18 maggio 2008

La questua: quando ci costa la Chiesa?

Il libro inchiesta di Curzio Maltese sui costi della chiesa ai cittadini (cattolici, islamici e atei) italiani.
Scrive il giornalista "Gli italiani spendono per mantenere la chiesa più di quanto non spendano per mantenere l'odiato ceto politico.
Ma non lo sanno".

Un miliardo di euro dai versamenti dell'otto per mille.
650 milioni per gli stipendi degli insegnanti di religione. 700 milioni per le convenzioni su scuola e sanità.
250 milioni per il finanziamento dei Grandi Eventi. Una cifra enorme passa ogni anno dal bilancio dello Stato italiano e degli enti locali alle casse della Chiesa cattolica.
A cui bisognerebbe aggiungere almeno il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano e oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione europea: il mancato incasso dell'lci, l'esenzione da Irap, Ires e altre imposte, l'elusione consentita per le attività turistiche e commerciali.
Per un totale di circa 4 miliardi di euro, più o meno mezza finanziaria, l'equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all'anno. Una somma (è la stessa Conferenza episcopale italiana a dichiararlo) che solo per un quinto viene destinata a interventi di carità e di assistenza sociale.


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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Nell'esercizio finanziario 2006, gli stanziamenti a favore delle scuole paritarie (non statali, in gran parte cattoliche) furono pari a 566 milioni 810 mila 844 euro. Se improvvisamente il milione e passa di studenti delle scuole paritarie smettesse di frequentare tali istituti per scegliere la scuola pubblica, lo Stato dovrebbe spendere oltre 6 miliardi di euro. E questo, per il fatto che un singolo alunno "statale" costa, mediamente, alla Repubblica italiana dai 6.116 euro (scuola infanzia) agli 8108 euro (secondaria II grado). Per lo Stato è dunque conveniente finanziare la scuola privata. Quanto agli insegnanti di religione, l'85% sono laici, molti con famiglia, quindi destinatari di risorse (leggi, stipendi) che non vanno alla Chiesa o al Vaticano. La Chiesa cattolica è fatta di 1 miliardo e 300 mila fedeli e laici credenti, di centinaia di migliaia di preti, di religiosi, religiose e missionari, impegnati nella difesa dei diritti umani e nell'aiuto al prossimo. Di fatto la Chiesa cattolica è (con 115 mila strutture socio-sanitarie) la più grande Ong impegnata nel sociale: a livello mondiale gestisce 5.500 ospedali, 17 mila ambulatori, 800 lebbrosari, 14 mila case per invalidi, disabili, anziani e malati cronici, 8 mila orfanotrofi, 12 mila asili, 13 mila consultori familiari e 45mila altri centri di aiuto e rieducazione sociale. In Italia la Chiesa controlla 150 ospedali e case di cura, 150 ambulatori, 1800 case per anziani e disabili, 750 tra orfanotrofi e asili nido, 600 consultori, altre 1500 strutture sanitarie. A questa presenza, si affiancano, nel nostro paese e nel mondo, centinaia di migliaia di parrocchie, oratori, strutture di assistenza e centri per l'impiego. Senza contare le scuole (60 mila materne nel mondo, 90 mila elementari, 40 mila secondarie e migliia di univesità). Una realtà, dunque, complessa, capillarmente diffusa, specie nel sud del mondo.La Chiesa dò molto di più di quanto riceva!

Anonimo ha detto...

Neanke ho letto tutto l'articolo, è bello vedere ke c'è gente ke vede solo quello ke vuole vedere.
La domanda quanto ci fa guadagnare il vaticano tramite turismo non ve la ponete? Lavoro nel campo turistico e so bene ke vengono tutti per andare al vaticano, chiese o motivi religiosi. L'italia vive quasi di turismo...fatevi due conti.

alduccio ha detto...

Si, ma quanto guadagna in proporzione il Vaticano dal turismo? Il Vaticano non investe un euro in mobilità, trasporti, infrastrutture, per facilitare il turismo.

Se confrontassimo il dare e avere tra quanto esborsiamo per la Cei e quanto ritorna, saremmo moooolto in negativo, come terstimonia il buco del comune di Roma.
E, in ogni caso, i turisti vanno a Roma non solo per il Vaticano.