14 dicembre 2007

La guerra nascosta

E' in corso una guerra nascosta, che si combatte con la pubblicazione, da parte di alcune testate (Repubblica) di intercettazioni che riguardano i piani alti della Rai.

Questa guerra potrebbe portare ad un riasseto del paese, che passa (guarda caso) attraverso il riassetto televisivo.
Che non impatta solo la gestione della Rai, da sottrarre alle mani del governo.
Da canisciolti "Il patto della frittata":
"Ma anche la conquista di quelle risorse pubblicitarie che l’approvazione del Ddl Gentiloni libererebbe dalle mani di Mediaset, favorendo la crescita delle piccole tv e la creazioni di nuovi potentati via etere: forse proprio quello a cui ambisce l’editore di Repubblica, Carlo De Benedetti. "

“Quel disegno di legge - furono più o meno queste le parole di Confalonieri - rappresenterebbe la perdita di almeno un terzo del fatturato di Mediaset. Se volete risolvere il problema Rai dovete dire ai vostri che devono affossare la riforma del sistema”.
Leggetevi la chiave di lettura che viene data, che permette di capire il perchè certe intercettazioni escono proprio adesso; del perchè dell'articolo di Giuseppe D'Avanzo; del perchè Berlusconi grida al complotto; dell'implosione della Cdl e di quanto sta avvenendo tra Pd e Forza Italia.

Dietro le polemiche e i tanti distinguo tecnici - e un po’ noiosi - che stanno accompagnando in questi giorni il dibattito politico sul sistema elettorale da adottare per schivare l’ombra di un referendum che sarebbe devastante per tutta l’attuale classe dirigente politica, aleggia solo ed esclusivamente la necessità di Berlusconi di portare a casa la morte politica del riassetto del sistema tv.

In pratica, si sta ripresentando uno scenario che abbiamo già visto con la Bicamerale e con la legge Gasparri. Che sull’onda di un’emergenza – che in questo caso è la ricerca di una nuova legge elettorale - si metterà da parte, ancora una volta, la soluzione di due dei problemi che rappresentano il cancro della nostra democrazia: il riassetto del sistema tv e la conseguente legge sul conflitto d’interessi. Ma stavolta a fermare questo film già visto troppe volte, si è inserito il partito di Repubblica.
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Ma non vorremmo che alla fine, per raggiungere un accordo sulla legge elettorale, si scegliesse ancora una volta di dimenticare in un cassetto il riassetto del sistema tv e, soprattutto, la legge sul conflitto d’interessi.

L’editore di La Repubblica di sicuro sta facendo un gioco pesante e non certo in nome del bene superiore del Paese, ma almeno qualcuno si sta adoperando perché non finisca sempre allo stesso modo, con le aziende del Cavaliere al sicuro e l’Italia con l’ennesima porcata elettorale da gestire in nome della salvaguardia della sua impresentabile classe politica.
La Repubblica gioca sporco, per carità, ma verrebbe da chiedersi chi ha cominciato per primo e continua a dire, spudoratamente, di lavorare “per il bene del paese” senza confessare mai di agire solo per il suo.

Al partito di Repubblica risponde il partito del cavaliere, che ha molte sponde anche nel Corriere, come potete leggere nel fondo di P. Battista "I professionisti del rifiuto" (che si rifà ad un articolo di Sciascia, citato da Battista stesso ad inizio 2007 per riattaccare il pool di Palermo e imagistrati che indagano sui politici).

"È la maledizione della Seconda Repubblica: la sistematica ripulsa etica di chi pensa che, nella democrazia italiana, la competizione non debba sfociare nell'altrui annientamento."

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