E' un virus che si sta allargando: quello dei politici che scoprono che è successo loro qualcosa a loro insaputa.
Il primo è stato Scajola, che si è trovato la casa vista Colosseo pagata a sua insaputa ("se scopro quello che me l'ha pagata ..").
Poi è arrivato il sottosegretario Malinconico con le sue vacanze all'Argentario.
Ultimo caso della serie potrebbe essere il governatore Formigoni, il governatore dei quattro mandati .
L'ex collaboratore di Massimo Ponzoni (di cui la procura ha chiesto il suo arresto per bancarotta) Franco Pennati ha scritto in una missiva che gli avrebbe pagato vacanze e barche, ma Formigoni nega.
"L'immobiliare Mais ha pagato varie volte noleggi di barche e vacanze esotiche allo stesso Ponzoni e al suo capo Formigoni".
Formigoni risponde "Macché barche e gioielli Io nemmeno li conosco".
Ma non ci sono solo storie di case e vacanze.
Ci sono anche i contatti tra politica e mafia, anche al nord, sempre a loro insaputa ("mica l'hanno scritto in faccia che sono ndranghetisti").
L'inchiesta di Presadiretta sulla mafia in Liguria e Piemonte (dopo gli arresti nati dall'inchiesta Minotauro) ha raccontato le storie di alcuni politici locali che si sarebbero rivolti ai boss della ndrangheta (questo dice l'accusa) per la raccolta dei voti.
L'ex sindaco di Leinì Nevio Coral, arrestato con l'accusa di voto di scambio, si sarebbe rivolto proprio ai boss (Vincenzo Argirò, capo della crimine locale) per fare eleggere il proprio figlio come sindaco (carica che evidentemente li si passa da padre in figlio). Boss che avrebbero ricevuto in cambio appalti per la costruzione di interi quartieri.
"A Torino lavoraramo indisturbati" ha raccontato nella puntata il pentito Varacalli: la ndrangheta ha potuto costruire con appalti pubblici case e quartieri. Persino nel centro commerciale Le Gru, da dove è partita la discesa in campo di Berlusconi, lavoravano le ndrine (ma sempre ad insaputa dei politici).
Mentre si ripeteva che a Torino la mafia non c'è, nel bar di Giuseppe Catalano si incontravano il boss di Torino Giuseppe Catalano con i politici Claudia Porchietto e Fabrizio Bertot (entrambi non sono indagati).
Non sapevano chi fossero le persone che hanno incontrato.
Stessa risposta ricevuta dal giornalista di Presadiretta dal deputato Mimmo Lucà, che si rivolse (per le elezioni a sindaco di Torino) a Salvatore De Masi, padrino di Rivoli. Sempre a sua insaputa.
Se iniziassero a sapere qualcosa i nostri politici, dei loro finanziatori, delle persone a cui chiedono voti (prima che lo scopra la magistratura), non sarebbe meglio?
Nessun commento:
Posta un commento