« [...] la società nella quale ci costringete a vivere e che noi vogliamo distruggere, è tutta costruita sulla violenza: mendicare la vita per un tozzo di pane è violenza; la miseria, la fame a cui sono costretti milioni di uomini è violenza; il denaro è violenza; la guerra; e persino la paura di morire che abbiamo tutti ogni giorno, a pensarci bene, è violenza. »
[Bartolomeo Vanzetti, anarchico italiano, ucciso nel 1927 dal governo degli Stati Uniti].
Chissà perchè, ascoltando le parole del papa, nel suo discorso domenica, mi sono tornate in mente queste parole, pronunciate da Vanzetti, davanti governatore Fuller e al procuratore Katzmann, nel presentare la sua domanda di grazia.
Colpevole perchè anarchico e italiano. Accusato, assieme a Nicola Sacco, di un omicidio durante una rapina, in base a prove inconsistenti.
Mi associo alle parole di auspicio del pontefice Benedetto XVI: pace e giustizia, vorremmo trovare sotto l'albero come regalo per il prossimo anno.
Giustizia per le famiglie degli operai morti a Torino alla Thyssen Krupp e per tutti gli operai costretti a lavorare sotto ricatto, in condizioni disagiate, senza tutele.
Giustizia per le vittime della malasanità in Calabria (ma anche nel resto d'Italia). Certo, se si delegittimano e spostano i magistrati che indagano sui comitati d'affari, poi è difficile fare luce sulle cause ...
Giustizia per le vittime di Cosa nostra e per chi è condannato a vivere sotto la paura del racket, della violenza, del pizzo. Chiusi 6 impianti della Calcestruzzi Spa in Sicilia, per infiltrazioni mafiose.
Giustizia per le 700 persone del campo di Eboli: immigrati marocchini, sfruttati come lavoratori in nero.
Giustizia per l'ambiente, perchè come scriveva Goethe “gli alberi non crescono fino in cielo” e perchè il consumo genera denaro, ma provoca anche povertà.
E infine giustizia anche per noi italiani: costretti ad assistere alle dichiarazioni imbarazzanti di chi (dovrebbe) far politica.
Tanto per capire l'abbassamento del livello morale ed etico, ieri a Controcampo Mughini parlava di “barbarie delle intercettazioni”. Proprio come l'altro ex comunista presidente della Camera.
Il governo di garanzia lo vogliamo noi italiani, ma per garantirci da voi che ci governate.
Siamo noi quelli da tutelare: noi che non parliamo con boss mafiosi, con banchieri scalatori, senza rispetto per regole e mercato; con raider di borsa che guadagnano milioni di euro in plusvalenze. Mentre si chiede ai lavoratori maggiori flessibilità, minori garanzie, minori stipendi.
Anche questa è violenza. Anche questa è ingiustizia.
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