Questa è la storia di un giallo italiano.
Un vero e proprio romanzo poliziesco, torbido, strano, pieno di incredibili colpi di scena. Uno di quei gialli che partono da quello che sembra un piccolo caso di cronaca nera, destinato ad occupare poche righe sui giornali e sparire, invece si allarga a macchia d'olio, coinvolge sempre più persone e arriva sempre più lontano, come un sasso gettato nell'acqua, lontano e in alto, travolge giornalisti, poliziotti, faccendieri, belle donne e uomini politici, e diventa il primo grande scandalo della Repubblica italiana. E' anche la storia di una donna, una donna giovane e bella, il cui ricordo però, nel caos infernale che ruota attorno alla sua morte, finisce sempre per sparire.
Da "Nuovi misteri d'Italia" di Carlo Lucarelli, capitolo Wilma Montesi.
E l'omicidio di una ragazza di 21 anni, Wilma Montesi: una ragazza proveniente da una famiglia normale e affogata in pochi metri d'acqua, probabilmente non lontano dalla spiaggia di Torvaianica, dove fu trovato il corpo l'11 aprile 1953.
Un omicidio che, venne prima archiviato facendo passare la morte come malore da pediluvio.
Un omicidio che divenne poi il caso Montesi, anche grazie al ruolo poco professionale di certa stampa: si passò dal pediluvio alle orge di capocotta, ai festini a base di droga.
Tirando in ballo Piero Piccioni il figlio del senatore DC Attilio Piccioni , che De Gasperi aveva designato come suo successore e la cui carriera fu distrutta (nonostante il processo in cui fu coinvolto finì nella sua assoluzione) da quello scandalo.
Nonostante questo, il mistero rimane: come è morta e chi l'ha uccisa, Wilma Montesi?
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