In questi tre giorni sono avvenute
diverse manifestazioni in tre continenti del mondo: lo sciopero peril clima, contro i cambiamenti climatici in America, portato avanti
dagli adolescenti di oggi preoccupati per il mondo che riceveranno da
noi domani.
La manifestazione ad Hong Kong di
protesta contro il governo cinese e il timore di finire piano piano
inglobati dentro il regime.
Infine la manifestazione (un ritorno)
dei gilet gialli a Parigi, che il governo Macron ha riempito di
poliziotti per timore degli scontri (avvenuti per l'infiltrazione di
black bloc).
Il mondo protesta su temi ambientali,
sociali, politici.
Si può essere d'accordo o meno sui
temi e sui modi: ma leggendo le cronache locali di quanto sta
succedendo da noi viene fuori l'impressione di un provincialismo
futile.
La disfida dei due Matteo, che forse
avverrà da Vespa o non avverrà proprio.
Il tour elettorale di Salvini e il tour
delle feste di partito di Conte, l'eclettico Conte.
La scissione nel PD per un nuovo
partito che è socialista giusto per convenienza e che andrà ad
affollare il centro.
Il referendum proposto dalla Lega per
tornare al proporzionale (dopo che avevano votato per il Rosatellum).
Posso dire che al paese che affronta
altri problemi, da quelli della Whirlpool, dalle scuole che cadono a
pezzi e senza insegnanti, agli ospedali senza medici, di queste
bazzecole non gliene frega nulla?
Come la spieghi la politica italiana ad
un osservatore estero?
“In Italy we have a big problem” -
parafrasando le parole di Franceschini.
A big problem and a big provincialismo
(si può dire?)
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