21 settembre 2014

Presa diretta e il trasporto pubblico locale

Per creare posti di lavoro in questo paese, con una disoccupazione al 13%, servono nuovi investimenti pubblici e privati, invece che perdere tempo a parlare di articolo 18, defiscalizzare degli straordinari e di allungare l'età pensionabile.
Non solo si è pensato di creare lavoro con le leggi, ma in Italia si sono pure fatte le leggi sbagliate, seguendo ricette che non hanno curato i problemi.
Tralasciando il discorso delle leggi sul lavoro, da questo governo (che ha mille giorni per riformare il paese) almeno ci aspettavamo un piano industriale per risollevare le poche industrie grosse rimaste nel paese.
Quali sono i settori si cui puntare, con massicci investimenti in ricerca e sviluppo?
L'argomento di questa sera di cui si occuperà Presa diretta, è uno di questi: il trasporto pubblico locale, il grande malato, come lo chiamerà stasera Iacona. Un'occasione di sviluppo mancata, sia per le aziende di trasporto sia per quelle che i mezzi li costruiscono.
Aziende coi bilanci in rosso, come all'improvviso nel nostro paese nessuno prendesse più i mezzi.

Riccardo Iacona e i suoi giornalti metteranno a confronto la realtà italiana con quella francese, i pullmann italiani, tutti a fine vita o quasi, con quelli francesi. La Francia ha investito tanto nel trasporto pubblico: l'impianto della Irisbus in Francia è rimasto aperto, perché la Fiat continua a produrre lì perché c'è un mercato. Qui da noi, invece, stiamo perdendo gli impianti, le competenze e la possibilità di rilanciare questo settore.
Nella presentazione della puntata sul Fatto Quotidiano, il giornalista si chiedeva “Che fine ha fatto il polo unico del trasporto pubblico, Menarini e Irisbus? Che fine hanno fatto gli operai dell'Irisbus e tutti quelli che lavorano nell'indotto?Perchè FIAT ha chiuso Irisbus Italia e non quella francese, che, anzi, va bene e continua a produrre bus?”.
Mentre in Italia si parla di jobs act, di tabù, di diritti da semplificare (che eufemismo) per rilanciare gli investimenti stranieri, ci si dimentica delle aziende esistenti e funzionanti, che sono state abbandonate:

Sempre Iacona: “Con il bisogno di bus nuovi che c'è come mai Fiat chiude IRISBUS Italia e lascia aperto IRISBUS Francia? Che fine hanno fatto i 300 operai e i 1.000 dell'indotto?
Gli operai dell'IRISBUS lottano anche per noi, perché investire sul trasporto pubblico significa SVILUPPO”.

Questo settore, rimasto in mano alle amministrazioni locali, è diventato in molti casi un emblema degli sprechi nel pubblico: lo testimonia il caso dell'Atac di Roma, con la parentopoli romana, di cui parlerà stasera il giornalista di Repubblica Carlo Bonini.

O col caso di Bologna, coi pulmann comprati e rimasti fermi (lo scandalo Civisbus).
E per ripianare i problemi si pensa alla privatizzazione, che di certo trasformerà quello che è un servizio pubblico, in un prodotto di mercato, per fare profitto.


Effetto collaterale di questo sistema l'odissea dei cittadini che si muovono coi mezzi pubblici, spesso in ritardo, spesso non integrati con gli altri mezzi o le altre linee, spesso in ripazione perché hanno ormai concluso il loro ciclo di vita.

Col risultato di costringere una grossa fetta di popolazione a muoversi coi propri mezzi: maggiori spese, maggior traffico, maggiore inquinamento, maggiore consumo del cemento per la necessità di nuove strade.
Se le aziende non vengono ad investire da noi, è anche colpa del sistema dei trasporti.


La scheda della puntata: Trasporto pubblico
PRESADIRETTA entra nel vivo della crisi industriale italiana con un’inchiesta sul TRASPORTO PUBBLICO e sul suo valore strategico per la crescita economica del paese.Una puntata in cui si mettono a confronto due sistemi di trasporto pubblico e le scelte politiche che li hanno prodotti, quello italiano e quello francese.Gli inviati di PRESADIRETTA hanno attraversato il nostro paese, da nord a sud, salendo sugli autobus, i tram, la metro e i treni locali, come milioni di cittadini fanno ogni giorno, per rendersi conto dello stato dei trasporti pubblici.Il quadro che ne è uscito è desolante.Il 70% degli autobus in circolazione andrebbe sostituito, perché inferiore allo standard richiesto dalle norme europee. Un autobus su due ha più di 10 anni di vita.A Napoli ogni mattina la metà degli autobus non esce dai depositi perché guasto o in attesa di manutenzione. E al nord non va meglio. A Genova e a Bologna i problemi sono gli stessi.
A Roma, nella capitale, il trasporto pubblico urbano è al collasso. Intere aree della città, densamente popolate, sono servite a singhiozzo o non lo sono affatto. Intanto l’Atac, l’azienda dei trasporti del Comune di Roma, ètravolta da scandali, inefficienza, inchieste giudiziarie e negli ultimi 10 anni ha accumulato 1 miliardo e 600mila euro di debiti.Si calcola che ci vorrebbero 3.500 nuovi mezzi all’anno per i prossimi dieci anni per riavvicinarci alla media europea.Allora perché l’Italia non investe nel trasporto pubblico? Perché la Fiat ha deciso di chiudere la fabbrica di autobus IrisBus di Avellino, mentre ha incrementato la produzione in Francia e nella Repubblica Ceca?
PRESADIRETTA è andata in Francia per raccontare quello che la politica francese ha capito da tempo: investire nella mobilità significa investire sul futuro del paese. Significa creare sviluppo e produrre ricchezza.Da Parigi alle città del nord, come Nantes e Rennes, il modello integrato dei trasporti pubblici francesi ridisegna il profilo della vita urbana, migliora la qualità della vita e attrae investimenti.A PRESADIRETTA ospite in studio di Riccardo Iacona: Carlo Bonini, inviato di “Repubblica”, per raccontare in diretta le inchieste sugli scandali e le tangenti che ruotano attorno al trasporto pubblico della capitale.“TRASPORTO PUBBLICO” è un racconto di Riccardo Iacona, con Alessandro Macina, Lisa Iotti, Rebecca Samonà.




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