Il comunismo l'abbiamo archiviato (se si esclude qualche nostalgico alla Rizzo). Ma la lotta di classe, no: quella è continuata in questi anni, ma in modo rivesciato.
La lotta dei ricchi e dei privilegiati contro i poveri e gli "sfigati" (visto che va di moda).
Ne parla sul Manifesto Galapagos con l'articolo "Chi non paga la crisi":
"È una piramide con una base sempre più larga e un vertice più sottile quella che emerge dai dati di Bankitalia sulla distribuzione dei redditi e della ricchezza. Solo un paio di dati: nel 2010 il 14,4% della popolazione.."
L'indagine di Bankitalia parla chiaro: crescono i poveri rispetto a 10 anni fa e la ricchezza è concentrata nel 10% delle famiglie italiane.
Dal rapporto Istat: il crollo dei consumi (immagine presa qui da Gilioli):
Ecco dunque spiegato il perchè delle proteste (causate anche dal vuoto politico dei partiti): il blocco dei tir (subito accontentati dal ministro), le botte dei pescatori contro le norme europee ..
Oggi, se non lotti, non sei nessuno. Se non fai lotta di classe non esisti.
Lotta di classe per le leggi ad personam, per gli sgravi ai finti poveri, per le tue aziende (televisive). Per mantenere un doppio incarico: non basta puntare il dito contro i dipendenti pubblici. Ci sono ministri, deputati, assessori ..
Perdi il diritto al lavoro (sempre più privilegio), alla rappresentanza nei sindacati, allo studio, alle cure.
Il paese a due velocità deve diventare il paese ad una velocità sola.
Non solo la crisi la devono pagare tutti, ma la piramide andrà rovesciata, se si vuole vera equità.
Come ha detto Obama, "La segretaria di Warren Buffett non può pagare più tasse di Warren Buffett. Non c'è giustificazione".
E se oltre alla lotta di classe si tornasse anche al capitalismo di stato in direzione contraria alle leggi di mercato?
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