Abbiamo tenuto nei posti chiave dello stato ex repubblichini (nella magistratura, nelle questure). Buoni per la lotta al comunismo.
Abbiamo sdoganato, in questi anni, fascismi e razzismi vari (meglio.fascio che frocio).
coi soldi pubblici abbiamo costruito un bel monumento ad Affile per ricordare il maresciallo Graziani: quello delle rappresaglie contro civili e preti, quello del gas ..
E ora, ce la prendiamo col tribunale tedesco che archivia definitivamente la strage di S Anna di Stezzema?
Nemmeno noi abbiamo la coscienza pulita.
Dalla testimonianza di Elio Toaff:
«Su Sant’Anna era calato subito un silenzio impalpabile, una rimozione di quell’orribile mattina - aggiunge Toaff -. Per tanti anni mi sono chiesto perché. E ho cercato di dare un senso a tutta quella ferocia che mi venne incontro in quel caldo mattino d’estate. La prima casa che trovammo era alla Vaccareccia: fumava ancora. Dentro c’erano i corpi di un centinaio di persone, in maggioranza donne e bambini. Le Ss, quattro colonne da 100 uomini ciascuna di quella stessa XVI divisione che ha agito poi a Marzabotto, li avevano chiusi lì dentro, poi avevano dato fuoco alla paglia e avevano gettato dentro delle bombe. Vedemmo un ammasso irriconoscibile. Più avanti c’era un’altra casa, con la porta spalancata. Entrai e ho ancora difficoltà a raccontare... C’era una donna, seduta di spalle, di fronte a un tavolo. Per un attimo pensai che fosse viva. Ma, appena avanzai, vidi che aveva il ventre squarciato da un colpo di baionetta. Era una donna incinta e sul tavolo giaceva il frutto del suo grembo. Avevano tirato un colpo d’arma da fuoco anche in testa a quel povero bimbo non ancora nato». Toaff era sceso in paese, spinto dalla fame. I rifornimenti, in quel momento, erano piuttosto precari. Non immaginava di andare incontro a una strage. «L’odore, lo ricordo ancora, era nauseante - dice Toaff -. Li avevano rastrellati da vari casali, dal Colle, da Vinci, dal Pero. Li avevano portati in massa davanti alla chiesa del paese, poi li avevano chiusi in mezzo a recinto di panche prelevate in chiesa, col loro parroco, don Innocenzo Lazzeri, che non aveva voluto abbandonare i suoi parrocchiani. Li avevano massacrati sparando con le mitragliatrici e poi con i lanciafiamme avevano dato fuoco alle panche. Era stata una pira orribile...». Dopo tanti anni Toaff non cerca più risposte a quel massacro. Non invoca perdono. «Erano feroci, ma non erano solo tedeschi, c’erano con loro anche parecchi fascisti italiani - aggiunge -. E qualcuno, lo dico per la prima volta, era proprio dello stesso paese. Poi, finita la guerra, scapparono tutti: chi a Carrara, nelle cave, e chi perfino a Milano. A Sant’Anna di Stazzema, per parecchio tempo, non voleva abitare più nessuno».
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