23 settembre 2019

Il difficile mestiere del giornalista

Immagine presa da qui 

Rispetto a quel 23 settembre 1985, il giorno in cui fu ucciso il giornalista del Mattino Giancarlo Siani, molte cose sono cambiate.
Per esempio la Camorra che voleva trasformarsi in Cosa Nostra (i Nuvoletta erano stati fatti mafiosi) è invece rimasta un gruppo criminale composto da famiglie in guerra capaci solo di spararsi.

Ma è diventato più difficile il mestiere dei giornalisti che vogliono semplicemente raccontare i fatti, analizzarli e dare al lettore una sua analisi.
Il precariato è rimasto, come anche il cottimo, ovvero giornalisti pagati a pezzo.
Sono aumentate le querele temerarie per mettere a tacere i giornalisti "scomodi".

Il risultato è che oggi, diventa sempre più complicato distinguere l'informazione dalla comunicazione social, anche perché sta passando il ragionamento che l'informazione libera si possa non pagare, perché che tanto c'è internet.

Ecco, nel 1985 un ragazzo di 26 anni (che era considerato un giornalista abusivo) è stato ucciso solo perché voleva raccontare delle faide tra i boss, del tradimento dei Nuvoletta, del coinvolgimento della politica ...

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