30 novembre 2007

Premio Scerbanenco al Noir in festival 2007


A contendersi il Premio saranno i seguenti cinque libri:
  • Al caffè del silenzio di Giorgio Todde (Il Maestrale, 1082 voti)
  • Il giovane sbirro di Gianni Biondillo (Guanda, 868 voti)
  • Tango e gli altri. Romanzo di una raffica anzi tre di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli (Mondadori, 859 voti)
  • Confine di Stato di Simone Sarasso (Marsilio, 759 voti)
  • Le imperfezioni di Valerio Varesi (Frassinelli, 697 voti)

Il risultato è scaturito dalla somma delle preferenze espresse nel sito dalla giuria popolare (e a ricevere più voti sul sito è stato Confine di Stato di Simone Sarasso) e dai voti della giuria letteraria del Premio Scerbanenco (il più votato dai giurati è Al caffè del silenzio di Giorgio Todde).
La presentazione dei finalisti avverrà il 5 dicembre nelle sedi abituali degli incontri letterari, mentre il premio sarà consegnato al vincitore nel corso del festival al Palanoir.
Il
comunicato qui.
technorati: ,

Il caso Moratti a Milano e l'informazione

Il modo con cui la notizia di ieri, l'istrizione del sindaco di Milano nel registro degli indagati per il reato di abuso d'ufficio, è un caso di studio sullo stato dell'informazione italiana.
TG3 regionale della Lombardia: al fatto in se, le perquisizioni degli ispettori negli uffici del comune, le ipotesi di reato, le persone coinvolte, è stato decicato un minuto abbondante.
Stesso minutaggio dedicato alle reazioni politiche: quelle che ti aspetti. Di solidarietà da una parte, di accusa dall'altra.
Fa eccezzione la Lega, che tra gli alleati fa un distinguo politico, col consigliere Salvini.

Tra le reazioni riportate, quella della Moratti stessa, che ha scelto di non riferire in aula prima di lunedì: il giornalista riferiva che la scelta è stata concordata con l'opposizione.
Falso, visto che l'opposizione del centrosinistra chiedeva un incontro nella giornata di ieri.
Nessun accenno agli stipendi d'oro di superconsulenti che avevano come uniche qualità quelle di essere dei trombati alle elezioni comunali del 2006.

In ogni caso: una notizia vecchia.E già si parla di complotto.

Benigni : Il quinto dell'Inferno

Due ore e mezza, senza interruzioni, senza pubblicità: un lungo monologo, partito da Dio, per abbassarsi a Berlusconi.

E arrivare a raccontarci di questa opera, unica al mondo, il viaggio di Dante all'inferno, raccontato ne La Divina Commedia.
Serviva una serata come quella di ieri sera, probabilmente irripetibile in prima serata, per ricordarci chi siamo, qual'è la nostra natura: noi non siamo solo il paese dei Savoia ("sono il re, mi servono due puttane, da spendere poco"), dei Calderoli, dei Bondi ("falso come un bilancio dell'azienda di Berlusconi"); Buttiglione ("che parla sempre di omosessuali ma secondo me non c'ha neanche il pisello"), dei D'Alema ("ha tre luoghi comuni: ha i baffi, la barca, è intelligente"); dei Berlusconi ("prenditi una settimana di riposo tra un partito e l'altro") ...

Noi siamo stati i padri del diritto, della cultura, della filosofia, della pittura, abbiamo dato un nome alle note musicali ...
confesso che alla fine ho spento la televisione con la testa frastornata, riempita dalle parole (ma come avrà fatto a tirare tutto quel tempo senza andare nemmeno in bagno?) e dalla cultura.
"l'Italia è l'unico paese dove è nata prima la cultura che la nazione".

La nostra cultura: qualcosa di cui a volte ci dobbiamo perfino vergognare.
Un annuncio di servizio: c'è una famiglia piemontese indigente, di immigrati extracomunitari che hanno bisogno di un aiuto. Si chiamano Savoia: mandate un sms al Telethron numero ....

Torniamo alla Divina Commedia: l'amore di Roberto per quest'opera, la più grande del mondo (che viene inculcata ai ragazzi a scuola portandoli ad odiarla), è secondo solo all'amore di Dio testimoniato nei vari Canti.
L'amore di Dio per l'uomo e per la donna, in special modo la madonna (come celebreato nel grande Ultimo canto del Paradiso): ognuno di noi è il protagonista di una storia epica e irripetibile. Dopo la nostra morte, non nascerà altri uguale a noi.

E la vita è il vero bene che l'uomo possiede: possiamo scegliere il male, la strada più breve, possiamo non scegliere (come gli ignavi), possiamo scegliere di seguire il bene.
Nel Quinto canto stanno i lussuriosi, i peccatori di carne, che la ragion sommettono al talento, cioè che hanno fatto prevalere l'istinto sulla ragione.
Il contrappasso prevede che i lussuriosi, non essendo stati in grado di contenere i loro bassi istinti, siano sbattuti da un vento infernale.
Ma ci sono anche i morti per amore: tra cui anche Paolo e Francesca.
E qui lascio la parola a Dante stesso:

« Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense."
Queste parole da lor ci fuor porte. »

Dopo aver letto la Commedia non si guardano più le persone nello stesso modo, diceva Benigni, perché ci insegna che ognuno di noi è protagonista di una storia irripetibile. Ricordiamocelo.

Technorati: , ,

29 novembre 2007

Cicciolina è meglio di Riina


Parola del presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori sulla fiction che racconta la vita di Totò Riina.

D'altronde veramente si può pensare che questo è meglio di questa?
Technorati: ,

All'armi siam tassisti!

Tassisti in sciopero a Roma:
"Decine e decine di auto bianche si stanno riversando su piazza Venezia e sul Campidoglio.
Viabilità in crisi anche sul Lungotevere.
La protesta contro Veltroni non si ferma."

Chi li difende? La Destra di Buontempo e Storace.


Tutto fa brodo quando si tratta di attaccare politicamente il nemico. A prescindere dagli interessi dei consumatori.

Il caso Ahmetovic e le vittime della strada

Marco Ahmetovic ha travolto e ucciso 4 ragazzi, mentre era alla guida di un furgone ubriaco.Ora è agli arresti domiciliari: lo prevede la legge e lo ha concesso il giudice.
Non possiamo scandalizzarci nel vedere le foto del rom a casa.
Anzi, chi ha scattato e pubblicato le foto, ha voluto soffiare sul fuoco dell'intolleranza:
"vedete? vengono in Italia, ci ammazzano e noi li mandiamo anche in vacanza".

E quanto al discorso del diventare testimonial di una marca di Jeans, cosa è peggio? Lui o il signor Alessio Sundas che su questo personaggio ha scommesso (sul sito lo trovate nella sezione artisti):
"La mia è una scommessa - ha dichiarato senza remore il suo agente pubblicitario Alessio Sundas - quella di fare di un assassino una star".


E non è ancora peggio l'ipocrisia di un ministro della Giustizia a due velocità (indagherò sull'operato dei giudici)?
Che blocca la fiction su Graziella Campagna per non disturbare i giudici della corte di Messina (e per non turbare la nostra coscienza).
E poi indaga sui giudici che hanno solo applicato la legge.

Cambiare la legge sugli incidenti stradali?
E magari cambiare anche ministro?

Giusto per rinfrescarci la memoria, leggetevi qualche sentenza (sul sito vittimestrada.org) di gente che ha ucciso altre persone al volante.
Ne parla giustappunto Mario Portanuova, nell'ultimo numero di Micromega:
"Due pesi e due misure" si intitola.
Dove ricorda il caso di Mario Scutti a Guarenna di Casoli:
"Ubriaco, alla guida del suo furgone una sera di quasi estate trasformò il veicolo in enorme proiettile che travolse 5 ragazzi tranquillamente seduti al Bar, ne uccise due, un altro fu gravemente ferito." In passato la patente gli era già stata ritirata per lo stesso motivo.
Technorati:

Amore potere e Vespa

C'è qualche tramissione televisiva dove Bruno Vespa non è andato per promuovere il suo libro "L'amore e il potere"?

E' andato da Giurato, dalla Palombelli, da Ferrara, da Telese, da Baudo da Magalli ...
A Tetris, su la7 è riuscito addirittura a litigare con Telese sulla questione delle intercettazioni.
Dove è arrivato a negare dell'esistenza di intercettazioni dove parlava della puntata di Porta a Porta cucita su Fini.
"Ragazzi impariamo a fare il mestiere ..." minacciava il povero Luca Telese. Patetico.
"Le intercettazioni in questo paese fanno schifo ...": certo, a vedere chi viene intercettato.

28 novembre 2007

Manganelli stamattina m´ha detto

Domanda: se sul G8 di Genova del 2001, non c'è nulla da nascondere, perchè dalle intercettazioni sui vertici della polizia emerge una strategia digensiva dove si coprono l'un l'altro?
Che misteri si devono nascondere? Quale è la ragione di stato da difendere?


«Manganelli stamattina m´ha detto: dobbiamo dargli una bella botta a 'sto magistrato, dice, mi ha accennato che già qualcuno sta pigliando delle carte non proprio regolari»

Da
La Repubblica di Genova (articolo di Massimo Calandri):

Perché i vertici della Polizia di Stato sarebbero pronti a tutto pur di «vanificare» il più delicato fra i processi del G8? Che motivo avrebbero di fare «fronte unico» contro i magistrati che indagano sul blitz alla scuola Diaz, invece di collaborare all´accertamento della verità?

Le centinaia di chiamate intercettate dalla procura di Genova, che per mesi ha ascoltato le telefonate di alcuni super-poliziotti coinvolti nelle inchieste sui fatti del 2001, rimandano sconcertanti scenari. Nelle conversazioni via filo, testimoni ed imputati sembrano elaborare una comune «strategia» difensiva.
Violando alcune regole fondamentali del diritto che uomini dello Stato dovrebbero conoscere meglio di tutti.
Chiacchierando tra di loro al cellulare, i funzionari tirano anche in ballo l´allora capo della polizia Gianni De Gennaro e il suo vice Antonio Manganelli che a luglio ne ha preso il posto. Le frasi sono raccolte nel fascicolo giudiziario aperto su De Gennaro, Spartaco Mortola (all´epoca del G8 capo della Digos genovese) e Francesco Colucci (ex questore della città). I primi due sono accusati di aver indotto il terzo a testimoniare il falso, la richiesta di rinvio a giudizio è prevista entro Natale.

Il 3 maggio scorso, durante il processo ai 29 agenti e super-poliziotti, testimonia Colucci.
Che il 28 aprile racconta a uno degli imputati, Spartaco Mortola, di avere appena incontrato Gianni De Gennaro. Spiega di avergli parlato.
E che a questo punto dovrà fare «marcia indietro».

Il questore parla, senza sapere di essere intercettato: «Il capo mi ha fatto leggere le sue dichiarazioni ai pm, dice: "Tu devi... bisogna che tu aggiusti un po´ il tiro sulla stampa". Però io non so... magari Zucca (uno dei pm, ndr) si incazza...».

Il funzionario in aula cambia effettivamente versione rispetto a quanto dichiarato in un interrogatorio dell´ottobre 2001. Nega che De Gennaro la notte della Diaz gli abbia detto di avvisare il responsabile delle pubbliche relazioni, Roberto Sgalla («Fu una mia iniziativa») e racconta quanto gli ha suggerito lo stesso Mortola.

Il giorno seguente, è al telefono con un amico:
«Alla grande, alla grande! Ho sbaragliato tutti! Il capo mi ha ringraziato, i colleghi mi hanno ringraziato! Perché ho vanificato il processo che sta facendo Zucca da sei anni su quelle sue ipotesi del cazzo! (...) La soddisfazione del capo, non ti dico... sapessi come mi ha ringraziato... ».

Ma il 22 maggio Colucci riceve un avviso di garanzia per falsa testimonianza.
È sbigottito, naturalmente non conosce gli elementi oggettivi -
le telefonate intercettate - nelle mani dei magistrati. L´ex questore è stato convocato in procura.

Preoccupato, chiede consiglio. Poi, al cellulare: «Il capo mi ha detto di non presentarmi: andare da quel magistrato significa essere massacrati, quello è un matto, quello è un mascalzone... ».
Il 24 maggio è ancora al telefono con Mortola, dice di aver parlato con De Gennaro di promozioni.
E aggiunge:

«Manganelli stamattina m´ha detto: dobbiamo dargli una bella botta a 'sto magistrato, dice, mi ha accennato che già qualcuno sta pigliando delle carte non proprio regolari».

Il riferimento è all´esposto presentato contro la procura per le presunte eccessive spese sostenute nel corso delle indagini, tesi poi smentita - conti alla mano - dagli stessi magistrati.
Perché la parola d´ordine è quella:
«Il capo, Manganelli, tutti: mi hanno detto di fare fronte comune per fronteggiare 'sto magistrato».
Secca, ieri sera, la reazione del capo della polizia:

«È stato tradotto liberamente e con linguaggio inappropriato la mia manifestazione di vicinanza e di affetto ad un collega in difficoltà».

Questo clima che tende a nascondere la verità, del far fronte comune contro un altro esponente dello stato, non serve a rendere la polizia più vicina a noi.

Il pallone è mio!

"Non voglio una data ma una fase politica è finita".
In quale paese chi perde decide per tutti?
Il pallone è mio e decido io ...

A furia di frequentare Dell'Utri, il cavaliere continua a fare agli ex alleati proposte che non possono rifiutare.

P.S. stupendi i sexy diniani!!! (grazie Sofri jr. !)

La Rai violentata

Il presidente Petruccioli, commentando le notizie riguardanti le intercettazioni di giornalisti Rai-Mediaset per rendere il servizio pubblico su misura del cavaliere, paragonava la Rai alla Ciociara di Sophia Loren: "La Rai, da sempre - riconosce Petruccioli - è stata oggetto di molestie; qualche volta è stata anche violentata, in modo brutale; e non da uno solo. Come la Ciociara, si è rimessa in piedi e ha continuato a camminare. Capita, purtroppo, che per benpensanti, per brave persone di buoni sentimenti, quella che ha subito violenza, proprio perché l'ha subita, è una puttana e va trattata come tale."

E Mediaset (che poi è Forza Italia, che poi è il cavaliere ) si difende accusando.

Rai sempre più prodiana titola il giornale del cavaliere ....
Le marchette della Rai, invece è il titolo di Vittorio Feltri.
L'accusa? I nuovi dirigenti che non sono stati nominati a Palazzo Grazioli.
O che hanno la colpa di non avere un passato in Mediaset o Forza Italia.
Come Deborah Bergamini.

Il trasmettere per un maggiore minutaggio l'immagine di Prodi non è sufficiente per dire che la Rai è del centrosinistra.
Altri sono i fattori da prendere in considerazione.

Quello che la Rai manda in onda: fiction dove il buono sconfigge il cattivo, giochi e reality. Programmi di approfondimento che si dedicano al gossip,alla cronaca rosa o alla cronaca nera.

E quello che non si manda in onda: le fiction sbagliate (come quella censurata su Graziella Campagna), programmi di informazione, programmi che si occupano di cultura (a meno di non guardare la TV in fascia notturna).

E chiaramente gli ascolti, di questa Rai fatta ad immagine e somiglianza con la TV commerciale, perde ascolti.
E per risollevarsi si affida a Celentano e Benigni. Benigni che andrà in onda in prima serata solo una volta.
Dovessimo abituarci male.

Punire i colpevoli

Unipol: Azione disciplinare per la Forleo

Ciò che è palese alle persone di buon senso, è invece considerato reato per gli astrusi e contradditori giudizi della Cassazione.
Lo stupro è meno grave se la vittima è minorata, se aveva i Jeans, ecc ....

Allo stesso modo, i politici che hanno avuto relazioni con un gruppo di finanzieri d'assalto non erano "consapevoli complici di un disegno criminoso" come scrisse la Gip Clementina Forleo.
Poveretti, ignoravano il disegno criminale (criminale visto che Fiorani, Gnutti e soci sono stati rinviati a giudizio) che stava dietro le scalate.
Peccato che la legge italiana non ammetta ignoranza.
Rimane la domanda se quanto hanno fatto possa essere eticamente accettabile, ma in questo momento, tra Partito Popolare, del popolo, democratico, è quasi un ozioso gioco mentale.

Così il
criminale diventa la Forleo: l'ultimo regalo (la sanzione disciplinare) che questo stato le farà.
Visto il probabile traferimento:
il magistrato ha infatti raggiunto il limite temporale di 10 anni fissato dall'ordinamento giudiziario per le funzioni di giudice per le indagini preliminari e dovrà dunque lasciare l'incarico.
D'ora in avanti, chi oserà mai toccare un politico?

Spendolari lombardi

"trenitalia sta smantellando il servizio in Lombardia" a dirlo non è uno dei tanti pendolari della linee ferroviarie della regione.
E' l'assessore ai trasporti Raimondi.
Oltre ai quotidiani ritardi oltre alla mancata manutenzione e pulizia dei convogli, si aggiunge la soppressione di alcuni treni in fascia serale nelle tratte verso Bergamo e Lecco.
Dopo le nove, non si può tornare a casa in treno. Così si incentiva il servizio pubblico?

Il problema trasporti inizia a diventare (timidamente) anche un problema politico: il sindaco di Vigevano ha dato incarico ad un consigliere comunale di monitorare ritardi e disagi sulla linea Milano Mortara (una di quelle ancora a binario unico, come la mia linea, la Milano Asso delle Ferrovie Nord).

Purtroppo dei disagi dei pendolari, cosa arriva al Pirellone? Cosa arriva a Roma?
Di Pietro "basta dare soldi al buio".

In effetti, quanti di tutti gli investimenti concessi a trenitalia, si trasformano in benefici per i pendolari?
Più che l'alta velocità per andare da Milano a Roma, in minor tempo, servirebbe l'alta affidabilità per arrivare a Milano (e a Roma) dall'hinterland.

27 novembre 2007

Intesa raggiunta ad Annapolis

In un momento di estrema tensione internazionale (in Russia, Libano, in Afganistan per l'offensiva dei Talebani (di cui ne parla la rivista Internazionale), in Pakistan per le elezioni, in Iraq per la guerriglia ancora presente), la notizia dell' accordo tra israeliani e palestinesi ad Annapolis fa tirare un sospiro di sollievo.

Civitavecchia: Greenpeace contro il carbone


Dal sito dei no coke Tarquinia:

Presenti all’iniziativa anche i No-Coke che dopo aver denunciato il Ministro Bersani per non aver riaperto la conferenza dei servizi su TVN, chiedono legalità e risposte in merito alla grande voragine in corso di scavo a largo di Civitavecchia. Azione di Greenpeace alla centrale Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia che Enel sta convertendo a carbone. Cinque climbers si sono arrampicati su una delle gru del cantiere e hanno aperto uno striscione che raffigura un paio di mutande e lo slogan “Kyoto: Italia in mutande” e altri striscioni più piccoli con scritto “no carbone” e “stop CO2”.

Per fermare la protesta è stata messa in pericolo la vita di un’attivista polacca facendo muovere la gru dell’ENEL mentre la ragazza si arrampicava.

Opposti estremismi

Escono assieme, in modo da minimizzare il botto, le notizie del rinvio a giudizio dell'ex capo della polizia, e dell'arresto di due nuove Br a Padova (i vecchi conti che non si chiudono) ..

Così possono scomparire le notizie scomode sulle intercettazioni Rai Mediaset (su di Vespa non c'eravamo accorti ...), le ex inchieste di De Magistris (su Why Not deciderà a breve cosa fare, dice il nuovo PG) che coinvolgevano anche Mastella (che è stato accolto con uno striscione a favore di De Magistris dai giovani di Gela)...

Il criminale non è chi ha fatto del servizio pubblico una sua agenzia di stampa.
O chi ha scalato una banca senza il rispetto delle regole.
O chi è coinvolto in inchieste su un comitato d'affari con mafia, logge massoniche e fondi comunitari.


Il criminale è il magistrato che li denuncia: "La Magistratura oggi e' divisa, una parte della magistratura, se pur piccola ma importante e' andata troppo ad avvicinarsi al potere. Al Ministero della Giustizia".
O che magari riesce a far rientare nelle casse dello stato 94 milioni di euro (sequestrati dal gip Clementina Forleo al banchiere di Lodi).
O il comico che ne parla: perchè dispiace per Napolitano, definito presidente da ospizio, ma dovrebbe stare attento a quello che dice.

La televisione degli ignoranti

Dunque facciamo il punto.
La fiction su Graziella Campagna non può andare in onda.
Per sapere qualcosa di questa vittima della mafia (e della fiction) bisogna andare a Chi l'ha visto?, e non è una battuta.
Durante la trasmissione è stato mandato in onda un pezzo di La vita rubata, che mostrava il fratello di Graziella, interpretato da Beppe Fiorello, che si scontrava coi vertici dei carabinieri per poter far luce sull'omicidio della sorella.
Forse anche per questo non è andata in onda: troppo lontana dagli stereotipi del carabiniere televisivo.

Ma Marcello Dell'Utri sì che può andare in onda (pure lui sotto processo e condannato in primo grado per mafia): può difendersi nella trasmissione di Lucia Annunziata, dalle infamanti accuse di essere membro dell'Opus Dei.

Ieri sera un cantante si permetteva di attaccare la Moratti per lo scempio di Milano.
Parlava del governo Prodi, del nuovo partito di Berlusconi.
Ha parlato anche delle scorie nucleari, problema già sollevato da Report (e anche da Grillo nei suoi show).
Se degli stessi argomenti ne parla Report, nessuna reazione, nessuno share, e lo stesso problema dello scempio di Milano, non esiste.
L'informazione in mano agli ignoranti (come si definisce Celentano).
Non sono più i gornalisti a fare informazione.

Nel frattempo, mentre discutiamo di fiction, televisione, legge elettorale, Garlasco, Cogne, Perugia, Cosa Nostra non sta a guardare.
Raid nella sede degli industriali di Caltanissetta: Montezemolo promette «Fuori gli imprenditori collusi con la mafia».

Ma voi ci credete?

26 novembre 2007

Vita da poliziotto di Carlo Bonini

Ho letto l'articolo di Carlo Bonini, su Repubblica di ieri: parlava della vita da poliziotto, dal di dentro.

Dice Antonio Ti hanno mai pisciato addosso? Voglio dire, hai idea di che cosa significhi sentirti zuppo della
puzza di qualcuno che si tira fuori l’affare e si svuota sulla tua testa, mentre hai l’ordine di startene immobile, con il tuo casco e la tua tuta, nel boccaporto di una curva, perché
altrimenti, il lunedì, dicono che sei stato un irresponsabile a seminare il panico tra chi sta guardando la partita? Eh? Ne hai un’idea? A me è successo nello stadio di Perugia un paio di anni fa e sento ancora il tanfo».


Talvolta, prima di attaccare i poliziotti, bisognerebbe conoscre la vita che fanno.

Report: gli appaltati

Report: gli appaltati.

Le aziende pubbliche (università, ospedali, strutture per anziani) non assumono più. Blocco delle assunzioni: d'altronde dobbiamo diminuire la spesa e i costi del personale sono una delle voci più pesanti.
Ma il lavoro negli ospedali, nelle università deve andare avanti: il problema si risolve appaltando il lavoro ad una cooperativa esterna (non importa il colore). Così ci guadagnano in due: l'azienda con minori costi. Il presidente della cooperativa, che prende appalti sempre alti.
E i lavoratori, soci della cooperativa?
E no: in questo gioco, qualcuno deve perderci. Gli enormi guadagni delle coop (un infermiere è pagato 16 euro/ora, al dipendente ne arrivano 6) finiscono nelle riserve indivisibili, di cui il socio non può godere.
Inoltre, essendo proprio cooperative, non subiscono una tassazione sui redditi (IRES): un affare geniale.

Chi ci rimette è anche il servizio pubblico: ma questo non è un problema. A meno di non dover per forza farsi operrare in un ospedale pubblico.
Non avete i soldi per un privato? Pezzenti.

Mica è colpa dello stato se i conti non sono a posto e le spese dello stato sono alte: intervistato a Che tempo che fa, il ministro dell'enonomia affermava che a qualcosa bisogna rinunciare: ospedali, scuole, trasporti, servizi pubblici.
Scegliete voi, dice il ministro.
Certo guai a parlare di sprechi della politica. Guai a parlare delle spese militari. Guai a parlare degli stipendi d'oro dei manager di stato, delle consulenze fatte fare ad amici (o parenti come nel caso di Mastella).

E la politica e i sindacati, cosa fanno per contrastare questo fenomeno? Fenomano che schiavizza una generazione: che nemmeno si possono chiamare precari (3milioni e 800mila). Sono soci di una cooperativa, senza nemmeno condividerne lo scopo sociale.

Cooperative rosse (di Legacoop come la "29 giugno" che fornisce personale all'università RomaTre) e cooperative bianche della Confcooperative, vicine alla Compagnia delle Opere, i cui principi si fondano sella dottrina sociale della Chiesa di Roma.

Addirittura come direttore generale di Confcooperative siede un monsignore che supervisiona per conto della Cei, la conferenza dei vescovi italiani.
Le coop come Siar (aiuto infermieri per l'ospepale S.Andrea), come Arcobaleno Srl (aiuto infermieri per il Policlinico di Tor Vergata), 29 giugno (università Romatre), Teamservice di E.I., non dovrebbero fornire manodopera: è vietato dalla legge.

Non dovrebbero nemmeno fare contratti come pulitori per persone che svolgono poi compiti delicati come quelli di aiuto infermiere.

Ma per Franco Tumino, per. naz. Coop Servizi, lo sanno tutti, fuorché chi deve controllare sugli appalti.
Come a Roma per la gestione del campo nomadi (appalto alla 29 giugno): gestione appaltata con tanti microcontratti e prorogato di anno in anno per sfuggire ai controlli.

E se poi la torta se la spartiscono tutti, coop rosse e bianche, chi avrà mai da dire: prendiamo il caso di Obiettivo Lavoro
"Obiettivo Lavoro la più grande agenzia di lavoro interinale d’Italia. Obiettivo lavoro dopo essere nata come cooperativa, fondata da Legacoop, Confcooperative e Compagnia delle Opere, diventa S.p.a. e gli azionisti rimangono in due: Tangram e Omnium. Chi c’è dietro? Legacoop e Compagnia delle Opere."

Obiettivo lavoro è entrata quest’anno nell’inchiesta calabrese sulla gestione dei fondi europei. Abbiamo capito che il mondo cooperativo fa riferimento a due grandi mamme: da una parte legacoop, storicamente legata alla sinistra, e dall’altra Confcooperative che include le coop di Compagnia delle opere, un’associazione imprenditoriale, con più di 34.000 imprese fra coop e spa.

Nasce per volontà di don Giussani con lo scopo di favorire “una concezione del mercato e delle sue regole in grado di comprendere e rispettare la persona in ogni suo aspetto, dimensione e momento della vita”.
Don Giussani si sta rivoltando nella tomba.
Technorati: ,

Il lungo intrigo di Alfio Caruso

"Ci hanno sempre ripetuto che la Storia si nutre di misteri, ma non avevano previsto la variante Italia, dove tutto è un mistero. Anche l’unico chiarito nella sostanza, la strage di piazza Fontana nel 1969, lo rimane nella forma.
E l’enorme prezzo pagato all’esser stati per cinquant’anni una democrazia imperfetta: ospitavamo il Vaticano e il più importante partito comunista dell’Occidente. Abbiamo accampato la pretesa di conciliare le prerogative di uno Stato libero e indipendente con l’ingombrante presenza degli Stati Uniti, costretti a sobbarcarsi le spese per garantire la nostra sicurezza nazionale.

Fino alla dissoluzione del comunismo la Penisola è stata teatro della più calda delle guerre fredde. Non eravamo padroni in casa nostra e molti tifavano per gli Stati Uniti o per l’Unione Sovietica riconoscendo nel proprio ufficiale pagatore anche la Patria elettiva."

Chi la racconta agli italiani la storia del nostro paese?
Chi racconto del lungo intrigo che, dalla tenda di Cassibile, arriva fino ai recenti scandali politico-finanziari che coinvolgono finanza, servizi e politica?

Misteri dopo misteri, stragi, omicidi, intrighi, complotti: forse la storia d'Italia sarebbe da riscrivere rispetto a quella che conosciamo; credo che riusciremmo a capire meglio il nostro presente, gli scandali che periodicamente si ripresentano sulle cronache se conoscessimo meglio quelli che si chiamano i “Misteri d'Italia”.

Scandali che vedono dietro sempre gli stessi protagonisti: politici di un certo schieramento, servizi segreti (che vengono poi definiti deviati per ripudiarne la paternità e l'operato), cosa nostra e terrorismi vari. Rossi e neri, perchè a volte i colori si confondono.

Grande paese il nostro: pieno di misteri che suscitano tante domande.
A meno di non voler accettare la verità ufficiale, quella scritta sui libri o magari non scritta: l'aereo che cade da solo, il papa morto per infarto, le Brigate Rosse che agiscono come samurai imbattibili (come scriveva Walter Tobagi) ......

Ma le domande possiamo anche non farcele, accontentarci di quello che ci dice (o non ci dice) le sentenze e vivere felici e contenti: dobbiamo solo decidere in che paese vivere.

Vogliamo gli scheletri nell'armadio, perchè è troppo costoso, imbarazzante fare luce sul nostro passato? Bene: ma non pretendiamo che gli scheletri ci tornino a fare visita.
Il tritolo da mettere sotto il cavalcavia, i brigatisti da proteggere, le bombe sui treni, cosa nostra saranno sempre lì a ricordarcelo.
E se non lo vogliamo fare per noi, per vivere in un paese più democratico, civile, con la coscienza pulita, dovremmo farlo almeno in ricordo delle tante vittime della guerra civile, del terrorismo che abbiamo avuto in Italia.
Da Portella della Ginestra, alle bombe del periodo della strategia della tensione (Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus, strage di Peteano....), al rapimento Moro, alla guerra di Cosa Nostra contro lo stato con le bombe del 92-93, ai recenti scandali affaristico-finanziari.
Salvatore Giuliano, Charles Lucky Luciano, Riina e Provenzano, Dalla Chiesa, Pasolini, i magistrati Falcone e Borsellino, Aldo Moro. Il papa dei 33 giorni, e il cardinale di Chicago Marcinkus.
Oscuri generali dei servizi (ma la servizio di chi?), avvocati e notabili ed eccellenze siciliani che decidono del futuro della Sicilia, cardinali massoni e cardinali più legati ai soldi che all'anima.
I veri protagonisti della storia italiana hanno una faccia sporca.
Come la coscienza di tanti che sanno e per rendiconto personale, per la santissima ragione si Stato, per i patti di alleanza atlantica, per la fedeltà all'alleato americano o per non far arrabbiare la Russia o il pazzo di Tripoli hanno taciuto.

Due sono gli episodi chiave, individuati da Alfio Caruso, le svolte mancate della nostra storia, che forse ci avrebbero portato ad un'Italia diversa, sicuramente migliore.
La strage di Portella della Ginestra (il primo Segreto di Stato), che sancì il primo patto tra cosa nostra, potere politico e servizi americani.
E il rapimento del presidente della DC Aldo Moro, in via Fani: vi siete mai chiesti come sia possibile che, da quasi 30 anni abbiamo accettato come verità storica quello che ci hanno raccontato due brigatisti come Moretti e Morucci?

Dovremmo farci tante, troppe domande. E sinceramente costa: a leggere certe pagine del libro, pur romanzate, dove l'autore si spinge in quel territorio che miscela sapientemente vero e verosimile, vengono quasi i brividi.
Come è possibile? Tutti questi complotti, tutti questi segreti?
Come la triste postilla all'articolo 16 del Trattato di armistizio stipulato nel 1943 tra l'Italia e le potenze alleate, che conterrebbe l'indicazione di numerosi elementi mafiosi cui sarebbe stata assicurata l'impunità.

Io so, scriveva Pier Paolo Pasolini sul corriere, poco prima di essere ucciso.
Ecco: possiamo scegliere se vogliamo sapere anche noi.
Dall'introduzione del libro:
Ma non possiamo sperare di avere un futuro se non chiuderemo i conti con il passato.
Non è più l'ora di processare e condannare i colpevoli, però non è troppo tardi per sapere e capire.


Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Il sito dello scrittore Alfio Caruso.
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25 novembre 2007

Il sereno confronto

Il sereno e pacato confronto tra Silvio Berlusconi e i suoi alleati per il nuovo partito della libertà.

In piazza contro la violenza sulle donne


Ieri a Roma la giornata contro la violenza sulle donne: facciamo uscir di casa l'assassino, lo slogan.
Per le migliaia di donne che quotidianamente subiscono violenza, magari in casa dal compagno, dal marito, nessun decreto d'urgenza da parte della politica.
Anzi, l'unica legge in cantiere, che prevede un inasprimento delle pene e maggiori garanzie alle donne, la Bindi Pollastrini, chissà dove si è impantanata (pare che le norme siano state stralciate in Commissione Giustizia).

Dove sono i galantuomini del Family Day?
O i politici che tenevano comizi sulle baraccopoli dei rumeni?
Non è forse anche quella sulle donne una emergenza di ordine pubblico?
Tutti zitti. I panni sporchi si lavano in casa, in un silenzio. A volte di tomba.

La fiction sulle vittime della mafia non sa da fare

La fiction di Rai1, La vita rubata, su Graziella Campagna, è stata sospesa per non turbare i giudici della corte di Assise di Appello di Palermo.
Dietro intervento del ministro della Giustizia Clemente Mastella su segnalazione del presidente della Corte D'Assise competente.
Graziella Campagna è stata uccisa dalla mafia il 12 dicembre 1985: dopo tutti questi anni, il vero turbamento dovrebbe riguardare i parenti della vittima ...

Scrive Vincenzo Vasile su l'Unità “Uccisa dalla mafia, ma arrestano la fiction”: perchè ci sarebbe da raccontare di depistaggi, protezioni ai killer e ai boss responsabili dell'omicidio, fino ad arrivare ad un magistrato accusato di aver apposta ritardato i tempi delle motivazioni contro il killer Gerlando Alberti. Tornato in libertà per effetto dell'indulto e delle lungaggini processuali.
Ma i solerti ispettori di Mastella hanno archiviato il caso contro quel magistrato (d'altronde non stava indagando su Mastella ...).
Un brutto precedentre, scrive Carlo Lucarelli sul Messaggero, che aveva dedicato unapuntata di Blu Notte al caso di Graziella Campagna.

Così si uccidono le vittime della mafia una seconda volta: costrette, per avere attenzione, ad incatenarsi come hanno fatto la signora Tina Montinaro o a rivolgersi alla trasmissione di Santoro, Annozero.

Perchè in TV finiscono i Riina, i Provenzano, nelle fiction (come Il capo dei capi) che li ritraggono come uomini di potere, idoli, vere icone per educare le nuove leve di Cosa Nostra.

D'altronde se ancora oggi, dopo più di 10 anni, un ex presidente del consiglio, leader (forse?) di una opposizione frammentata (su cui ha lanciato un OPA di aquisto), può permettersi di difendere un mafioso come Vittorio Mangano (“si occupò nenissimo dei bambini”), o un politico condannato in primo grado per mafia come Marcello Dell'Utri (“bibliofilo, membro dell'Opus Dei, fondatore del Bacigalupo”), attaccando i magistrati (guardatevi il video su Annozero), significa che nel versante che della lotta alla mafia abbiamo fatto un passo indietro.
In TV ci vanno solo i mafiosi. Le vittime, per favore rimangano in silenzio.
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Dietro la colletta alimentare

Ieri la giornata della colletta alimentare: dietro questa iniziativa della Onlus Banco Alimentare, ideata per contrastare la nuova povertà, ci sono banche come Intesa San Paolo o gruppi come la Compagnia delle Opere di Saladino.
Insomma, con una mano prendono i soldi e con l'altra si lavano la coscienza.

23 novembre 2007

La balla sulle intercettazioni


Il presidente Napolitano sul segreto istruttorio:
«Le intercettazioni sarebbe bene che restassero dove devono restare, in linea di principio, almeno fino a che c’è il segreto istruttorio».


La solita balla: sono atti depositati per il processo sul crac di Crespi.
Atti pubblici che qualche avvocato difensore ha pensato bene di girare ai giornalisti.
Napolitano dovrebbe preoccuparsi più di quello che si dicevano.

Annozero: ieri, oggi. E domani?

Il caos politico di questi giorni (fumo negli occhi?) si riflette anche nella comoposizione della puntata di Annozero "Ieri oggi e domani" dove si metteva assieme il restyling di Forza Italia con i circoli della Brambilla, assieme ai parenti delle vittime della mafia.

Vittime di serie B, come Antonio Montinaro.
Mentre Costanza, l'autista di Falcone è considerato vittima del terrorrismo , Montinaro, agente della scorta no. Ma la strage sempre quella è.
"io voglio solo quello che mi spetta, quello che è moi, per questo non vado via da Palemo" diceva Tina Montinaro, moglie di Antonio.
Il tutto andrebbe discusso in una puntata più ampia, dedicata a come viene percepito oggi il fenomeno mafioso: Cuffaro indagato per concorso esterno per mafia, che esprimeva solidarietà alle vittime di mafia. Garantiva lui la copertura per i fondi: basterebbe rinunciare a qualcuno dei suoi addetti stampa.

Uno stato che si dimentica delle vittime, che si preoccupa più delle garanzie delle garanzie processuali degli indagati mafiosi, è uno stato che forse la battaglia contro la mafia non la vuole affrontare.Si dovrebbe parlare delle riforme fatte dai vari governi sempre nell'ottica di ostacolare l'azione dei magistrati.
La questione etica che non si è mai voluta affrontare: in parlamento entravano gli avvocati dei boss, entravano in commisisone giustizia, i condannati, indagati, rimanevano lì intoccabili.

Cosa c'entra questo con i Circoli della Liberta?
Serve per ricreare in Italia il clima e la sensazione della ridiscesa in campo dle cavaliere.

L'ossatura dei circoli proviene da Mediaset e Forza Italia, come Giorgio Medail, della TV delle libertà.
Come Salvatore Sciascia, collaboratore di Berlusconi, condannato a due anni per l'inchiesta sulla Guardia di Finanza.
Come Bruno Colombo, ex coordinatore di Forza Italia a Lecco, oggi nei circoli della Brambilla.
Poi magari predicano la moralità della politica.

Il servizio di Nerazzini e Bertazzoni metteva in evidenza i contrasti tra i Circoli della Brambilla e quelli del senatore Dell'Utri:
"la Brambilla mi ha fatto pressioni per entrare in Parlamento. Mi 'ha detto sono la stata la prima die non eletti in Veneto'.Come si fa a dire poi che non ha mai fatto politica".

Come farà il cavaliere a convincere gli italiani che è in atto un vero rinnovamento, con il suo progetto del Partito Popolare degli italiani?
Per fare questo dovrà tenersi stretto le sue televisioni, con le quali fare un nuovo lavaggio del cervello alla massaia di Voghera. Ve lo immaginate al tavolo della nuova Bicamerale con Veltroni? A discutere di riforma del sistema televisivo?

Il senatore Salvi, in studio, era convinto che le prime tre parole che Veltroni dovrebbe dire a Berlusconi dovrebbero essere "Conflitto di interessi".
Questo sarebbe allora il dialogo:
"Parliamo del conflitto di interessi"
"Arrivederci e ciao".

E' questa la nuova politica? O è il solito cambiamento gattopardesco?
Si è parlato anche della questione delle intercettazioni tra i direttori dei Tg che aggiustavano le notizie per favorire il cavaliere quando era al governo.

Alcune notizie venivano offuscate, altre nascoste, altre censurate (come l'incontro del 2003 tra Formigoni e Tareq Aziz, prima dell'attacco americano al regime di Saddam).
Sconfortante vedere come la questione del conflitto di interessi (e la riforma della Rai) rientri in agenda del governo solo per una lotta politica tra Fini e Berlusconi.

Questo è il nostro sistema di informazione. Dove in televisione oggi abbondano fiction e film sulla mafia, ma dove gli sceneggiatori nemmeno si informano bene su chi fossero i poliziotti uccisi.

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22 novembre 2007

Aria di inciucio

Mettiamo insieme un pò i fatti.
Veltroni passa dal maggioritario al proporzionale.
Berlusconi spariglia le carte e rifonda il partito personale.
Minaccia gli ex alleati, che oggi sono costretti alla resa.
Veltroni chiama Berlusconi alla discussione per le riforme .
Gia questo è un problema: di discuterà di riforma del sistema televisivo, del conflitto di interessi, col conflitto fatto in persona.
Si discuterà di giustizia col politico (forse dopo Andreotti) che ha passato i suoi anni di governo a cercare di sviare processi e indagini. Mai visto un innocente darsi tanto da fare ... (diceva Luttazi).

Repubblica tira fuori le intercettazioni sui conduttori dei TG Rai e Mediaset che si mettono d'accordo sulle informazioni da dare. Perchè le tira fuori proprio ora?
Chi ha letto il libro di Travaglio Inciucio, sapeva queste cose da almeno due anni.

A costo di apparire dietrologo: cosa ha fatto scattare la voglia di affrontare il conflitto di interessi (e non una riforma del sistema giustizia che rimetta in moto la macchina, come propone Bruno Tinti nell'ultimo numero di Micromega)?

Questo accordo è percepito da molti come un modo per i due grandi partiti italiani per far fuori le ali degli schieramenti.
La mia impressione è che Berlusconi abbia bisogno di tempo per riorganizzarsi e cerca una sorta di Bicamerale bis: D'Alema ci era cascato in pieno.
Vediamo se Veltroni è più furbo.

Formigoni come Berlusconi

In discussione al consiglio regionale della Lombardia un progetto di legge che faccia da base normativa per un nuovo tipo di contratto di servizio Rai-Regione.
Per esempio stipulando contratti con privati. Insomma anzichè risolvere i noti problemi di inquinamento, traffico, criminalità organizzata (Milano centrale dello spaccio della droga), micropolveri, nanopolveri, tumori, aziende in crisi che chiudono o spostano la produzione all'estero ... qui si pensa di andare in televisione e dire "va tutto bene, madama la marchesa".
Il delfino di Comunione e Liberazione ha imparato la lezione del boss del suo partito
.
L'informazione è il cuore della politica italiana.

Presentazione di Capitalismo di rapina alla Feltrinelli

Capitalismo di rapina (Chiarelettere) Paolo Biondani, Mario Gerevini e Vittorio Malagutti.
Alla Feltrinelli di piazza Duomo ieri si presentava il libro "Capitalismo di rapina" assieme ai giornalisti scrittori Mario Gerevini e Vittorio Malagutti.
Marco Onado presentava il libro come una cavalcata sulle distorsioni gravi (e criminali) di alcuni dei più noti protagonisti delle cronache finanziarie.

"Questo è un libro che fa nascere delle riflessioni, nate leggendo le gesta dei cattivi: Fiorani, Gnutti, Colanninno, Fazio, Ricucci."
Fa riflettere il fatto che il giornalismo di inchiesta sta prendendo sempre più la strada dei libri, per dare consistenza al lavoro quotidiano. Perchè leggendo i quotidiani, si richia di perdere il filo conduttore delle inchieste. Se non si mettono in fila i fatti cronaca, uno dietro all'altro, si perde il quadro d'insieme del capitalismo di rapina protgonista delle scalate dell'estate del 2005.
Alcune domande: perchè nessuno mai, nel capitalismo italiano, ha comprato le azioni di Olivetti nel periodo 97 - 99, ostacolando l'impresa di Colaninno?
I bresciani (Gnutti, Colaninno e soci) sono stati più intelligenti?
I giornalisti, in merito alle scalate alla RCS, hanno fatto il loro dovere, hanno difeso il fortino?Sarebbe bello raccontare anche il capitalismo di rapina in guanti gialli che in questi giorni sta causando il crollo dei titoli di borsa. Oggi c'è un problema grave di un capitalismo che ti rapina senza violare la legge.
Le risposte le trovate nel libro, se avete voglia di trovarle.
Il punto è la debolezza del nostro sistema capitalistico, in mano a poche famiglie legate da patti reciproci, senza alcuna concorrenza tra loro, troppo debole, familiare, miope rispetto ai cambiamenti sociali in corso, incapace di prendersi i rischi senza l'aiuto dello stato.
Un capitalismo che tende all'arricchimento dei pochi a discapito dei molti.
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21 novembre 2007

Souvenir di Porta a Porta

Il sabot-zoccolo di Cogne (e anche il mestolo di rame).
La bici di Garlasco.
Il coltello di Perugia (con cui sarebbe stata uccisa Meredith).

Per non parlare del contratto con gli italiani, sempre firmato a porta a porta.

Parola di Dilbert

What a career in engineering is about ...

Indietro Savoia

I Savoia chiedono allo stato un rimborso di 260 ML di euro per l'esilio.
E i danni a noi italiani, chi li paga?
Per le migliaia di morti in Russia, in Africa. I soldati trucidati dopo l'armistizio dell'8 settembre a Cafalonia, deportati nei campi di concentramento ...

Tra i motivi della richiesta di risarcimento illustrati nella lettera e spiegati da Emanuele Filiberto ci sarebbero i danni morali dovuti alla violazione dei diritti fondamentali dell’uomo stabiliti dalla Convenzione Europea per i 54 anni di esilio dei Savoia sanciti dalla Costituzione Italiana. Secca e immediata la replica del Governo attraverso il segretario generale della presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, che spiega che il Governo non solo non ritiene di dover pagare nulla ai Savoia ma che pensa di chiedere a sua volta i danni all’ex famiglia reale per le responsabilità legate alle note vicende storiche.

Note vicende che si possono leggere dai libri di Alfio Caruso.

Vittorio Emanuele Savoia è rientrato in Italia nel 2002, è riuscito ad entrare nelle cronache del belpaese per una storia di slot machine e di prostituzione d'alto bordo.

Il famoso Savoiagate e lo scandalo Vallettopoli (se ne era parlato ad Annozero), sul quale ha indagato il pm
Henry John Woodcock.
Indagini sulle quale aveva estpresso il suo disappunto il Gip Tufano davanti al CSM , sul quale stava indagando un altro pm, Lugi De Magistris, per l'inchiesta Toghe Lucane. Strano, no?
Buon sangue non mente: specie quando si tratta di sangue sporco.

Alcune dichiarazioni di sua volgarità:
« Anche se avevo torto... devo dire che li ho fregati. È davvero eccezionale: venti testimoni, e si sono affacciate tante di quelle personalità importanti. Ero sicuro di vincere. Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga. »

« Questi giudici sono dei poveretti, degli invidiosi, degli stronzi. Pensa a quei coglioni che ci stanno ascoltando: sono dei morti di fame, non hanno un soldo. Devono stare tutto il giorno ad ascoltare, mentre probabilmente la moglie gli fa le corna. »
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L'accordo segreto sull'informazione

La rete segreta del Cavaliere che pilotava Rai e Mediaset titola repubblica.
Emerge dalle intercettazioni per l'indagine sul crac Hdc di Crespi (il sondaggista di Berlusconi) di un accordo Rai - Mediaset, sul come gestire le informazioni, per favorire l'allora presidente del consiglio.
Grazie, ma ce ne eravamo già accorti.

Qui parte dei verbali sulle intercettazioni telefoniche della GdF, sul consulto Del Noce-Rossella sulle elezioni.
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20 novembre 2007

Tragedie a confronto

La tragedia in Bangladesh scatena la solita corsa agli aiuti: sms, donazioni ..
Bangladesh, forse 15 mila morti e parte la corsa per gli aiuti ..

Peccato che molto più vicino a noi, stia avvenendo un'altra tragedia, che suscita meno interesse mediatico.
Tragedia umanitaria in Somalia: migliaia di sfollati in fuga dalla guerra.
Da Mogadiscio un esodo di almeno 170mila persone

Pare che quello che sta avvenendo in Somalia sia peggio del Darfur.
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Cosa avranno mai fatto di male i pendolari?

Il pendolare sa che la mattina si deve alzare presto e correre, se vuole prendere il treno.

Come la gazzella nella savana.
Se devo fare la fine della gazzella, datemi la savana, non l'inferno del treno tutte le mattine.
Cosa avremo mai fatto di male noi pendolari, per meritare questo?

Riporto da Il pendolare:
Le notizie preoccupanti di questi giorni ci hanno spinto a formalizzare la richiesta di riapertura del confronto con la Regione. Non dimentichiamo infatti che il 31 dicembre scadranno i Contratti di Servizio, e che, per quanto riguarda i servizi regionali, l'ultima parola spetta alle Regioni.

Queste potranno decidere se e quanto "coprire" le esose richieste di Trenitalia, ovvero lasciare di fatto ogni decisione al monopolista, di cui sappiamo quanto interessi fornire un servizio di trasporto dignitoso.

Vi ricordate il quadruplicamento alla Bovisa (parlo delle Ferrovie Nord Milano)?
Fatto il V-Day +1, con tanto di ministro, presidente di regione ed assessore (costo 600000 euro)?
Il nodo è sciolto, dicevano ....

Ecco: sono passati due mesi e il servizio non è affato migliorato.
Abbiamo gli stessi ritardi di prima, i treni sono di un anno più vecchi, e aumenteranno pure le tariffe.
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Milano non rispetta nemmeno i morti

L'inchiesta di Bernardo Iovene a Report, nell'ultima parte, riguardava i parcheggi sotterrani costruiti nella zona di S.Ambrogio e della Darsena.

Nella più importante necropoli romanica dle I sec. a.c. si costruirà un parcheggio sotterraneo, quando già ne sistono altri nella zona, per di più vuoti.
E la Chiesa? E i cattolici? Cosa ne pensano di questa profanazione, nella zona dove S.Ambrogio stesso seppellì i primi martiri?
Quello che si dovrebbe chiamare sacrilegio è in realtà una bella e buona speculazione.
E non basta sentire Sgarbi lamentarsi, perchè nessuno lo ascolta.
Quale è la penale per non fare i parcheggi? 1,6 milioni di euro. Forse conveniva prima a pensarci.C'entra qualcosa il fatto che il costruttore si chiami De Albertis e che sia il fratello dell'assessore alla salute, Carla De Albertis?

Meditate, milanesi, meditate ....
Perchè costruire parcheggi vuoti, in una zona di interesse storico, quando nello stesso quartiere ne sono già presenti altri?
Si chiamano tangenti, costruite mettendo in piedi un cartello tra i costruttori: un appalto a me, uno a te ...
Technorati:

19 novembre 2007

La mia libreria


Libreria, originally uploaded by funicelli.

Ho comprato la macchina fotografica nuova: la Panasonic Lumix DMC TZ3. La prima foto è dedicata al caos dei libri sulla scrivania.

Report: cara madunina

Report: cara Madunina
A Milano chi sta gestendo il nuovo sviluppo edilizio, nelle aree della ex fiera, nella zona ex Bosco di Gioia, nella zona ex Varesine?
I costruttori edilizi, che sfruttano il territorio fino all'ultimo metro cubo, senza considerare l'impatto ambientale di quanto tirano su, senza costruire appartamenti in edilizia convenzionata, senza costruire servizi come scuole, asili, per gli abitanti dei nuovi cantieri.

E il comune? Sta a guardare: Albertini, responsabile dello scempio dei parcheggi e dei box sotterranei (mentre tutte le città vanno alla riduzione dei parcheggi per incentivare il mezzo pubblico) non concede interviste.
Aveva i poteri di commissario straordinario per il traffico, per risolvere i problemi dell'inquinamento: cosa ha fatto?
Secondo l’OMS Milano, insieme al sud della Polonia, ha il primato europeo per le polveri sottili. Sull’emergenza traffico l’ex sindaco Albertini aveva chiesto e ottenuto da Berlusconi i poteri straordinari e cosa ha fatto: ha regolamentato la sosta e costruito tanti parcheggi sotterranei, ma come e dove lo ha deciso da solo nel 2003. 70 sono stati fatti, 30 sono in corso d’opera e un centinaio sono stati approvati.

La sciura Moratti, poverina deve cedere ad interessi di altri, secondo Sgarbi spiritualmente sarebbe contraria, ma ha le mani legate. Ma nemmeno lei concede interviste.

Non concede interviste nemmeno il governatore Roberto Formigoni.
Di Comunione e Liberazione come i vertici dell'ente Fiera, il presidente Roth (nominati da Formigoni stesso) è espressione di CL, che è un grande centro di potere.
Di comunione e liberazione è anche l'assessore allo sviluppo del territorio del comune di Milano, Carlo Masseroli.

Di chi ha fatto gli interessi il comune di Milano? Dei milanesi o dei costruttori?

L'accordo tra ente fiera e comune siglato nel 1994 era ben diverso:
La nuova fiera è stata trasferita dal centro in periferia.
Così il vecchio recinto va giù e l’area ritorna alla città. Così era stato previsto nel ‘94, quando c’è stato un ampliamento.
Per far accettare ai cittadini l’impatto dei padiglioni che si infilavano nel quartier,e era stato siglato un accordo di programma che diceva: quando andremo via di qua faremo consistenti aree a verde.


L’accordo era stato siglato fra ente fiera, regione e comune. Le giunte cambiano, l’ente fiera non c’è più, al suo posto una fondazione privata che ha preso quell’accordo e lo ha trasformato in un’altra cosa.

City Life, la società che ha vinto l'appalto per la costruzione nella ex fiera, costruirà una torre di 215 metri e 3 grattacieli di cui uno a forma di banana.
Su una base d’asta di 310 milioni di euro, City Life ha offerto 523 milioni ed ha vinto.
Ma in corsa al bando c'era anche il progetto di Renzo Piano che aveva un migliore impatto ambientale e restituiva il parco alla città.
Ma non ha vinto.Costruirà anche un parco interno al gruppo di costruzioni, costruito sopra i box per le auto: un parto con alberi finti, come la città che hanno in mente.

Perchè una città è composta da persone di diversa estrazione culturale e sociale: chi entrerà invece nelle nuove costruzioni che hanno un prezzo di 7000 euro al metro quadro?

Dunque a Milano si torna a costruire, la città è in mano ai proprietari dei terreni e secondo gli urbanisti sono loro a decidere il piano di sviluppo.
GIUSEPPE BOATTI -PROFESSORE DI PROGETTAZIONE URBANISTICA POLITECNICO DI MILANO
Nessuno pensa al fatto che la sommatoria di queste operazioni immobiliari produrrà, tra 20 anni, tra 30 anni, tra 40 anni, un sistema completamente invivibile.


Chi è il costruttore che ha in mano il futuro di Milano?
Si chiama Salvatore Ligresti: sono suoi parte dei terreni su cui costruire; fa parte della società City Life (un raggruppamento composto da Generali, Ras, Lamaro e la Progestim di Ligresti).
Sue le costruzioni fatte negli anni 80 (della Milano da bere dove i socialisti ci hanno mangiato sopra) in periodo di emergenza alloggi.

Un costruttore invischiato nelle indagini di tangentopoli.
Arrestato nel 1992 per abuso d’ufficio a scopo patrimoniale in relazione alla vendita di questi 2 palazzi al Ministero delle Finanze:
DAL TG LOMBARDIA DEL 16/07/1992
“Gli interessi di Salvatore Ligresti non conoscono confini. In 20 anni di attività, Mr. prezzemolo alias Signor 5% per la sua abitudine di acquisire partecipazioni, ha costruito un impero da 4 mila miliardi partendo dal nulla. I suoi soci si chiamano Pirelli, De Benedetti, Ferruzzi. Ligresti fa parte del sindacato di controllo di Mediobanca”.
“Le attività del gruppo Ligresti si estendono inoltre nel settore della sanità privata in Lombardia e in quello alberghiero in Italia. Il gruppo Ligresti ha inoltre realizzato gran parte del cosiddetto Piano Casa di Milano, la costruzione cioè di migliaia e migliaia di alloggi di edilizia economico-popolare per contenere l’emergenza sfratti nel capoluogo lombardo”.


Si scopre poi che alcuni alloggi costruiti in convenzione da Ligresti, non sono stati affittati in equo canone: chi doveva controllare il rispetto delle convenzioni (cioè il comune) non lo ha fatto e il Sunia ha fatto causa e l'ha vinta.L’immobiliare lombarda dovrà restituire a tutti gli inquilini la differenza fra il canone corrisposto e l’equo canone dovuto.

Tecnicamente si chiama truffa.
Poi c'è la storia del residence (Ata Hotel) che nei patti doveva essere un alloggio per studenti, invece era finito come hotel a 4 stelle.
Dopo varie interrogazioni dell'opposizione l'albergo è stato affittato all’università Bocconi a prezzi di convenzione (250 euro a camera; come hotel fruttava al gruppo Ligresti 2700 euro al mese). Altra truffa.

Poi c'è il progetto CERBA (Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata), nella zona agricola dle parco sud, sui terreni di Ligresti: Veronesi ci mette la faccia e Ligresti vede i suoi terreni passare da zona agricola a zona edificabile. E il presidente Formigoni da la sua approvazione.

Altra speculazione probabile sarà per il progetto Expo 2015, nella zona del parco di Trenno. 14 miliardi di euro di finanziamento pubblico. Anche quest'area fa parte di una società legata al gruppo finanziario riconducibile alla famiglia Ligresti.

Luigi Offeddu ha poi raccontato dello scandalo dei funzionari del comune, pagati però dalle ditte che dovevano controllare, col compito di sorvegliare i cantieri in città per box, scavi, parcheggi ...
"Il problema è che ogni giorno sui giornali di Milano si legge di qualche parcheggio bloccato, per ragioni legali, per sfasci tecnici, di cittadini che protestano per i prezzi raddoppiati ecc...
Quindi forse vigilavano benissimo ma erano stipendiati dai vigilati e questo è un elemento di dubbio quanto meno!"
Le sorti di Milano sono in mano a queste persone: che hanno certamente pagato i conti con la giustizia. Ma che sicuramente non faranno gli interessi di Milano e dei milanesi.

Che città ci dobbiamo aspettare nei prossimi anni?

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Cavaliere: non te reaggae più

Falso il partito e falso anche il bilancio.
Mediaset: falso in bilancio, prescrizione per Berlusconi e Confalonieri.

Pm: Mediaset,
frode fiscale fino a 2003
Processo su compravendita diritti tv, per la procura il reato per Berlusconi e Confalonieri va esteso fino a 2003.
Importante l'estensione fino al 2003, visto che l'ipotesi i reato fino al 2000 è già caduta in prescrizione grazie alla legge ex Cirielli (altro regalo che si è fatto da solo).

E cosa titolano i suoi giornali di corte?
"Invitiamo tutti a venire con noi contro i parrucconi della politica in un nuovo grande partito del popolo. Chiediamo a tutti di mettere da parte ogni timore ed ogni remora: questo è quello che la gente vuole"
(Silvio Berlusconi, Il Giornale online, 18 novembre 2007).


Aveva ragione Rino Gaetano quando cantava:
nuntereggae piu'(rino gaetano)


abbasso e ale'
nuntereggae piu'
abbasso e ale'
nuntereggae piu'
abbasso e ale' con le canzoni
senza patria o soluzioni
la castita'
nuntereggae piu'
la verginita'
nuntereggae piu'
la sposa in bianco il maschio forte
i ministri puliti
i buffoni di corte
ladri di polli
super pensioni
nuntereggae piu'
ladri di stato e stupratori
il grasso ventre dei commendatori
aziende politicizzate
evasori legalizzati
nuntereggae piu'
auto blu sangue blu

La seconda discesa in campo di G. Stella


L'incantatore di serpenti ci riprova.
Gian Antonio Stella parla della sua ridiscesa in campo.
A questo uomo non manca il coraggio dellla sfida.

O forse sarebbe meglio dire che conosce bene gli italiani, avendoli bene educati con le sue televisioni.
A questo punto, come Biagi, Montanelli, anche Stella finirà nel novero dei giornalisti comunisti da allontanare?

Chiedeva agli aspiranti candidati forzisti di sottoscrivere le seguenti parole:
«Dichiaro
1) di non avere carichi pendenti
2) di non aver ricevuto avvisi di garanzia
3) di non essere stato e di non essere sottoposto a misure di prevenzione e di non essere a conoscenza dell’esistenza a mio carico di procedimenti in corso...».

Sono passati, da allora, quasi quattordici anni. Tre più di quelli passati da Nikita Krusciov alla guida del Pcus, due più di quelli trascorsi da Helmut Kohl alla testa della Germania, due più di quelli vissuti da Franklin Delano Roosevelt alla Casa Bianca. Per carità, nessun parallelo.
Ma tre lustri sono un’era geologica, in politica. Lasciano il segno. E se Forza Italia è rimasto un partito legato al «centralismo carismatico », come spiegò un giorno Cesare Previti, è difficile sostenere che non sia rimasto infettato da quelli che un tempo il Cavaliere considerava virus della «vecchia politica».
Quella che gli faceva dire: «Torno a Roma. Torno nella cloaca». Basti ricordare come, dopo l’iniziale richiesta di immacolatezza, siano stati via via imbarcati uomini come Gianstefano Frigerio, vecchia volpe dicì milanese che, condannato a vari anni di carcere in diversi processi di Tangentopoli, fu eletto tra gli azzurri in Puglia dopo un lifting anagrafico con cui si era dato il nome d’arte di Carlo Frigerio. O Alfredo Vito, il famigerato «Mister Centomila Preferenze» cui Paolo Cirino Pomicino ricorda 22 condanne per corruzione.
O ancora Gaspare Giudice, del quale i magistrati di Palermo chiesero invano l’arresto considerandolo «a disposizione» del presunto boss di Caccamo, Giuseppe Panzeca. Certo, lui si considera ancora, come disse un giorno, «Biancaneve in un mondo che non è una fiaba».
E non ha perso occasione, in questi anni, di sfogarsi contro i riti della rappresentanza che, «tra convegni, congressi e funerali » lo facevano stare male perché gli pareva di «pestare l’acqua nel mortaio».

Ma ovviamente questi ragionamenti si sciolgono di fronte agli opinionisti del regime che, per dirla con una battuta, la buttano in vacca:
È successo quello che avevamo previsto.
La Casa delle Libertà è crollata. E ciò che fa ridere è la causa: un problema di gnocca.

Alla fine è sempre un problema di figa.