01 febbraio 2009

ACAB di Carlo Bonini

ACAB. All cops are bastards di Carlo bonini

Gli scontri del G8 di Genova. L'irruzione alla Diaz e la “macelleria messicana” che ne derivò. La quotidiana lotta contro gli ultras: gli scontri a Catania dove morì l'ispettore Raciti; gli scontri di Roma nella notte in cui un agente uccise il tifoso laziale Gabriele Sandri.
La caccia al romeno dopo l'omicidio della signora Reggiani da parte di Romolus Mailat nel novembre 2007.
Gli scontri di Pianura, contro la riapertura della discarica ...

Quale è il filo (nero) lega tutti questi fatti? La violenza quotidiana, l'odio, che gli uomini che lavorano nei reparti della Celere devono affrontare nel loro lavoro.
Violenza di cui essi stessi vengono contaminati. Lasciati soli dallo stato e dai sindacati, di fronte ai processi, di fronte alle spese, di fronte all'opinione pubblica. Abbandonati e disillusi persino dai vertici della polizia (Andreassi e Murgolo spariti dopo i fatti di Genova sia dalla polizia che dall'inchiesta ), abbandonati anche dalla politica, (di destra) che della loro immagine ne ha fatto spesso uso.

Come vivono questa violenza i “celerini”? Cosa pensano del loro lavoro? Della violenza di Genova? Degli ultras che si ritrovano di fronte?

ACAB ricostruisce la loro vita: quella del poliziotto che si occupa di Ordine Pubblico, quelli che una volta erano chiamati i poliziotti della “Celere”, oggi ribattezzata “Reparto mobile”.

Michelangelo (Fournier), Il drago, Lo sciatto. Quelli che la canzone degli anni 70 chiamava bastards, così come molti degli slogan che vengono sentiti ogni domenica negli stadi.
Senza che la cosa susciti troppo sdegno.
“Mi diverto solo se a morire è uno sbirro” cantano le Teste Matte, i padroni dell'anello superiore della Curva A a Napoli, comandano Pianura, sono collegati (ovviamente) ai clan della Camorra e che hanno partecipato agli scontri di Pianura. Che vedeva coinvolti anche consigliere comunale Marco Nonno (AN), oggi coinvolto nell'inchiesta di Napoli sull'appalto Global Service di Romeo.

Nella fascetta che accompagna il libro, scrive De Cataldo “l'odio non ha spiegazione .. si manifesta tramite il contagio”.
Non è vero: l'odio si spiega con l'ignoranza, con la ghettizzazione, col sentirsi al di sopra e al di fuori della legge.
Isolati, soli: leggetevi quello che raccontano nella chat DoppiaVela; leggetevi della guerra combattuta davanti agli stadi:

E. DA FIUMICINO Io penso che questi degni eredi di quei cattivi maestri che dicevano in piazza "Uccidere uno sbirro non è reato" ci considererebbero picchiatori fascisti anche se andassimo in servizio di Op vestiti di rosa e con un mazzo di fiori in mano.

B. DA PADOVA Quando alcune centinaia di ultras o di autonomi sono schierati a cinquanta metri da te con spranghe, catene, bombe carta e coltelli, io ritengo opportuno fargli così tanto schifo e paura che non devono pensare di poterci attaccare senza lasciarci le ossa!
L'Italia non è uno stivale. È un anfibio di celerino.
Clic.

C'è uno scambio di battute nel finale, tra Michelangelo e un signore di Napoli, che spiega come si è potuto arrivare a tanto con l'immondizia, una città dove hanno governato tutti, destra e sinistra:

- Napoli è un laboratorio. Ed è uno specchio. Se non ti piace quello che vedi qui, prova allora a pensare a come è ridotto il paese. Fammi solo la cortesia di non attaccare la solfa sulle responsabilità di sinistra [..].
- Vorrei tanto capire dove vuoi andare a parare con il tuo ragionamento.
- Non voglio dimostrare nulla. Mi piacerebbe soltanto che tu finalmente guardassi nel fondo delle cose. Il fatto di essere poliziotto non te lo impedisce. Anzi ti dovrebbe aiutare. Fatti qualche domanda Michelangelo. Oggi sei qui qui a dare qualche calcio in culo a chi non vuole aprire la discarica. La domenica allo stadio a non farti linciare da qualche ragazzino gonfio di veleno. Durante la settimana ripulisci alla bisogna i marciapiedi da puttane e clandestini, giusto?
Poi , magari, ci scappa qualche centro sociale, qualche scuola occupata. Assorbi ogni giorno una dose omeopatica di rabbia. Magari in attesa che qualcuno, di tanto in tanto, ti liberi della museruola. Quanto può durare, Michelangelo, eh? Quanto può durare?
- Non credo molto, direi.
- E allora difenditi.
- Come ?
- Magari cominciando a chiamare le cose con il loro nome ..
- A Genova, al processo per il G8, l'ho fatto. E per questo mi hanno annientato.
- Continua a farlo.
- Non so se ne ho ancora la forza e soprattutto ne abbia senso.

Acab è scritto con una frenesia, una scrittura veloce e serrata: non è un libro a favore o contro. È quello che accade, ogni domenica, ogni giorno, ogni volta..

La scheda del libro sul sito della Einaudi.
Alcune discussioni di poliziotti sulla chat DoppiaVela, riportati da Repubblica..
Il link per ordinare il libro su internetbookshop

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