29 ottobre 2012

Basterebbe copiare (Report e l'incandidabilità dei condannati)

Report, servizio di Bernardo Iovene, sul ddl anti corruzione, per la parte che riguarda l'incandidabilità dei condannati. Ma per pene oltre i due anni.
Serve a qualcosa? Il commento finale della Gabanelli:
RODOLFO MARIA SABELLI – PRESIDENTE ANM
In materia di reati contro la pubblica amministrazione, per i fatti di corruzione, e le condanne per corruzione a pena superiore ai due anni saranno poche, ma poi sa per la corruzione si apre anche un altro discorso, che è quello della concreta possibilità di arrivare a condanne definitive. Io vi chiedo ma c’è veramente bisogno di una legge per stabilire che chi è stato condannato a una pena superiore a due anni di reclusione per reati così gravi, perché stiamo parlando di mafia, di terrorismo, di corruzione non può sedere in Parlamento? Io credo che appartenga al bagaglio etico minimo di un paese civile il principio che chi è stato condannato per reati così gravi a pene così gravi non può rappresentare i cittadini.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
In effetti è un problema che non si dovrebbe nemmeno porre, vuoi fare il parlamentare? Il requisito richiesto è che devi essere incensurato, e i  partiti devono presentare dei candidati che non hanno processi in corso. Per ricostruire il rapporto di fiducia fra politica e cittadini, è da qui che bisogna partire.; perchè la legge non può normare tutto, può solo mettere dei paletti come succede ovunque, e che sono per altro più stringenti che da noi. Per esempio: in Germania il codice penale prevede che chi viene condannato ad 1 un anno di reclusione per 5 anni non si può candidare. E in caso di condanna per corruzione e falso in atti d’ufficio non puoi più ricoprire cariche pubbliche. E comunque il partito espelle coloro che sono nei guai con la giustizia per reati che ne compromettono il buon nome. In questo momento dentro nel Bundestag non c’è nessuno che ha processi in corso.
In Francia dove sono di bocca buona, chiunque può candidarsi, e in questo momento i parlamentari che hanno condanne o processi in corso sono una quindicina. Insomma, un po’ meno dei nostri cento. Però chi non ha speso in modo corretto oppure falsificato il rendiconto sul finanziamento della campagna elettorale, nonché taroccato le schede, non si può candidare da 1 a 3 anni. E se l’accertamento avviene dopo che sei stato eletto, vai a casa, e vai a casa anche se salta fuori che hai mentito sulla tua dichiarazione dei redditi. Gran Bretagna. In Inghilterra l'incandidabilità scatta per condannati ad un anno per qualsiasi reato. Ma dentro ai partiti ci sono delle commissioni che verificano se vi sono pendenze penali, o delle indagini in corso. In questo momento al Parlamento inglese ci sono due inguaiati: uno è sotto processo per aver scaricato sulla moglie i punti per eccesso di velocità, l’altro è stato multato per rissa e ha annunciato che non si ricandiderà. Poi tutti i parlamentari coinvolti nello scandalo del 2009 sui rimborsi a piè di lista si sono dimessi. Come dire, basterebbe copiare.

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