18 dicembre 2015

Le colpe dei figli

Per giustificare l'operato del ministro, minimizzare la situazione che se non di conflitto di interesse è almeno di imbarazzo, si è usata la formula
"le colpe dei padri non ricadono sui figli".

Poi, a leggere la risposta del deputato Carbone (ovviamente via Twitter) alle parole del collega Di Battista, viene da pensare il contrario
"Figli di fascisti, sciacquatevi la bocca" - così risponde.

Cosa c'entra il padre, allora?
Siccome il padre del ministro ha malgovernato (così dice Bankitalia) allora Di Battista cosa dovrebbe rispondere?

La mozione di sfiducia riguarda degli episodi specifici nel comportamento del ministro: tirare in ballo maldicenze o invidie è disonesto intellettualmente.
Era presente o meno ai CDM dove si discuteva di leggi che impattavano la banca di cui era azionista (anche se solo per mille euro), dove lavorava il padre?
L'azione del governo ha in qualche modo aiutato le banche e in particolare banca Etruria?

E poi, giusto per essere coerenti: la legge Frattini sul conflitto di interessi la si ritiene sufficiente per gestire questi casi? Perché se faceva ridere ai tempi di B. il solo fatto di non essere presente al consiglio dei ministri, dovrebbe far ridere anche oggi.
Cosa è cambiato da quando, nel passato, si chiedeva ai ministri (di Letta, di Berlusconi) di dimettersi per motivi di opportunità politica (a prescindere dalle valutazioni della magistratura)?

Rondolino risponde all'editoriale di Travaglio dove parlava del ministro: contro-rispondo solo ad alcuni.
Il decreto salva banche non costerà ora alle casse dello stato, ma alle banche è stato concesso uno sgravio sul pagamento delle tasse dal governo. Si parla di 4 miliardo.
Il governo doveva agire, dubito che avrebbe potuto lasciar fallire quattro banche, nel "suo" territorio, senza fare nulla (come nel caso del crac del banco Ambrosiano).

Sulla questione dell'onorabilità, Travaglio racconta come nel consiglio del 16 novembre "il governo aggiunge alla norma europea una clausoletta (articolo 35 comma 3) che quella non prevede in materia di responsabilità degli amministratori. E, secondo alcune interpretazioni, rende più difficile per azionisti e singoli creditori l’azione di responsabilità per chiedere risarcimenti ai manager, ai membri dei Cda e ai commissari delle banche. Compreso papà Boschi, ex vicepresidente
di Etruria. Che, grazie alla mancata equiparazione dello scioglimento di una banca al fallimento, non perde neppure i titoli necessari per andare ad amministrarne
un’altra".

Questione di interpretazione, dunque. Possiamo anche fidarci del governo, come sulle norme della delega fiscale, sul jobs act.
Il governo poteva fare chiarezza, rendendo più stringente la norma europea.

Roberto Rossi, il pm di Arezzo che indaga su Banca Etruria ed è anche consulente del governo, è stato nominato da Letta. Non significa niente, è in una situazione di conflitto (anche se a breve scade l'incarico).

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