20 giugno 2016

REC – la seconda puntata (traffico di opere d'arte, vigilanza privata e parchimetri)

Il metodo REC, quello dellemini-inchieste su singoli temi, funziona se i giornalisti sono bravi nel sintetizzare la storia in un mini servizio. Altrimenti il rischio per lo spettatore è il perdersi dietro le notizie senza capire il filo del discorso: questa seconda puntata secondo me è risultata meno efficace della prima, i servizi mi sono sembrati troppo dispersivi e non è sempre stato facile per me seguirli.

Vero o falso, di Claudia di Pasquale: dal finto (o non vero) crocifisso di Michelangelo pagato 3 ml di euro ai quadri (veri? Falsi?) di Bacon di un collezionista privato, passando per i trafficanti di reperti che in Italia rischiano poco.
Nel mondo il business delle opere d'arte vale 64 miliardi di dollari l'anno, ma il 50% delle opere sarebbe falso: siamo nelle mani dei critici che spesso danno pareri contrapposti, e va tutto bene.
Aggiungiamo anche che molte delle opere (vero o false) sono in mano nelle fondazioni bancarie: se fossero dichiarate false che fine farebbero i conti delle fondazioni?

Ma siamo sicuri? L'inchiesta sulla vigilanza privata – Federico Ruffo
Sulle tracce del “sistema Basile”: il gruppo che si occupa di vigilanza privata in Italia e che prende appalti nel pubblico.
Il mercato in Italia vale 2 miliardi e il gruppo KSM ne prende da solo 400 ml di euro: in che modo?
Vantando buone conoscenze politiche coi partiti di centro destra in Sicilia, ma anche con Beppe Lumia (PD). La KSM porta in dote ai candidati politici (come Finazzo, eletto in consiglio comunale a Palermo) pacchetti di voti dei propri dipendenti (800 solo in Sicilia) e dei familiari.
La vicinanza con la politica permette un occhio di riguardo negli appalti?
Alcuni – dice un testimone anonimo al giornalista – sarebbero cuciti addosso a loro.
Altri sono vinti grazie al massimo ribasso, per far fuori la concorrenza.
All'aeroporto di Palermo dietro alcuni appalti c'era un sistema di mazzette scoperto dalla magistratura e che ha portato all'arresto di Helg e a far emergere i contatti con Basile.
Le storie di controllati e controllori, dirigenti stipendiati dalla KSM e dalla Gesap (l'ente di gestione dell'aeroporto di Palermo).
C'è la storia di un dirigente dell'Ivri finito nell'inchiesta sulla strage di Paolo Borsellino.
Perché Gaetano Scotto ha chiamato Paradisi quel 19 luglio a Castel Utveggio?

In che mani siamo?
Sul controllo dei parchimetri a Roma è in corso una guerra, nata a seguito del passaggio da Parkeon a Sigma, per la loro gestione.
Qualcuno li sta sabotando o li ha sabotati? Atac oggi è al buio: l'amministratore ha raccontato al giornalista che sono state tolte le Sim e che oggi non possono comunicare al server. Così Atac sa quanto incassa solo perché manualmente controllano le macchine.
Difficile però avere la certezza che non manchi nulla.


Dal 2016, si è passati da Sigma alla Security Park: titolare è Piero Tomassi, un operaio che ha fatto strada. A lui sono affidate la sicurezza delle casse forti delle biglietterie dei comuni d'Italia.
Nel 1999 un commando entrò nel caveau della banda nel palazzo di Giustizia: un furto di documenti importanti, non solo soldi. Il commando guidato da Carminati: Piero Tomassi, non era presente al furto, ma è stato condannato.
Tomassi è così competente nel settore delle cassette di sicurezza da aver appalti anche col gruppo Guidi, per la Ducati Energia.
Ma noi come cittadini siamo sicuri?

Fate i nomi – l'invito del giornalista Giulio Valesini ai responsabili delle società che ha intervistato.

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