Dal fatto quotidiano (l'intervista di Loreno Bittarelli di Luca Telese):
Bittarelli, lei ha politicizzato i tassisti romani, portandoli nelle braccia del Pdl.
Che dice? Ho fatto legittima difesa contro chi ci ha attaccato. Se ci attaccava le destra diventavo pure maoista”.
Era iscritto ad An...
Sono orgoglioso della tessera Pdl.
Le foto dietro la sua scrivania parlano chiaro: il Papa, Berlusconi, Storace e Fini.
Guardi, anche il governo del centrodestra non ha fatto quel che ha promesso.
Ad esempio?
Il riconoscimento di lavoro usurante. Il sito Inps dice che siamo il secondo mestiere più duro. Ma non ai fini previdenziali. Ma questo governo di sinistra ci vogliono ammazzare.
Il Pdl vota la fiducia al governo che la vuole ammazzare.
Scenderemo in piazza. Non possiamo far passare un orrore. Sabato inizia la guerra.
E le licenze compensatorie?
Balle. Per indorare la pillola...
Dice?
Prenda Roma. Ci sono 8mila licenze. Se ne danno altre 8mila non varranno più nulla e diminuiranno le corse medie: da 8 di oggi a 5, se va bene.
Un giovane per diventare tassista paga 120mila euro.
Ed è giusto.
Mi spiega perché?
Anche un giovane che vuole diventare barista, si deve comprare la licenza. E anche uno che vuole vendere perline... Un tassista si deve formare. E se vuole il posto si mette il mutuo, come abbiamo fatto tutti.
Perché non volete rinunciare alla licenza negoziabile?
È la nostra liquidazione. Lavoriamo 35-40 anni, e prendiamo 600 euro di pensione!
Quindi lei è contro tutte le liberalizzazioni?
Contro quelle che colpiscono i lavoratori poveri. Che gli devi chiedere a un edicolante che si alza alle 4 del mattino?
È solidale coi farmacisti?
Parliamone: la licenza di farmacia vale 1 milione di euro, capisco che lo Stato ci voglia mangiare qualcosa sopra.
Perché ce l’hanno con voi?
Ci sono interessi economici in campo. Vedo la Marcegaglia molto attiva, sui taxi.
Non deve?
Non siamo in Confindustria noi! Ma non è un mistero che cosa vogliono: licenze multiple, e lavoratori schiavi sul modello delle cooperative delle pulizie che prenderanno 600 euro al mese.
Perché così poco? Vuole suggerire che gli imprenditori siano tutti cattivi?
Non mi interessa. Siccome un tassista guadagna 1500-1800 euro al mese, l’unico modo per alzare i margini, che sono all’osso, è sottopagare i lavoratori.
Diceva Rutelli: “A New York se alzo un braccio....”.
“...Trovo un taxi”, lo so, lo so... Non mi ripeta la puttanata.
Non è vero?
A New York i tassisti poveracci sfruttati del Bangladesh dormono in macchina. E servono solo il centro.
E voi anche le periferie?
Glielo dimostro. Mi dia un indirizzo di periferia, lo conosce?
Via Ciamarra 26, Cinecittà.
Mandi un sms con l’indirizzo a questo numero nazionale: 3666720000.
Fatto.
In un minuto le arriva un primo messaggio e in 3 il taxi: scommette una cena?
È arrivato un messaggio di risposta: “Pisa 06, 3 minuti”.
Ora lo annullo. Mi deve una cena.
La corsa Roma-Fiumicino costa 40 euro, è troppo?
È troppo poco. Faccia questo conto: il costo di un pieno in un anno è salito vertiginosamente. Le assicurazioni anche. I trasporti pubblici pure. Per 33 chilometri 40 euro è nulla!
Nel 2007 aggrediste il ministro Mussi.
Mannò, era solo la macchina. Non ci sono stati nè morti nè feriti. In tanti anni è volato qualche schiaffone, nulla di più.
I taxi non si trovano perché i tassisti abbandonano i turni.
Questa è una cazzata colossale. Semmai di questi tempi la disciplinare lavora per punire quelli che lavorano di più.
Ma un tassista guadagna troppo o troppo poco?
Secondo i calcoli 5 euro all’ora. Al polacco che le imbianca casa lei darebbe di più.
Ce l’ha con gli stranieri?
No. Con chi non rispetta le regole . Le mie figlie avevano un bar, adesso lo hanno lasciato, e c’è un cinese.
Che c’è di male?
Che sia cinese nulla. Ma invece di saltare uno scontrino su tre, per arrotondare, quelli battono tutti i clienti. E sa perché?
Me lo dica lei.
Perché molti di loro reciclano denaro o sfruttano persone, o tutte e due le cose. Ecco come fanno a stare sempre aperti. Ecco perché impediremo che questo accada con i taxi.
Vediamo se ora, dopo le parole del leader dei tassisti romani sulle proposte di liberalizzazioni del governo, i media italiani lo tratteranno allo stesso trattamento che subirono la CGIL e la Fiom ai tempi del referendum di Pomigliano o Mirafiori.
Ovvero coloro che frenano le riforme che potrebbero portare sviluppo e crescita in Italia (le fumose promesse di Marchionne, sempre più americano, sempre meno italiano).
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