Oramai siamo abituati a tutto: anche ad accettare che alcuni dei vertici del partito di maggioranza (Denis Verdini e Marcello Dell'Utri) siano rinviati a giudizio accusati di aver violato la legge Anselmi per aver partecipato a un'associazione
"caratterizzata dalla segretezza degli scopi, dell'attività e della composizione del sodalizio e volta a condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale". Un sodalizio impegnato "a realizzare una serie indeterminata di delitti di corruzione, abuso d'ufficio, illecito finanziamento dei partiti, diffamazione e violenza privata".
Dall'articolo su Repubblica:
Nei capi di imputazione vengono tra l'altro ricordati una serie di fatti illeciti contestati alla P3. Tra questi il tentativo di influenzare la Corte costituzionale a proposito del giudizio sul 'Lodo Alfano', l'intervento al Csm per pilotare l'assegnazione di incarichi direttivi, gli interventi sulla Corte di cassazione per risolvere in una certa maniera il cosiddetto 'Lodo Mondadori', il tentativo di screditare il candidato Caldoro al governo della Campania nonché l'intervento a Milano in favore dell'accoglimento di un ricorso riguardante la lista 'Pro Lombardia' di Roberto Formigoni.
Oltre all'accusa di associazione per delinquere e alla violazione della legge Anselmi vengono ipotizzati a seconda della posizione processuale i reati di concorso nella corruzione, nell'appropriazione indebita, nell'abuso d'ufficio, nella diffamazione e nella violenza privata.
Capisco ora perchè tutti stanno riabilitando don Verzè: in fondo era indagato solo per il crac del S Raffaele. Roba da niente: hanno preso il precetto di don Milani "a che serve tenere le mani in tasca", e l'hanno applicato nelle tasche degli altri.
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