 euro, in Italia si rischia di rimanere precari a vita, magari diventando un medici in affitto, in una cooperativa.
E forse, in Germania, i responsabili della malasanità pagano col carcere i loro reati.

Il servizio di Presa diretta è servito a sfatare diverse bugie sul sistema sanitario pubblico: spendiamo meno di altri paesi europei, meno della media OCSE.
Spendiamo meno anche per i tagli subiti dal sistema in questi anni, in pochi scendono in piazza a protestare contro la malasanità, le code, gli ospedali che chiudono.
Spendiamo poco e male, se ci fosse una vera spending review sulle forniture i miliardi da investire in personale verrebbero fuori: ma queste spese nascondono giri clientelari tra i manager delle ASL e i privati, servirebbero commissari fuori dai giri, anche politici.

E, soprattuto, servirebbe un ministro che faccia fattore comune delle buone esperienze, come quella raccontata sul CUP di Pisa, dove hanno diminuito le code per le prenotazioni usando il buon senso e mettendo in rete i medici di base e l'Asl.


Che la politica torni ad occuparsi di sanità pubblica e lasci perdere scissioni, invasioni di migranti e rosari.

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