05 giugno 2016

Su Benigni e sui maligni

Non mi è piaciuto l'intervento di Massimo Gramellini, a Che tempo che fa (riprendendo un suo articolo su La Stampa) : tra le parole della settimana, il giornalista ha messo dentro una parola anche per Benigni, criticato per il suo “si”al referendum.
Un si con la testa, dice il comico, per una riforma pasticciata, scritta male ma di questi tempi, meglio questa che niente.
E per fortuna che ha usato la testa.

A Gramellini sfugge questa incoerenza e passi.
Ma non sono sfuggiti gli attacchi, persino da Brunetta. 
Ma come, uno come Benigni ha bisogno di genuflettersi al governo?
Non lo so: chissà se avesse detto no alla riforma, avrebbe avuto altri passaggi in Rai?
Altre cose sfuggono a Gramellini: non è solo Benigni che si è preso le sue critiche in questo clima da stadio.
Anche l'Anpi ha avuto la sua dose di attacchi. Non sono veri partigiani, siccome votano no - affermazione di un ministro della Repubblica che aveva anche detto che chi vota no vota, vota come i fascisti. 
Il clima da stadio, dunque, non è solo da una parte.

Siamo maliziosi se pensiamo che questa uscita pro referendum serva a conquistarsi dei meriti nei confronti del manovratore da Roma?
Perché i passaggi in Rai, in prima serata, da Fazio, fanno comodo se uno poi deve vendere dei libri.

Ma noi siamo dei gufi, si sa. I maligni. Noi che voteremo no come i fascisti.
Noi che vogliamo mantenere i posti in Senato, vogliamo gli sperperi …

Loro no, invece.

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