22 settembre 2019

A big provincialismo


In questi tre giorni sono avvenute diverse manifestazioni in tre continenti del mondo: lo sciopero peril clima, contro i cambiamenti climatici in America, portato avanti dagli adolescenti di oggi preoccupati per il mondo che riceveranno da noi domani.

La manifestazione ad Hong Kong di protesta contro il governo cinese e il timore di finire piano piano inglobati dentro il regime.

Infine la manifestazione (un ritorno) dei gilet gialli a Parigi, che il governo Macron ha riempito di poliziotti per timore degli scontri (avvenuti per l'infiltrazione di black bloc).

Il mondo protesta su temi ambientali, sociali, politici.
Si può essere d'accordo o meno sui temi e sui modi: ma leggendo le cronache locali di quanto sta succedendo da noi viene fuori l'impressione di un provincialismo futile.

La disfida dei due Matteo, che forse avverrà da Vespa o non avverrà proprio.
Il tour elettorale di Salvini e il tour delle feste di partito di Conte, l'eclettico Conte.
La scissione nel PD per un nuovo partito che è socialista giusto per convenienza e che andrà ad affollare il centro.
Il referendum proposto dalla Lega per tornare al proporzionale (dopo che avevano votato per il Rosatellum).

Posso dire che al paese che affronta altri problemi, da quelli della Whirlpool, dalle scuole che cadono a pezzi e senza insegnanti, agli ospedali senza medici, di queste bazzecole non gliene frega nulla?
Come la spieghi la politica italiana ad un osservatore estero?
“In Italy we have a big problem” - parafrasando le parole di Franceschini.
A big problem and a big provincialismo (si può dire?)

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