02 aprile 2020

Il signor Cardinaud di Georges Simenon



Era come un tappo di sughero in balia della corrente. A testa alta, con il busto eretto, guardava fisso davanti a sé e ciò che vedeva si armonizzava intimamente con ciò che udiva e con ciò che provava: ricordi, pensieri, progetti. 
Era contento, contento di essere quella persona che era, di trovarsi lì, di quanto aveva fatto dal giorno della rima comunione, ricevuta in quella stessa chiesa, contento di quanto aveva fatto dal giorno del suo matrimonio – era un sabato, e quel sabato nella sola Notre-Dame-de-Bon-Port ne avevano celebrati sette .. 
Pur senza chinare il capo o abbassare gli occhi, sapeva che suo figlio era accanto a lui, un ometto di tre anni, vestito alla marinara, che guardava fisso davanti a sé con lo stesso atteggiamento composto del padre. 
Anche la gioia di Cardinaud era una gioia composta, così come lo erano il suono dell’organo, il profumo dell’incenso e il silenzio delle tantissime persone accalcate nella chiesa per assistere alla messa solenne della domenica.

Il signor Cardinaud è un altro di quei personaggi nati dall'immaginazione e dall'estro di Simenon, magari su ispirazione di qualche episodio di cronaca: “moglie scappa con l'amante, il marito si mette sulle sue tracce”..
Simenon riesce però ad andare oltre il trafiletto di due righe che avremmo potuto leggere su un quotidiano, portandoci dentro la vita di questo signore, nel pieno provincia francese nella regione della Vandea a Les Sables, dentro i suoi pensieri, i suoi desideri.

Cardinaud è un giovane impiegato dentro un'agenzia di assicurazioni: una vita tranquilla, un lavoro abbastanza gratificante, una famiglia all'apparenza felice, una moglie e due figli.
Sin da bambino voleva raggiungere questo scopo: emanciparsi dal lavoro del padre, artigiano, come i suoi fratelli. Voleva raggiungere quella posizione dove gli altri ti riconoscono col saluto, riconoscono cioè il fatto che ti sei conquistato una posizione, una casa da signori, una certa agiatezza.
Cardinaud aveva anche un altro obiettivo, sposare quella ragazza di cui si era innamorato, Marthe, di pochi anni più grande, con cui aveva a malapena scambiato poche parole nel corso degli anni:
Lui non aveva ancora quindici anni e già l'amava. Non come si ama una donna ma come si ama un essere inaccessibile. Come, al tempo della sua prima comunione, aveva amato la Madonna.

Ora tutti i suoi desideri sono realizzati: ogni giorno la stessa vita, ogni domenica gli stessi riti: la messa col figlio, i saluti coi notabili e con le altre persone del paese (da cui non si è mai spostato dove tutti lo conoscono), un aperitivo al bar, una torta in pasticceria, il pranzo in famiglia.
Ma quella domenica sarà diversa dalle altre: tornato a casa col figlio non trova la moglie, non sente il profumo del pranzo preparato in cucina.
Sale i gradini a tre a tre. Le porte delle due camere da letto sono aperte, la finestra sul retro anche, la tenda è gonfia come un pallone. I letti sono rifatti. Apre l’armadio a specchio. Sul ripiano più in alto non vede il cappello nuovo di Marthe, quello che si è fatta confezionare per Pentecoste.

Cardinaud corre dai genitori di lei, il padre un ubriacone, la madre ormai sconsolata da quella figlia: no, non sanno dove sia finita Marthe.
Nemmeno i suoi genitori, sanno dirgli nulla di quella donna che Hubert ha voluto sposare nonostante le voci che giravano.
Si sentiva vuoto. Vuoto era la parola giusta.
E dato che si sentiva vuoto, lo riassalivano le preoccupazioni concrete, tornava a malincuore in camera da letto ..

La vita ordinata, monotona è completamente saltata: si sente come svuotato ora, la moglie sparita assieme ai tremila franchi che custodiva nel vecchio portafoglio. Soldi che potrebbe chiedere in prestito al suo capo, il signor Mandine, che però, in tono paternalistico, gli fa capire che no, se ha contratto dei debiti sono problemi suoi.

Soldi che però, il giorno successivo, Mandine stesso gli concede, facendogli capire di sapere tutto: in realtà tutto il paese è a conoscenza della sua storia, di Marthe scappata con un amico di gioventù, un poco di buono arrivato in paese da poco, sbarcato da una nave proveniente dall'Africa.
Cardinaud stesso lo scopre grazie, o per colpa di una lettera anonima, scritta con alcuni errori grammaticali che lo disturbano (lui che da figlio di un cartaio ha studiato, si è elevato rispetto agli altri) e dove gli si dice di essere solo un “cornuto”.

Cardinaud si mette sulle tracce della moglie, senza preoccuparsi né delle voci su di lui nel paese, né di quello che ne pensano i suoi familiari, i genitori che gli rinfacciano il suo essersi allontanato, il fatto che quella “non è donna da frequentare Rue da la Pie”.

Ora Cardinaud è completamente padrone di sé stesso: vuole ricondurre la moglie a casa, andando “a bere il calice fino alla fine”, instancabile, come “una formica ostinata che segue ostinatamente la sua strada, il suo destino, e che, ogni volta che il carico le sfugge, lo afferra di nuovo, pur essendo quel carico più grosso di lei”.

Il tutto per riportare la sua vita a quell'ordine che aveva prima, il “trionfo del bene sul male, nella supremazia dell’ordine sul disordine”.

Lo seguiremo nei suoi spostamenti sugli autobus, su tax scassati, nei suoi incontri con ex forzati, marinai con anni di mare alle spalle, con ubriaconi e con ex compagni di scuola.
Lo seguiremo dentro bistrot dove Marthe non metterebbe piede perché “troppo esuberanti”, anzi, a volte nella sua ricerca proprio a lei sembra rivolgersi, “Vedi Marthe, cosa mi hai costretto a fare?”.
Ovvero mescolarsi alla feccia, tornare nei bassifondi, perdere di dignità nei confronti delle persone attorno che lo considerano un tonto, uno da prendere in giro come fa il suo capo, con le finte promesse di promozione.

Arriverà svuotato e stanco, alla fine della corsa, “aveva fatto quello che doveva fare, da solo”.
Ma per arrivare a cosa?
Anche se all'apparenza Simenon sembra fare il tifo per questa “formichina”, il ritratto che ne emerge a fine lettura è quello di un uomo che si illude di vivere una vita felice, lui stesso ne è consapevole. Una vita “normale” costruita su tante illusioni attorno, la messa la domenica, i dolci prima del pranzo cucinato dalla moglie, una moglie che gli ha dato dei figli ma che non lo ama, il rispetto delle persone per quel suo modo elegante di salutare col cappello.

La scheda del libro sul sito di Adelphi e il pdf del primo capitolo
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

Nessun commento: