Dall'ultimo romanzo di Camilleri “L'altro capo del filo”: sul piccolo commissariato di Vigata e sui suoi uomini ricade il compito di gestire il flusso di profughi che, dopo il duro viaggio sui barconi, sbarca sulle coste siciliane.
Sono scene di gente
disperata, stanca, stremata dal viaggio.
Dopo una notte
passata al porto, a gestire questi arrivi, Montalbano si trova seduto
sul suo scoglio, a parlare con un granchio:
«Che ne pensi tu dell'Europa?» spiò al grancio che dallo scoglio lo stava a taliare.Il grancio non arrispunnì.«Prifirisci non compromittirisi? Allura mi compromitto io. Io penso che doppo il granni sogno di st'Europa unita, avemo fatto tutto il possibili e l'impossibili per distruggirinni le fondamenta stisse. Avemo mannato a a catafottirisi la storia, la politica, l'economia 'n comuni. L'unica cosa che forsi restava 'ntatta era l'idea di paci. Pirchì doppo avirinni ammazzati per scoli l'uni con l'autri non nni potivamo cchiù. Ma ora ce lo semu scordati, epperciò stamo ttrovanno la bella scusa di 'sti migranti per rimittiri vecchi e novi confini coi fili spinati. Dicino che tra 'sti migranti s'ammucciano i terroristi 'nveci di diri che 'sti povirazzi scappano proprio dai terroristi».Il grancio che non voliva esprimiri la sò pinioni prifirì sciddricari nell'acqua e scompariri.Andrea Camilleri L'altro capo del filo - Sellerio
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