Incipit
A scoprire il cadavere, quella mattina, fu la donna di servizio.Era pagata per pulire soltanto il pianterreno, tre ore a settimana. Del piano di sopra se ne occupava la signora, perché lei non aveva il permesso di salire. Quando si fu ripresa, spiegò agli inquirenti che era salita al bagno del primo piano per andare a prendere il detersivo per i vetri perché la bottigliache era in cucina era vuota.
Il bagno era una sorta di camera stagna, la cui porta sul fondo si apriva direttamente sulla stanza dei signori. Si era stupita di vederla socchiusa. La signora la chiudeva sempre a chiave perché non voleva che entrasse nella stanza in sua assenza. Era entrata in quel santuario spinta da un’innocente curiosità.Per tutta la vita non avrebbe dimenticato quello spettacolo. Ne uscì immediatamente, urlando. La signora giaceva sul suo letto di morte, in camicia da notte, con la testa sul cuscino e le braccia incrociate. Aveva la lingua di fuori, il viso orrendamente sfigurato. Era irriconoscibile, ma la donna aveva capito subito che si trattava di lei. La camicia da notte era la sua. «Non aveva più un volto... Non aveva più un volto...» non smetteva di ripetere agli agenti accorsi sul posto, chiamati dalla vicina subito dopo il ritrovamento.Due gendarmi inviati immediatamente sul luogo del delitto avevano confermato le dichiarazioni della donna. La signora, che doveva avere una quarantina d’anni, era stata assassinata, presumibilmente strangolata, con il viso ridotto in poltiglia e una ferita all’addome provocata da un’arma da taglio.
Dietro il nome di Pierre
Borromee si cela un vero avvocato della provincia francese, che
ha attinto dalla sua esperienza nel mondo forense, come spunto per
questo esordio letterario .
Un esordio ben felice: L'ermellino
e la porpora è un giallo che si muove tra avvocati e procure, e
che parte dal ritrovamento del cadavere della moglie di un avvocato
nella città di Villecomte.
Juliette Robin, moglie
di Pierre Robin, viene trovata dalla domestica uccisa nella
sua stanza: l'assassino l'ha strozzata ed ha pure infierito sul volto
della donna, riducendolo in poltiglia.
Il racconto segue la piega
delle indagini, mettendo in luce, uno per volta, tutti i suoi
protagonisti: a cominciare dall'avvocato Robin, il primo dei
sospettati, che si scopre avere avuto una relazione, non corrisposta,
con la sorella maggiore della vittima. Solo dopo essere stato da lei
lasciato, rimase in famiglia, sposandosi con Jiuliette.
Il
procuratore Mournier è il magistrato che segue il caso: ha
passato anni dietro la scrivania a compilare tabelle, indici sulla
criminalità nella sua regione, da mandare al ministero.
Il tipico
funzionario statale che persegue la carriera (per arrivare alla
Procura Generale) coltivando relazioni sociali con le persone che
contano.
Tricard invece è il nome del giudice istruttore
che deve seguire la prima parte, istruttoria, di una indagine (quella
che in Italia seguono invece pubblico ministero e gip). Il suo motto
è “meglio dieci innocenti in galera che un colpevole libero”.
Robin è, dunque, un indiziato e colpevole ideale.
Il giudice
conferisce l'incarico di polizia giudiziaria al commissario Baudry,
un po' ruvido nei modi ma capace, che da anni aspetta il
trasferimento nella sua regione d'origine, nel sud del paese.
L'avvocato Dornier, infine, è il presidente dell'ordine
forense, la cui vita è scandita dalle sue uscite in bicicletta, che
prenderà la difesa di Robin, assieme all'assistente Marie
Christine Luce.
L'autore è stato bravo nella descrizione
di tutti i personaggi, delle loro debolezze, e delle loro manie:
tutte cose che escono piano piano dall'indagine di Baudry che parte
proprio dalla vita privata della coppia.
Tutt'altro che esemplare.
Un matrimonio “strano” (Robin era innamorato non
corrisposto della sorella), non consumato e che negli ultimi tempi
era andato in crisi.
Tutto questo indica che è stato Pierre ad
assassinare la moglie?
Dal passato emerge un altra pista: una
ragazza uccisa qualche anno prima, fuori dal istituto di cura per
malattie mentali, e trovata vicino ad un fiume con mutilazioni simili
a quelle trovate sul corpo della signora Robin.
C'è allora un
serial killer nella regione? E la polizia non se ne è mai
accorta?
Baudry, come anche l'avvocato Dornier,
sono convinti dell'innocenza di Robin, e per trovare il vero
responsabile, dovranno risalire alle vere ragioni
dell'omicidio.
L'ermellino e la porpora
è un noir che si muove dentro le stanze dei tribunali e negli studi
degli avvocati, mostrando di questi mondi, gli aspetti nascosti. Le
ambizioni di carriera, l'eccesso di zelo nel trovare un colpevole da
arrestare da una parte. Le amicizie e le invidie tra colleghi
avvocati, dall'altra.
Un romanzo che, sotto molti aspetti,
ricorda da vicino lo stile di Simenon, per la capacità di
descrivere, in poche righe, il carattere delle persone e i luoghi
dove si svolge l'azione. Non è un caso, infatti, che si è aggiudicato il prestigioso Prix du Quai des Orfèvres 2012 (la cui giuria è composta da poliziotti, magistrati e giornalisti).
La scheda del libro sul
sito di
Timecrime editore
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Technorati: Pierre
Borromee
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