Di lotta all'evasione ne sento parlare da decenni.
Ci sono i governo che la combattono a colpi di condoni, come i governi berlusconiani.
Ci sono quelli di centro sinistra che la combattono con le voluntary disclorure e con il rilassamento dei controlli.
E poi c'è questo governo che, tanto per cambiare, ripropone la lotta al nero con le novità sul contante (il cui uso vorrebbe scoraggiare) e sulle manette agli evasori (l'anno scorso il m5s ci aveva già provato).
Siamo un paese strano: strilliamo per la tassa contro le merendine, poi non abbiamo nulla da dire contro l'evasione (in tutte le sue forme, da quella piccola a quella più chic delle grandi società del web).
Come i capponi di Renzo (quello di Manzoni), ce la prendiamo con gli immigrati, i ladri di welfare, con la sinistra che mette le tasse, con Greta che rinfaccia ai grandi della terra di non preoccuparsi dell'ambiente (di tutti, non solo di Bolsonaro). Tutto pur di non alzare la testa e cercare di capire le cose.
Chi evade, grande o piccolo, sottrae risorse per scuole, bus, ospedali, per far funzionare la macchina dello Stato.
Se organizzassimo meglio la macchina della sanità pubblica, eliminando sprechi, recupereremmo soldi per assumere nuovi medici, per snellire le code per gli esami..
Significa mettere mano alle piccole rendite parassitarie di questo paese, che coinvolge le regioni e il governo centrale.
Il mondo delle imprese, quello che chiede riforme e infrastrutture (e che aveva come paladino dell'antimafia in Sicilia Antonello Montante), il mondo delle banche e dei professionisti ..
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