Benvenuti in casa Esposito: conosceremo questa famiglia allargata del rione Sanità di Napoli, proprio la notte di Capodanno, quando tutti assieme sono riuniti attorno alla tavola per festeggiare l'ultimo dell'anno con il classico menù napoletano dell'occasione.
Tonino Esposito, figlio dell'ex boss Gennaro Esposito, ucciso in un agguato, e oggi a servizio del nuovo capo don Pietro De Luca, 'o tarramoto.
Uno che vorrebbe fare il mestiere del malamente, ma non nè ha il cinismo e la cattiveria. E nemmeno molta fortuna.
Patrizia Scogliamiglio, la moglie: una bella donna, forse anche più decisa del marito.
I figli, Genny e Tina.
La madre di Tonino, Manuela, e i genitori di Patrizia: Gaetano e Assunta. Tanto allegro e gioviale il primo, quanto acida e scontrosa la seconda.
E poi c'è Olga, la cameriera ucraina, che ha imparato anche a parlare in dialetto.
Enzuccio, il braccio destro di Tonino, che per 50 euro si prende le conseguenze delle sue "tarantelle".
E infine Sansone, l'iguana, e Gigetto, il coniglio nano di razza polacca.
In questo libro si raccontano le vicende di questa famiglia dentro 'o sistema, la Camorra, ma non è un libro sulla camorra, ovvero sulle sue vicende criminali o sui fatti di sangue.
L'autore attraverso il racconto tragicomico delle storie che capitano a Tonino esplora il mondo della camorra nella sua quotidianità.
Si ride molto, delle disgrazie di Tonino: come quando si fa rubare il motorino dopo un giro per il quartiere per la raccolta del pizzo.
O come quando fanno scappare a gambe levate un boss del narcotraffico dal Messico, volendogli invece preparare una calda accoglienza napoletana (soffocato col peperoncino, scippato davanti il molo .. ).
Ma questo non è nemmeno un libro che celebra la camorra: il fatto che ci si permetta di ridere sulle storie di delinquenti, non significa volerne minimizzare la pericolosità, o addirittura sposarne la causa.
D'altronde, in un certo senso, Tonino è un perdente dentro 'o sistema: ha perso parte del prestigio (perchè fa fatica a farsi rispettare dalla gente e dai suoi capi), rischia di perdere anche il rispetto della sua famiglia, in special modo della figlia Tina.
Che non ne approva le scelte.
Nonostante qualche luogo comune di troppo che strappa un sorriso facile (il matrimonio del nipote e il pranzo cafone per la sua festa , "la battaglia di fort Varcaturo", la partita e la coreografia dei tifosi del Napoli) "Benvenuti in casa Esposito" è un libro scorrevole che mostra una Napoli, con le sue contraddizioni.
La profonda religiosità, ma che è afgfiancata da quei riti simil pagani con cui si festeggiano i santi ('o monacone, San Vincenzo Ferrer) e si celebrano i morti (come il teschio con cui Tonino dialoga al cimitero di Fontanelle).
Qui trovate un brano del libro:
Tra una salumeria e un minimarket, una rosticceria e una boutique d’abbigliamento, visitarono una quindicina di negozi.
Tenendosi abbracciati per non scivolare, tornarono in via dei Cristallini e la percorsero in discesa fino all’incrocio con via dei Vergini, dove avevano parcheggiato lo scooter.
«Mannaggia a Bubbà!» imprecò Tonino appena 8 giunsero sul posto. «’O mezzo, Enzu’, ’o mezzo: non ci sta più!»
Enzuccio fissò lo spazio attorno alla panchina. Vuoto.
Lo Scarabeo aveva preso il volo.
«Ma porca puttana troia!» gridò Tonino.
«Calma, don Toni’, calma. Può darsi che è passato ’o carrattrezzi e se l’è portato perché stava in divieto di sosta.»
«Ma qua’ carrattrezzi, Enzu’? Hai mai visto un carrattrezzi nella Sanità?»
«No…» ammise Enzuccio.
«E quindi? Se l’hanno arrubbato!»
«Don Toni’, riflettiamo: s’arrubbavano ’o mezzo a voi? Proprio a voi? Chi avrebbe il coraggio di farvi questo sfregio?»
«Enzu’, mi sai trovare un’altra spiegazione?»
«No…»
«Allora statte zitte, accussì nun dici strunzate!»
Enzuccio non riusciva a capacitarsi: «Cose ’e pazzi,
non ci posso credere… Andiamo a fa’ ’a denuncia, magari li acchiappano».
Tonino ebbe la tentazione di piegargli l’ombrello sulla testa: «’A denuncia? Enzu’, che tu sappia, dopo ’na denuncia s’è mai trovato un motorino, una macchina, un portafogli rapinato? E poi t’immagini, io che vado al commissariato Stella a fa’ ’a denuncia?
“Buongiorno, ispetto’, so’ venuto a denunciare il furto del mio mezzo.” “Sedetevi, come vi chiamate?” “Esposito Antonio.” “Per caso siete parente della buonanima di don Gennaro Esposito?” “Sì, sono il figlio minore.”
E quello si fa una schiattata di risa che si sente fino a Capri!».
«Questo è vero. Volessimo avvisa’ a don Pietro? Lui sicuro che il motorino lo fa ricomparire immediatamente.»
«Peggio ancora! Se lo viene a sapere, sputa in faccia prima a me e poi a te.»
Enzuccio si grattò una tempia: «Ci resta una sola alternativa».
«Quale, Enzu’?»
«Tornarcene a casa a piedi.»
«Bravo.»
Il link per ordinare il libro su ibs.
La scheda sul sito di Giunti editore
Technorati: Pino Imperatore
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