Anche per cercare di raggranellare
qualche soldo in più, questo governo ha intenzione di mettere una
piccola tassa sulle bevande zuccherate e sulle merendine industriali.
Proposta che ha subito suscitato delle
reazioni, alcune solo strumentali, contro l'idea di uno stato “etico”
che ti impone cosa devi mangiare.
Come se bastassero poche decine di
centesimi in più a cambiare certe abitudini alimentari sbagliate (e
che comportano anche rischi cardiovascolari importanti, se non se ne
tiene conto).
Ma state tranquilli: altro che stato
etico, il nostro stato guadagna dal fumo delle sigarette, dal gioco
d'azzardo. Se nel passato si sono usati i fumatori come obiettivo per
tasse da alzare, beh sul gioco di Stato è proprio difficile cercare
di limitarne la diffusione o addirittura, bloccarla.
Siamo un paese di grandi giocatori: il
gratta e vinci viene addirittura proposto nei supermercati, nelle
ricevitorie si vedono sempre file di persone che cercano la fortuna
raschiando simboli stampati sulla scheda.
Siamo un popolo di giocatori e di
vittime del gioco: la cronaca racconta di persone rovinate dal gioco,
da quella malattia che ti costringe a stare ore davanti la slot
machine (o altre macchine).
Persino nella città de l'Aquila, dove
è andata la giornalista Raffaella Pusceddu: nella città che è
ancora un cantiere ovunque vai ne trovi tante, troppe di sale gioco e
di slot machine.
Gli aquilano nel 2017 avrebbero speso
289 ml per il gioco d'azzardo, 1980 euro pro capite: se succede
questo in una città che ancora deve essere ricostruita, immaginate
che succede altrove.
Nel corso del servizio la giornalista
ha raccolto le testimonianze di persone che soffrono di questa vera e
propria malattia, la “ludopatia”: “ho iniziato a giocare a 14
anni, poi più andavo avanti e più non mi bastava. Allora erano
diecimila lire, poi sono diventate centomila lire .. finché non
mettevo l'ultimo euro non ero soddisfatto. Quello che mi colpisce di
più è la grandissima solitudine che avevo”.
Il gioco è sempre più una malattia se
si tiene conto del numero di persone che si rivolgono al Sert, il
servizio per le dipendenze patologiche del capoluogo abruzzese.
“Ci ha contattato una signora che ha
circa 55 anni, una giocatrice di slot, da una parte chiede di essere
aiutata, però dall'altra parte dice che lei non ne può fare a meno”
- racconta una responsabile del Sert.
Smettere di giocare non è facile,
specie se cerchi di fare tutto da solo: se vai a fare spesa c'è il
supermercato dove mi chiedono se vuoi il gratta e vinci, su internet
ci sono tanti giochi online di cui vedi in televisione tante
pubblicità. “E' il sistema che è così” - l'amara conclusione
di questa persona, alle prese con la dipendenza dal gioco.
Ma nemmeno i bambini sono risparmiati
da questo problema: le sale gioco si trovano pure vicino alle scuole,
costruite apposta vicino alle scuole, dove si trovano anche giochi
per bambini piccoli, alcune propongono giochi di abilità, se sei
bravo vieni premiato, altre sono come le slot degli adulti, si basano
sulla fortuna.
Il bambino si abitua a giocare non per
il divertimento o per imparare – racconta Matteo Iori responsabile
del centro sociale Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia: i loro
genitori pensano che siano giochi simili a quelli che c'erano un
tempo, invece dovrebbero porsi qualche domanda in più quando portano
i loro figli in queste strutture, come quando dicono loro gratta tu
che hai la manina fortunata.
Li si abitua al gioco.
E il gratta e vinci è un gioco,
all'apparenza innocente che però crea dipendenza: è il gioco
preferito dagli italiani, in media in Italia in un anno vengono
grattate 60 schedine al minuto.
I gratta e vinci li trovi ovunque, dal
bar al supermercato, dal tabaccaio all'edicola: ce ne sono alcuni che
costano di più ma che non portano a maggiori probabilità di
vincita, solo il premio è più alto.
Su alcuni la probabilità è di 1 su 2
milioni (per le quote più importanti), per altri di 1 su tre
milioni: è più facile essere colpiti da un fulmine che vincere un
premio importante, racconta Fabio Pellerano (educatore
professionale).
Eppure ci sono persone che arrivano a
spendere 800-1000 euro in una giornata al gratta e vinci: con questo
gioco ci si può ammalare con questo gioco, la giornalista ha
intervistato una persona che viveva coi gratta e vinci, fin dalla
colazione al mattino.
Questa persona si creava degli spazi in
cui, isolato dal resto del mondo, passava il tempo a grattare e a
sperare in una vittoria. Giocandosi tutto quello che aveva,
sperperando tutto quello che aveva in casa, “a quel punto non mi
interessava dove andavo a prendere i soldi, l'importante è che ci
fossero”.
Col gioco d'azzardo lo stato raccoglie
107 miliardi e ne guadagna 10: a chi conviene allora il gioco? Non
agli italiani a rischio di questa nuova epidemia da gioco.
Oslo – la città senza auto
In Norvegia, nella capitale, ci sono
riusciti: vivere senza auto, sposarsi senza auto, con altri mezzi.
Mentre in Italia si fa fatica ad
allargare le ztl, a costruire piste ciclabili che siano sicure per i
ciclisti, la capitale norvegese è diventata un esempio di città
senza auto, che erano responsabili una volta del 70% delle emissioni.
Oggi in centro ci si sposta coi mezzi
pubblici, coi monopattini elettrici o con le bici, perché le strade
appartengono a tutti, non solo agli automobilisti.
“Ci dicevano che chiudendo il
traffico avremmo ucciso il commercio” - racconta Sirin Stav
assessore ai trasporti - “che i negozi avrebbero chiuso uno dopo
l'altro, invece è tutto il contrario”.
Tutta la città è stata pensata per la
rivoluzione elettrica a partire dai bus, le cui stazioni sono anche
punti di ricarica, dove un bus si ricarica in 7 minuti, a 400kwatt.
Sono stati fatti investimenti
importanti per avere una flotta ad emissioni zero, devi iniziare ad
investire oggi: anche i traghetti si muovono con motori elettrici,
come lo saranno i taxi, entro il 2023.
In Oslo si trovano parcheggi gratuiti
per auto elettriche dove viene offerta anche la ricarica gratis:
bisogna agire ora perché non esiste un piano B, ti raccontano qui.
Qui hanno pensato pure alle api, per la
protezione della biodiversità: sono investimenti che si ripagano
sulla spesa sanitaria, tornando tutti a respirare aria pulita.
Perché in Italia, a Milano, Roma,
Torino, Napoli, non facciamo lo stesso?
La
scheda del servizio: VIZIO DI STATO
Italiani, popolo di giocatori. Siamo quelli che giocano di più in tutta Europa, 1 milione e mezzo sono i giocatori a rischio. Slotmachine, gratta e vinci, lotto e lotterie, scommesse sportive, bingo. Ma chi ci guadagna davvero?
Con l’inchiesta “Vizio di stato”, PresaDiretta entra nel mondo del gioco d’azzardo legale. Un giro di affari da 107 miliardi di euro all’anno e lo Stato ne mette in tasca 10,3. E quanto resta invece, nelle tasche dei giocatori?Quali sono i costi per lo Stato della ludopatia? A PresaDiretta l’allarme dei medici che denunciano un fenomeno in crescita costante, una vera e propria epidemia non raccontata. Come fronteggiarla?PresaDiretta ha fatto un viaggio nel mondo del gioco, non solo in Italia ma anche in Francia e a Malta. Il boom dei guadagni, gli algoritmi che decidono chi vince e chi perde, le inchieste della magistratura e le infiltrazioni mafiose nel business del gioco d’azzardo. E infine le storie esemplari di chi ha sconfitto la patologia e si batte per un gioco misurato e consapevole.Nello Studio di PresaDiretta gli ospiti di Riccardo Iacona: il dottor Onofrio Casciani e la sua equipe che formano gli operatori sanitari ad affrontare la ludopatia. Simona Neri, sindaco toscano che da anni gira l’Italia per informare sui rischi del gioco patologico. Filippo Torrigiani, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia che ha realizzato il report sui legami tra criminalità organizzata e gioco d’azzardo.
I cittadini di Tor Pignattara a Roma, che hanno impedito l’apertura di una Sala Giochi h24 nel loro quartiere.E poi l’appuntamento con “Futuro Presente”, le inchieste dedicate al mondo che verrà, con OSLO SENZA AUTO. Oslo, la prima città al mondo che ha deciso di liberarsi del tutto dalle auto. Come si fa a ridisegnare radicalmente una capitale e trasformarla in una città a emissioni zero?“VIZIO DI STATO” e “OSLO SENZA AUTO” Sono un racconto di Riccardo Iacona con Raffaella Pusceddu, Andrea Vignali, Alessandro Macina, Fabrizio Lazzaretti, a cura di Raffaele Marco Della Monica.
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