Era come un tappo di sughero in balia della corrente. A testa alta, con il busto eretto, guardava fisso davanti a sé e ciò che vedeva si armonizzava intimamente con ciò che udiva e con ciò che provava: ricordi, pensieri, progetti.
Era contento, contento di essere quella persona che era, di trovarsi lì, di quanto aveva fatto dal giorno della rima comunione, ricevuta in quella stessa chiesa, contento di quanto aveva fatto dal giorno del suo matrimonio – era un sabato, e quel sabato nella sola Notre-Dame-de-Bon-Port ne avevano celebrati sette ..
Pur senza chinare il capo o abbassare gli occhi, sapeva che suo figlio era accanto a lui, un ometto di tre anni, vestito alla marinara, che guardava fisso davanti a sé con lo stesso atteggiamento composto del padre.
Anche la gioia di Cardinaud era una gioia composta, così come lo erano il suono dell’organo, il profumo dell’incenso e il silenzio delle tantissime persone accalcate nella chiesa per assistere alla messa solenne della domenica.
Il signor Cardinaud è un altro di quei
personaggi nati dall'immaginazione e dall'estro di Simenon, magari su
ispirazione di qualche episodio di cronaca: “moglie scappa con
l'amante, il marito si mette sulle sue tracce”..
Simenon riesce però ad andare oltre il
trafiletto di due righe che avremmo potuto leggere su un quotidiano,
portandoci dentro la vita di questo signore, nel pieno provincia
francese nella regione della Vandea a Les Sables, dentro i suoi
pensieri, i suoi desideri.
Cardinaud è un giovane
impiegato dentro un'agenzia di assicurazioni: una vita tranquilla, un
lavoro abbastanza gratificante, una famiglia all'apparenza felice,
una moglie e due figli.
Sin da bambino voleva raggiungere
questo scopo: emanciparsi dal lavoro del padre, artigiano, come i
suoi fratelli. Voleva raggiungere quella posizione dove gli altri ti
riconoscono col saluto, riconoscono cioè il fatto che ti sei
conquistato una posizione, una casa da signori, una certa agiatezza.
Cardinaud aveva anche un altro
obiettivo, sposare quella ragazza di cui si era innamorato, Marthe,
di pochi anni più grande, con cui aveva a malapena scambiato poche
parole nel corso degli anni:
Lui non aveva ancora quindici anni e già l'amava. Non come si ama una donna ma come si ama un essere inaccessibile. Come, al tempo della sua prima comunione, aveva amato la Madonna.
Ora tutti i suoi
desideri sono realizzati: ogni giorno la stessa vita, ogni domenica
gli stessi riti: la messa col figlio, i saluti coi notabili e con le
altre persone del paese (da cui non si è mai spostato dove tutti lo
conoscono), un aperitivo al bar, una torta in pasticceria, il pranzo
in famiglia.
Ma quella domenica
sarà diversa dalle altre: tornato a casa col figlio non trova la
moglie, non sente il profumo del pranzo preparato in cucina.
Sale i gradini a tre a tre. Le porte delle due camere da letto sono aperte, la finestra sul retro anche, la tenda è gonfia come un pallone. I letti sono rifatti. Apre l’armadio a specchio. Sul ripiano più in alto non vede il cappello nuovo di Marthe, quello che si è fatta confezionare per Pentecoste.
Cardinaud corre dai
genitori di lei, il padre un ubriacone, la madre ormai sconsolata da
quella figlia: no, non sanno dove sia finita Marthe.
Nemmeno i suoi
genitori, sanno dirgli nulla di quella donna che Hubert ha voluto
sposare nonostante le voci che giravano.
Si sentiva vuoto. Vuoto era la parola giusta.
E dato che si sentiva vuoto, lo riassalivano le preoccupazioni concrete, tornava a malincuore in camera da letto ..
La vita ordinata,
monotona è completamente saltata: si sente come svuotato ora, la
moglie sparita assieme ai tremila franchi che custodiva nel vecchio
portafoglio. Soldi che potrebbe chiedere in prestito al suo capo, il
signor Mandine, che però, in tono paternalistico, gli fa capire che
no, se ha contratto dei debiti sono problemi suoi.
Soldi che però, il
giorno successivo, Mandine stesso gli concede, facendogli capire di
sapere tutto: in realtà tutto il paese è a conoscenza della sua
storia, di Marthe scappata con un amico di gioventù, un poco di
buono arrivato in paese da poco, sbarcato da una nave proveniente
dall'Africa.
Cardinaud stesso lo
scopre grazie, o per colpa di una lettera anonima, scritta con alcuni
errori grammaticali che lo disturbano (lui che da figlio di un
cartaio ha studiato, si è elevato rispetto agli altri) e dove gli si
dice di essere solo un “cornuto”.
Cardinaud si mette
sulle tracce della moglie, senza preoccuparsi né delle voci su di
lui nel paese, né di quello che ne pensano i suoi familiari, i
genitori che gli rinfacciano il suo essersi allontanato, il fatto che
quella “non è donna da frequentare Rue da la Pie”.
Ora Cardinaud è
completamente padrone di sé stesso: vuole ricondurre la moglie a
casa, andando “a bere il calice fino alla fine”, instancabile,
come “una formica ostinata che segue ostinatamente la sua
strada, il suo destino, e che, ogni volta che il carico le sfugge, lo
afferra di nuovo, pur essendo quel carico più grosso di lei”.
Il tutto per
riportare la sua vita a quell'ordine che aveva prima, il “trionfo
del bene sul male, nella supremazia dell’ordine sul disordine”.
Lo seguiremo nei suoi spostamenti sugli
autobus, su tax scassati, nei suoi incontri con ex forzati, marinai
con anni di mare alle spalle, con ubriaconi e con ex compagni di
scuola.
Lo seguiremo dentro bistrot dove Marthe
non metterebbe piede perché “troppo esuberanti”, anzi, a volte
nella sua ricerca proprio a lei sembra rivolgersi, “Vedi Marthe,
cosa mi hai costretto a fare?”.
Ovvero mescolarsi alla feccia, tornare
nei bassifondi, perdere di dignità nei confronti delle persone
attorno che lo considerano un tonto, uno da prendere in giro come fa
il suo capo, con le finte promesse di promozione.
Arriverà svuotato e stanco, alla fine
della corsa, “aveva fatto quello che doveva fare, da solo”.
Ma per arrivare a cosa?
Anche se all'apparenza Simenon sembra
fare il tifo per questa “formichina”, il ritratto che ne
emerge a fine lettura è quello di un uomo che si illude di vivere
una vita felice, lui stesso ne è consapevole. Una vita “normale”
costruita su tante illusioni attorno, la messa la domenica, i dolci
prima del pranzo cucinato dalla moglie, una moglie che gli ha dato
dei figli ma che non lo ama, il rispetto delle persone per quel suo
modo elegante di salutare col cappello.
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