18 gennaio 2012

Ti presento i miei

La nuova campagna pubblicitaria del PD recita "ti presento i miei".
Magari non tutti sono presentabili, i miei del PD.


Per esempio il senatore Vladimiro Crisafulli
di professione fa l’avvocato e, nei primi anni Novanta – quando era ancora sottocapo della commissione provinciale di Cosa Nostra e reggente della famiglia mafiosadi Barrafranca – era stato iscritto alla DC (corrente andreottiana) venendo eletto consigliereprovinciale. Allora il suo referente nell’onorata società era Piddu Madonia, che in quel periodo trascorreva la latitanza a Bagheria assieme a Bernardo Porvenzano, il capo dei capi.Un rapporto quasi simbiotico il loro, tanto che Bevilacqua, nel 1991, partecipa persino a una riunione della commissione interprovinciale di Cosa Nostra organizzata a Enna alla quale eranopresenti Riina, Provenzano e il catanese Nitto Santapaola.Bevilacqua viene per questo condannato a più di 10 anni anni. Uscito di prigione, sale di grado ediventa il mammasantissima di tutta la sua provincia. La sorpresa degli investigatori della squadramobile di Enna è insomma grande quando, in un video registrato in un albergo, accanto al volto delpregiudicato Bevilacqua compare la faccia rotonda e simpatica dell’allora vicepresidente diessinodell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), Wladimiro “Mirello” Crisafulli(da I complici di Peter Gomez e Lirio Abbate, estratto preso da qui)


Il senatore Alberto Tedesco:

Da wikipedia: 

Viene nominato assessore alla sanità della regione dal presidente Nichi Vendola nel 2005, sollevando alcune perplessità per un possibile conflitto di interessi, visto che la moglie e i figli hanno partecipazioni azionarie in alcune società che commercializzano in Puglia prodotti farmaceutici e parafarmaceutici. Per risolvere il conflitto di interessi, costituisce una nuova società di apparecchiature elettromedicali che nel corso del suo mandato incrementa il fatturato del 30% in un anno.[2]Nel febbraio 2009 viene indagato dalla procura antimafia di Bari, con l'ipotesi di reato di associazione per delinquere e corruzione[3]. In seguito all'indagine, si dimette dalla carica di assessore[4].il 20 luglio 2011 il Senato ha negato l'autorizzazione all'arresto per il senatore, con 151 voti contrari, 127 favorevoli ed 11 astenuti.[5] Il 25 luglio 2011 rassegna le sue dimissioni dal PD.il 9 agosto 2011, dopo aver riconosciuto il reato di associazione a delinquere a carico del senatore, il Tribunale del Riesame ha disposto l'invio al Senato di una nuova richiesta di autorizzazione agli arresti domiciliari, già respinta una prima volta lo scorso 20 luglio.[6]



L'ex capo di segreteria di Bersani, Filippo Penati:
gli inquirenti, perquisendo il computer dell'architetto Renato Sarno (già indagato per essere il sospettato «collettore» delle tangenti di Penati), avrebbero trovato l'indizio di una tangente da 1,4 milioni recapitata a Filippo Penati, ex sindaco di Sesto San Giovanni ed ex presidente della provincia di Milano, indagato dalla scorsa primavera per corruzione: sia per aver ricevuto tangenti per gli appalti relativi alla ex area Falck di Sesto quando era sindaco del Comune; sia per aver ricevuto finanziamenti illeciti per le sue campagne elettorali; sia per essere stato uno dei protagonisti della comprovendita gonfiata del 15% della holding stradale Serravalle, 

Il senatore Antonino Papania:

Il “nuovo” Pd di Bersani ha subito raccolto l’appello. Infatti, nella “nuova” Direzione, fa il suo trionfale ingresso il senatore Nino Papania da Alcamo (Trapani), ex Margherita. Lo stesso a cui hanno appena arrestato l’autista-giardiniere-factotum per mafia. Lo stesso che nel 2002 ha patteggiato a Palermo 2 mesi e 20 giorni di reclusione per abuso d’ufficio: era indagato per aver sistemato in posti pubblici diversi disoccupati privi dei titoli di legge, in un giro di assunzioni facili per cui sindacalisti senza scrupoli prendevano tangenti. Nel 2008 Dario Franceschini annunciò: “Non presenteremo candidati con procedimenti in corso né con sentenze passate in giudicato”. Strano: Papania fu ricandidato dopo il patteggiamento e rieletto per la terza volta senatore (diversamente da Nando Dalla Chiesa, colpevolmente incensurato). Scelta lungimirante: il 4 novembre la Dda di Palermo ha arrestato il suo braccio destro Filippo Di Maria, considerato l’autista, il cassiere e l’uomo di fiducia del boss di Alcamo, Nicolò Melodia detto “il macellaio”, catturato nel 2007 assieme al capomafia Salvatore Lo Piccolo. (link)





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