In qualunque modo la pensiate, qualunque opinione abbiate sulle droghe, una cosa è certa: le leggi proibizioniste in Italia non hanno funzionato, sia in termini di repressione dello spaccio che in termini di riduzione del consumo.
I servizi trasmessi ieri sera a Presa diretta sono un ritratto impietoso di un paese dove la droga è ovunque, davanti le scuole, nelle scuole, nelle piazze della movida, a portata di mano di tutti.
Non solo le droghe leggere, la cannettta che non fa male a nessuno (come dice la vulgata popolare, pure sbagliata) ma anche le droghe sintetiche come MDMA, il metadone, l'eroina, la cocaina ..
Abbiamo un triste primato, in Italia: i ragazzi sotto i 16 anni sono in cima alle classifiche europee per abuso di droghe ovvero i nostri ragazzi consumano le droghe peggiori (quelle che fanno più male), con grande frequenza durante la settimana..
Di fatto, stando così le cose, la droga è di fatto liberalizzata: la si trova dovunque, nessuno controlla il contenuto di quanto viene ingerito dagli adolescenti nei locali e nelle discoteche. Ma quello che è peggio è che nessuno, nemmeno i politici che hanno varato qeste leggi proibizioniste, si preoccupano di fare informazione, per cercare almeno di spiegare ai ragazzi quali sono i rischi.
Un atteggiamento ipocrita, quello della politica e delle istituzioni, e anche delle scuole. Colpa di qualcun altro: le famiglie che non informano, i soldi che non ci sono, noi docenti siamo poco, i controlli delle forze dell'ordine e i sequestri (in tonnellarte) non sono sufficienti ad arginare il problema.
Il mercato del narcotraffico è stimato in 22 miliardi di euro l'anno, con questi soldi che girano, è come svuotare il mare con un secchiello.
Il risultato è che, come per la prostituzione minorile, si preferisce non vedere: per non rovinare il buon nome della scuola, dei locali, della brava gente che fa finta di non sapere. Il consumo delle droghe è ormai diventato una cosa normale, da fare sotto la luce del sole, con i genitori che sanno ma non dicono niente, non sapere.
Non sapere che l'abuso, in giovane età, della cannabis, provoca dei danni irreparabili al cervello degli adolescenti, andando ad intaccare il loro quoziente di intelligenza. E i ragazzi perdono l'anno a scuola perché non riescono a concentrarsi.
Con la cannabis non si muore, è vero (a differenza dell'abuso di alcool che porta al coma etilico): ma gli effetti a lungo andare ci sono, sulle funzioni cognitive e sul comportamento.
I ragazzi italiani si fanno di tutto e di più, commentava le immagini del servizio di Giulia Bosetti nei locali e nelle strade romane: è il triste prezzo da pagare a questa liberalizzazione di fatto delle droghe.
Ma il peggio di tutto sono quelle sintetiche, che addirittura possono portare a problemi pscichiatrici: tendenze suicide, senso di onnipotenza .. All'ospedale psichiatrico di Pozzuoli ci sono cento pazienti presenti dopo aver assunto sostanze stupefacenti; sono un terzo dei pazienti totali, sintomo di una nuova emergenza mai vista prima.
Con l'eroina tutto questo non succedeva: le sostanze sintetiche fanno scoppiare le persone predisposte, facendole diventare prigioniere di in un viaggio senza ritorno.
I ragazzi senza informazione buttano giù di tutto e oggi, in Italia, nessuno fa informazione e in pochi fanno controlli sulle sostanze comprate: uno dei pochi è il gruppo di Lab57 (http://lab57.indivia.net/), che mette i suoi stando fuori dai centri sociali, dando alle persone la possibilità di controllare cosa c'è nelle pastichhe e nelle buste che si comprano.
Messo in chiaro il fallimento della Fini Giovanardi (e che l'attuale legge è un guazzabuglio di regole che non fa alcuna chiarezza), bisogna fare un passo in avanti. Non possiamo più mandare in carcere i consumatori di droga, perché le carceri non sono le strutture più appropriate per la disintossicazione, il personale non è preparato per gestire i tossicodipendenti. E le carceri stanno scoppiando.
Bisogna andare a guardare quello che succede nel resto del mondo: le telecamere di Presa diretta hanno mostrato cosa sta succedendo negli Stati Uniti, il paese più ptibizionista dove in due stato ora si può consumare droga anche per uso ricreativo mentre in altri si può usarla per fini curativi.
Tra i primi il Colorado, dove sta crescendo un'industria della produzione della cannabis che fattura milioni di dollari e su cui si stanno concentrando le attenzioni degli investitori (e delle multinazionali del tabacco che aspettano una legge federale).
Ci sono paesi come la Spagna dove la legge permette i "social club" dove gli iscritti possono ritirare una dose di cannabis, per fini personali, che proviene dalle coltivazioni dei soci.
L'Uruguay è il primo paese al mondo dove lo stato è anche produttore di droga, per fini personali.
Insomma, si va da un eccesso all'altro: dal finto proibizionismo che non ha funzionato, alla completa liberalizzazione del Colorado, per arrivare alla regolamentazione da parte dello stato, come succede in Portogallo e in Spagna.
Ecco, in Portogallo hanno scelto la strada del contenimento del rischio, con investimenti pubblici verso centri di controllo e cura, la dissuazione e l'informazione delle dipendenze.
In Portogallo la gestione della tossicodipendenza non è in mano al ministero dell'Interno o al ministero della giustizia, ma a quello della salute.
Perché oltre ad essere un problema sociale, che genera costi per lo Stato, la droga è anche un problema di salute.
Specie per quei ragazzi di oggi che si stanno rovinando la salute e il loro domani, senza che nessuno gli spieghi dei rischi cui andranno incontro.
E' meno ipocrita accettare il male minore, che far finta di niente.
La scheda della puntata sul sito di Presa diretta:
“L’ERBA DEL VICINO” è un racconto di Riccardo Iacona, con Giulia Bosetti, Sabrina Carreras, Vincenzo Guerrizio, Andrea Vignali
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