Ieri sera c'è stato un sincronismo
perfetto tra l'intervista di Fazio al presidente Renzi e la puntata
di Presa diretta: Renzi
aveva appena detto che bisogna togliere il potere ai magistrati di
reintegrare i dipendenti, perché gli imprenditori devono avere le
mani libere, avere la certezza del licenziamento.
Ecco, forse bisogna spiegare al signor
Renzi come funziona il mercato del lavoro qui in Italia: i due
lavoratori della TPL che sono stati intervistati da Presa
diretta nella puntata sul Trasporto pubblico sono
stati sospesi dall'azienda. E se saranno reintegrati (e se
riusciranno ad evitare il licenziamento) lo dovranno forse proprio a
quei magistrati di cui parla il presidente del Consiglio.
Perché in Italia gli imprenditori non
sono quelle persone lungimiranti e responsabili di cui parla.
La colpa dei due dipendenti era quella
di aver raccontato la verità: verità che metteva in cattiva
luce la società che gestisce parte del servizio pubblico a Roma. Lo
stato pietoso degli autobus e la cattiva manutenzione. Ilario e
Valentino devono tornare a lavorare: in un paese civile certe
rappresaglie non si possono tollerare. Questo non è il mondo delle
favole che racconta il pifferaio.
Smantellare un diritto in un Italia senza diritti non ci conviene – concludeva la sua introduzione Iacona: Non dobbiamo trasformare le aziende come caserme
Smantellare un diritto in un Italia senza diritti non ci conviene – concludeva la sua introduzione Iacona: Non dobbiamo trasformare le aziende come caserme
Tema dell'ultima puntata di questa
prima serie di Presa
diretta erano i fondi europei strutturali.
15 miliardi di euro sono i fondi
strutturali da spendere entro dicembre 2015.
Perché non li abbiamo spesi? Come li
abbiamo spesi gli altri?
Il commissario Hanh ha in mano il
dossier italiano sui fondi europei: anche lui era a Pompei attorniano
dal codazzo di politici locali e nazionali.
Come mai a Pompei non sono stati spesi
tutti i fondi europei previsti? Abbiamo speso solo 1% dei 104 ml di
euro europei, e dobbiamo spenderli tutti entro il 2015 altrimenti
verranno persi, non arriveranno altri soldi.
Presa diretta ha intervistato il
soprintendente Sanna, e il dg Mistri ex generale carabinieri: sono
loro che controllano gli appalti a Pompei.
Sui cantieri ci sono 39 progetti, e ora
si devono far partire le gare e aprire i cantieri.
Ma mancano il personale specializzato,
manca una manutenzione, bisogna rendere la soprintendenza efficiente
mettendo dentro personale competente.
Quanti ingegnere ci sono a Pompei?
Quanti architetti per monitorare i lavori? Sono pochi.
A tenere monitorati i crolli sono le
persone del Comitato Pompei mia: 19 cedimenti in due anni, pochi
restauri fatti. E anche sugli interventi fatti c'è da ridire, perché
sono costati tanto e sono stati fatti male. Il teatro è stato
ricoperto da cemento.
Pompei è una grande occasione di
sviluppo mancata, oltre che una grande perdita culturale.
Gli autobus arrivano e scaricano i
turisti ma non si fermano qui: è un turismo mordi e fuggi perché
mancano gli hotel per i grandi gruppi. Le attività chiudono, i posti
letto latitano, sono solo 600, con 3 ml di visitatori l'anno.
A fine visita, i pullman vanno a
Sorrento.
20 ml di euro all'anno per i biglietti
sono proprio pochi per il sito: bisognava investire anche fuori dagli
scavi per attirare più persone e valorizzare tutta l'area di Pompei.
La riqualificazione del centro
storico di Napoli: il centro storico è patrimonio UNESCO. Anche
qui sono previsti fondi europei: 100 ml di spesa e gli interventi
sono già stato individuati.
UNESCO ha raccomandato la cura del
territorio, ma a 500 giorni dalla scadenza, dei 27 cantieri non c'è
traccia.
Con che criteri sono stati scelti i
siti da restaurare? Non lo sappiamo, ma si capisce che ci sono troppi
cantieri per i fondi stanziati.
Molti soldi finiranno a chiese che non
avrebbero bisogno di interventi, come il Duomo di Napoli.
La riqualificazione del territorio, in
questi progetti, non c'è: sembra che per Napoli, il centro non sia
un posto per turisti.
Il complesso del Girolamini: ci
dovrebbe essere una fila fuori, come alla biblioteca Vaticana, ma non
c'è nulla, il complesso non è pubblicizzato, e la biblioteca è
nota per l'inchiesta della magistratura per la sottrazione (furto)
dei libri.
La biblioteca è in stato pessimo, come
i chiostri del 500.
La quadreria è in pessimo stato.
La chiesa, esempio di barocco,
necessiterebbe di lavori di manutenzione.
Nel complesso di Girolamini ci sono
sale che cadono a pezzi perché non ci sono soldi per i restauri.
I cantieri nel Girolamini non sono
partiti. Partiranno per tempo?
Sul Sito del ministero dello sviluppo
economico c'è la rendicontazione dei soldi spesi.
Per Napoli non è stato speso nulla.
Come mai?
Centro storico di Napoli, sarebbe l'oro
di Napoli e invece si tratta di un'altra occasione mancata di
sviluppo.
Teatro Nerone chiuso da tempo.
Aldo Aveta, professore alla Federico II
commentava questa situazione così: il progetto di riqualificazione è
una goccia in un mare perché i fondo sono insufficienti, sono solo
progetti di facciata, non si sa quale strategia ci sia dietro.
Vogliamo sapere quale occupazione ci sarà sui monumenti dopo i lavori, non solo per i cantieri.
Vogliamo sapere quale occupazione ci sarà sui monumenti dopo i lavori, non solo per i cantieri.
Dragaggio del porto di Napoli.
Il porto di Napoli non deve morire: 115
ml di euro dai fondi europei sono stati stanziati nel 2007 per il
porto, ma non è partito niente.
Pasquale Legora De Feon gestisce i
terminal del porto: il mancato dragaggio è un danno per il porto e
lo mette fuori mercato rispetto ad altri porti.
Il dragaggio si aspetta da 20 anni: il
presidente Caldoro che pure qui ha fatto campagna elettorale, non ha
fatto nulla dopo 4 anni.
Salvatori, il presidente dei cantieri
per Napoli teme che in un anno non si riuscirà ad aprire e chiudere
i cantieri.
Intanto manca il governatore del porto,
ci sono solo i commissari, il cui mandato dura pochi mesi e poi via
un altro.
E allora i soldi dove sono finiti? In sagre e iniziative mediatiche di scarso valore.
Notte per Caruso su RAI 1.
Una voce per padre Pio.
Il festival del croccantino.
A queste iniziative sono finiti i soldi
europei: sagre, feste e santi vari.
170000 euro per il premio nel piano di
Sorrento, Arturo Esposito.
Sono fondi per la promozione del
turismo? No. E col premio non è arrivata più gente.
La regione non dovrebbe usare soldi per
il turismo prendendoli dai fondi strutturali.
Alla piana di Sorrento nessuno
conosceva questo premio. A parte Mario Esposito, il figlio del poeta
Arturo, che invece lo difendeva.
Maurizio Scoppa, è un ex generale
messo dalla regione Campania a controllare i fondi europei: ha
aspettato mesi per avere le carte da esaminare.
Non aveva mezzi e una struttura per
controllare come vengono spesi i soldi.
Ha aspettato 6 mesi e poi si è
dimesso.
Dario Gargiulo era il referente politico in regione e ha dato la colpa alla riorganizzazione delle strutture. Solo questo?
Dario Gargiulo era il referente politico in regione e ha dato la colpa alla riorganizzazione delle strutture. Solo questo?
Come spendiamo i fondi europei: Per
fare occupazione e sviluppo? O per alimentare clientele locali e
amici?
Iacona lo ha chiesto ad un esperto in
materia, Andrea del Monaco: lo Stato non sa spendere i soldi e non sa
controllare la spesa, e la Commissione europea non è soddisfatta di
questo.
Non ci sono progetti sulla ricerca e
sullo sviluppo: l'unione europea ci accusa di avere unasato i
soldi in incentivi a pioggia.
Per il cofinanziamento servono 50
miliardi di euro, ma per il vincolo del 3% rischiamo di non potere
avere soldi e perdere così i fondi europei.
Ci stiamo impiccando al vincolo del
3%.
Come vengono spesi i soldi nel resto
dell'Europa: Presa diretta è andata in Polonia.
Varsavia è stata trasformata coi soldi
del fondo strutturale europeo: i soldi sono finiti per il trasporto
pubblico, i bus e la metro. Tutto finanziato dall'Europa.
Nei cantieri lavora la Astaldi, che ha
cantieri anche in tutto il resto del paese.
Coi fondi europei la Polonia ha messo a
posto anche le sue ferrovie regionali: nuovi treni e nuovo
locomotori, in pochi anni.
I treni li ha costruiti una azienda
polacca: con 100 ml di fondi strutturali.
Si parla di 11000 km di strade, 1500 km
di ferrovia. Si sono creati 300000 posti di lavoro, 25000 imprese
partite, grazie a questi fondi.
Il centro di Varsavia rifatto: la
pavimentazione della strada nel centro storico, sono stati costruiti
nuovi locali e sono arrivati nuovi turisti e nuovi abitanti nel
quartiere che si è ripopolato.
Al Museo della scienza sono arrivati 50
ml per la ricostruzione: oggi da lavoro a 400 persone, studenti e
dottorandi.
Soldi europei sono finiti anche nella
Polonia rurale: depuratori per l'acqua nelle campagna,per le acque
reflue. Case per le persone povere, costruite in 2 anni, asili nido,
scuole pubbliche.
Case per i cittadini, ristoranti,
ospedali, teatri.
Una nuova visione delle città e dei
quartieri.
Pure la ricerca si fa coi soldi
europei, la galleria del vento, la sperimentazione su materiali ossei
per trapianti, la ricerca sulla Fisica dei materiali.
Tutto questo è stato possibile
grazie al lavoro di un ufficio centrale, che rispondeva al
governo,che ha controllato l'utilizzo di tutti i fondi europei e ha
chiesto alle regioni beneficiarie la rendicontazione.
La Polonia ha sforato il patto del 3%
ma non ha sanzioni perché non è nella zona euro.
Da noi a decidere sono le regioni,
mentre in Polonia a decidere è lo stato centrale.
Non a caso tutte le regioni italiane
hanno una sede a Bruxelles. Cosa fanno lì le regioni? Che lavoro
svolgono?
A Bruxelles ci sono 21 uffici delle
regioni: gli impiegati non rilasciano interviste e nemmeno si
comprende bene quale sia il lavoro dei pochi dipendenti impiegati.
La Campania paga un affitto da 80000
euro per il suo stabile.
Sicilia: affitto e palazzo costato 3 ml
di euro pieno di figli di politici locali.
Calabria: stanza da 200000 euro anno
per 2 persone. La Calabria ha ricevuto 3 miliardi di euro ma ne ha
spesi meno della metà.
Anche la Sicilia deve spendere la metà
di 6 miliardi ricevuti e i fondi non spesi rischiano di essere
restituiti.
Le regioni del nord hanno spesi di più
i fondi europei così come la Basilicata al sud.
Ma le regioni del sud come Calabria e
Sicilia hanno preso più della metà dei fondi e ne hanno speso meno
della metà. E parte della spesa se li sono pure rubati.
Lo scandalo dei corsi di formazione pagati coi fondi strutturali.
Lo scandalo dei corsi di formazione pagati coi fondi strutturali.
Presa diretta ha seguito il processo
all'imprenditore Giacchetto,
consulente della Ciapi, ente per la formazione professionale: sono
accusati di appropriazione di 15 ml di fondi europei, per corsi di
formazione fittizi, che non hanno formato nessuno.
Era il Progetto Corap: Giacchetto
avrebbe drenato molti soldi per altri progetti, non solo 15 ml di
euro. Si parla di 93 ml di euro in totale.
Il “sistema Giacchetto”: false consulenze, false fatturazioni, clientelismo, società riferibili a Giacchetto che teneva per se soldi e benefit.
Il “sistema Giacchetto”: false consulenze, false fatturazioni, clientelismo, società riferibili a Giacchetto che teneva per se soldi e benefit.
L'inchiesta è stata seguita dai
procuratori Agueci e Peci che lamentano come lo scandalo sia andato
avanti per anni, senza che nessuno abbia controllato.
Ciapi oggi è in liquidazione: poche
persone sono state assunte dopo aver fatto il corso di formazione.
La formazione era una gallina dalle
uova d'oro da regione e Europa: 400 ml di euro l'anno.
2007 2013 in Sicilia sono arrivati 6
miliardi di euro per la formazione, soldi buttati.
Cosenza , il sito di Sibari.
Il 18 gennaio 2013 il fiume Crati
ha esondato e ha inghiottito il sito di Sibari: ci sono 18 ml di
fondi per ripulire il parco, ma vanno spesi subito.
Anche i soldi per l'emergenza
idrogeologica che pure c'erano, non sono stati spesi, per colpa del
conflitto di competenza tra regione e commissario (220 ml di euro). E
il risultato è che oggi il fiume vicino gli scavi rischia di creare
altri danni.
I fondi strutturali forse verranno
usati per creare a Cosenza il museo di Alarico, virtuale, perché non
ci sono reperti. Sono 7 ml di fondi, per abbattere un hotel.
Questa è la realtà, scandalosa, sui
fondi strutturali, per cui non possiamo che prendercela con lo stato
centrale e i governi che non hanno controllato. Ma soprattutto con le
regioni: quelle che da una parte rivendicano l'autonomia e poi non
sanno nemmeno spendere bene soldi nostri.
Non prendiamocela con l'Europa per
questo. Se i soldi che ci sono sono spesi per sagre e ruberie varie.
Se Pompei crolla, se il turismo al sud
è in crisi.
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