Lo scontro è in atto: da una parte i difensori del PIL e della produzione italiana (ma solo al nord), dall'altra parte quelli che preferiscono aspettare per riaprire, che pensano sia meglio difendere la salute (e la vita) delle persone.
Non ne usciremo meglio da questo scontro in cui il governo si trova di messo, costretto ad ascoltare sia i medici, gli esperti che le pressioni di governatori (del nord) e di Confindustria.
Uno scontro a base di direttive, il Viminale che ci dice che è possibile portar fuori i bambini per una passeggiata vicino casa e la Lombardia col suo assessore candidato che faranno una contro direttiva per mettere in crisi le famiglie a casa (mentre nel frattempo le aziende in deroga alla chiusura continuano a lavorare nel bergamasco e nel bresciano, senza che i sindacati possano controllare).
Messaggi politici da una parte e dall'altra (ne parla anche Gilioli qui) che, al momento, poco hanno a che fare con la lotta al virus.
A che punto siamo con le mascherine? E le tute di protezione per tutti, personale del 118 compreso?
Sono arrivati i macchinari richiesti dagli ospedali?
Ad oggi, i nostri rappresentanti della politica sono tutti impegnati nello sfornare soluzioni per l'emergenza.
Il sindaco di Milano Sala ha proposto una nuova Costituente.
Salvini ha lanciato l'idea di un condono (un altro?).
Renzi la riapertura delle aziende prima di Pasqua e di aprire i cantieri, tutti, per rilanciare il paese (fuori dalla finestra però).
Sul Foglio oggi Cassese e Montezemolo proponevano di abolire Anac e tutta la burocrazia sugli appalti.
Pare che non abbiamo capito bene cosa sta succedendo.. Un po' come successo ieri all'inaugurazione del nuovo ospedale da campo messo su in qualche settimana nella vechia Fiera.
50 posti letto in terapia intensiva inaugurati in pompa magna e con tanto di giornalisti invitati dalla regione Lombardia.
Tutti assieme, vicini vicini.
Mica stavano andando ad una passeggiata loro.
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