17 gennaio 2012

Lo sapevano tutti

Tutti sapevano che era consuetudine che le navi passassero vicine alla costa per "l'inchino". Un rito che è costato la vita a sei persone, un rischio ambientale per il gasolio e un danno di immagine che pagheremo per anni.
E ora un capro espiatorio solo non può bastare.
Mi ricorda la tragedia di Linate: tutti sapevano del radar di terra, ma si è aspettata la tragedia.

E ora fa una certa impressione sentire l'audio della telefonata tra il capitano Schettino e la capitaneria:

De Falco: «No, per cortesia... lei adesso prende e va a bordo. Mi assicuri che sta andando a bordo...».
Schettino: «Io sto andando qua con la lancia dei soccorsi, sono qua, non sto andando da nessuna parte, sono qua...»
De Falco: «Che sta facendo comandante?»
Schettino: «Sto qua per coordinare i soccorsi...»
De Falco: «Che sta coordinando lì? Vada a bordo. Coordini i soccorsi da bordo. Lei si rifiuta?
Schettino: «No no non mi sto rifiutando».
De Falco: «Lei si sta rifiutando di andare a bordo comandante?? Mi dica il motivo per cui non ci va?»
Schettino: «Non ci sto andando perché ci sta l'altra lancia che si è fermata...».

De Falco: «Lei vada a bordo, è un ordine. Lei non deve fare altre valutazioni. Lei ha dichiarato l'abbandono nave, adesso comando io. Lei vada a bordo! E' chiaro? Non mi sente? Vada, mi chiami direttamente da bordo. Ci sta il mio aerosoccorritore lì».


Schettino era considerato, prima della tragedia, un bravo comandante (in paese lo chiamano top gun) uno “che ha salvato migliaia di vita, uno con capacità superiori alla media”.
Perchè il problema non è solo di chi gli ha dato la patente, ma anche di quelli che apprezzavano pure certi gesti spericolati.
In deroga a leggi e regolamenti. Solo per lo spettacolo.

E dobbiamo ringraziare l'equipaggio per essersi ammutinato e aver iniziato le manovre di salvataggio senza aspettare il comandante.

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