L'Europarlamentare italiana Barbara Spinelli scrive oggi sul fatto di come sia assente nel Parlamento europeo ogni forma di autocritica, per le scelte politiche ed economiche fin qui portate avanti.
Nessuna autocritica sulla questione dei profughi e dei migranti.
Nessuna autocritica per i frutti della politica di austerità che in Europa ha allontanato le istituzioni europee dai cittadini.
Che ha soffiato il fuoco sui nazionalismi, che stava portando al governo estremisti di destra in Grecia prima e in Austria ieri.
Che ha risuscitato i movimenti di estrema destra, come in Germania.
Che ha quasi costretti governi anche di sinistra a portare avanti politiche di destra, che tolgono diritti e tutele.
Addirittura oggi si è arrivato a criticare le libere (?) scelte dei cittadini, dopo il risultato del referendum sulla Brexit.
In quanto hanno ripetuto (compreso l'ex presidente del consiglio Monti) che su questioni tecniche è sbagliato aprirsi al voto popolare.
Peccato che oggi le materie economiche siano intrecciate fortemente con le scelte politiche.
Quando si costringe un paese al pareggio di bilancio impedendogni del deficit per fare crescita sana, significa togliere risorse a scuole ed ospedali che finiscono nel buco nero dei mercati.
Le scelte dei popoli, in Inghilterra oggi, in Grecia ieri, non vanno bene se sono contrarie alla volontà dei mercati e della finanza.
Come se votare col ricatto dei mercati fosse una libera scelta.
Si sostiene che siccome la gente è ignorante non può esprimersi.
Ma tutto questo è contrario alla democrazia: se il popolo è ignorante serve che la classe politica e dirigente lo renda più intelligente, più consapevole, meno ricattabile dalle sue paure.
Perché oggi si governa così: non si creano più sogni, modelli, ideali, visioni di un mondo migliore.
Si governa con la paura (degli immigrati, del default, dei mercati, dei barbari alla frontiera) e con le promesse (gli sgravi, i bonus).
Detto questo, mi chiedo fino a quando si potrà far finta che va tutto bene e continuare con questa contrapposizione tra pro e anti, senza vie di mezzo.
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