Il giorno dopo sono tutti bravi a commentare le elezioni amministrative di ieri, anche le tigri da tastiera che, il giorno prima, era certi dei risultati.
Ci penserà questa sera Gazebo, nello speciale sulle amministrative a fare giustizia per noi.
In ogni caso, basterà tirar fuori l'alibi dell'astensione, che a questo giro ha pesato per quasi 5 punti percentuali: come se l'astensionismo fosse un alieno venuto dallo spazio e non frutto della cattiva politica, della distanza tra questa e le persone, degli scandali, dell'assenza di proposte vere e alternative tra loro.
A Milano, ad esempio, Mr Expo si è giocato in questi mesi il vantaggio che aveva (nei sondaggi) su Parisi: manager l'uno e manager l'altro, archiviato il mega spot di Expo (e le sue magnifiche code), i milanesi hanno dovuto fare i conti con una realtà diversa dallo spot elettorale, ora nel dimenticatoio.
A Roma invece, di mafia capitale non se ne sono dimenticati: questo spiega i voti al M5S, l'affluenza al voto e il flop delle altre liste. Forse c'era veramente un complotto per far vincere i grillini, lo capiremo anche dai ballottaggi.
Non c'è bisogno di grossi sforzi per capire gli effetti negativi dell'alleanza con Verdini, per il PD: a Napoli la Valente non va al ballottaggio.
Un conto i voti al Senato, un conto i voti nelle città.
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